La forza della non purezza
La vittoria di Bucarest che ha nomi anche 'stranieri'
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La vittoria di Bucarest che ha nomi anche 'stranieri'
• – Sergio Roic
Le ipocrisie dei politici, autori sia delle fughe di notizie, sia della censura dei giornalisti, a seconda dei casi
• – Daniele Piazza
Un paio di riflessioni non troppo originali sull'esercito elvetico
• – Marco Züblin
Scoperte centinaia di tombe anonime di piccoli nativi strappati alle famiglie indiane e assegnati a istituti religiosi per farne cittadini ‘normali’; e potrebbero essere più di diecimila
• – Aldo Sofia
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• – Franco Cavani
Israele vive sopra una bomba, e il diniego dei diritti palestinesi è il grande ostacolo
• – Sarah Parenzo
Le misure entrate in vigore sabato non tengono conto del fatto che il virus si trasmette per via aerea. Ed è un grosso errore
• – Riccardo Fanciola
La pandemia cambia i modi di produzione, in prospettiva meno occupazione e la necessità di una riforma del nostro modello fiscale
• – Aldo Sofia
“Avvenire”, giornale dei vescovi italiani, denuncia il crimine contro ragazzine somale abusate da guardie libiche dopo la cattura in mare; un orrore confermato dall’ONU
• – Redazione
foto © Marco D’Anna Ci sono isole dove il mare penetra dentro alla terra, il vento spazza gli alberi e l’erba dei prati, il verde si scuote e ricorda il profumo di onde...
• – marcosteiner_marcodanna
Simmons, che è americano, è anche irlandese? Nel suo romanzo si prende beffe del nazionalismo britannico/inglese? Chissà…
Mi sono ricordato del romanzo di Simmons e di tante altre cose legate alla nazionalità e al nazionalismo proprio stasera dopo aver visto la storica partita di calcio Svizzera-Francia che, in qualche modo, ricalca la mitica Italia-Germania 4-3 (che è anche un film) dei mondiali in Messico del 1970. La Svizzera arrivava alla partita con i campioni del mondo spinta dall’entusiasmo (??) dei consueti tormentoni in patria: chi si identifica con questi giocatori multietnici? perché essi non cantano l’inno (salmo) nazionale? perché si tingono i capelli?
Magari qualcuno avrebbe potuto rimpinguare il tormentone chiedendo ai giocatori della nazionale svizzera di calcio perché giocano a calcio. Come mai gli è venuto in mente a questa “sporca dozzina” (meno uno) di diventare campioni del pallone quando la gente non si identifica in loro e fa una gran fatica anche a pronunciarne i nomi.
Eh sì, perché il nostro paese, la Svizzera, sebbene sia uno dei più globalizzati per commerci, scambi, economia, sebbene sia un coacervo storico di tre culture e quattro lingue, sebbene sia (con)federalista e quindi politicamente piuttosto decentrato e attento alle minoranze, “non si identifica” nemmeno e non solo con il 25% della popolazione che è straniera di passaporto ma anche con i calciatori che ci rappresentano e con tutti quelli che il passaporto rossocrociato se lo sono sudato ma che… mah… insomma… ad alcuni (parecchi) non piacciono.
E le statistiche? Dicono che in Svizzera il 25% dei cittadini ha almeno un nonno straniero (di passaporto), cifra che raddoppia in Ticino dove il 50% degli svizzeri ha almeno un nonno straniero. Da dove deriva allora questa fregola della purezza nazionale se non etnica in un paese decisamente composito come la Svizzera? Chi la promuove? A chi giova?
A dire il vero, in Svizzera, non potrebbe funzionare nemmeno quella canzone un po’ supponente, quel “Rule Britannia”, perché tanto per cominciare bisognerebbe pronunciarla in almeno tre se non quattro lingue – e nel mentre, se non sei un bravo irlandese, il dio/mostro inuit ti annienta senza pietà visto che non sei stato tanto sveglio da offrirgli la propria lingua in uno dei riti più antichi dell’umanità: la comunione, la condivisione tra le anime.
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Un Cantone che un tempo si lanciava in progetti che si sono anche concretizzati e che oggi pare puntare al bingo del magico mondo dei bitcoin