La corona inglese, la vendetta di Meghan e i nuovi poveri del Regno Unito
PIL a picco, povertà raddoppiata. Ci mancavano solo le beghe reali
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PIL a picco, povertà raddoppiata. Ci mancavano solo le beghe reali
• – Aldo Sofia
Il Governo deve ritrovare la fiducia dei cittadini dopo lo smacco della votazione di domenica
• – Fabrizio Triulzi
Propaganda ideologica a pagamento sui giornali. Etica giornalistica a ramengo
• – Marco Züblin
Se vi saranno ritardi per lo stadio di calcio non sarà colpa di chi contesta questo progetto
• – Marco Züblin
Mica ha capito, lui, che entrare in casa d’altri a fare un festino a base di alcol e probabilmente qualcos’altro per principio non si fa
• – Rocco Bianchi
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• – Franco Cavani
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• – Franco Cavani
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• – Franco Cavani
"Dramma della gelosia” non può più essere il titolo per un femminicidio. Anche i media devono combattere gli stereotipi di genere
• – Pepita Vera Conforti
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• – Franco Cavani
PIL a picco, povertà raddoppiata. Ci mancavano solo le beghe reali
Per cui, le vicende della monarchia e dell’aristocrazia inglese (ma non solo inglese) mi provocano sempre una certa orticaria. E anche quest’ultima, dell’“esplosiva” intervista televisiva ai “fuoriusciti” duchi di Sussex, Harry e Meghan (pagata la miseria di sei milioni di dollari), in cui figlio e nuora di lady Diana accusano tra l’alto la famiglia reale britannica di razzismo. Lei, Meghan, è molto bella, assai tosta (anche se confessa di aver pensato al suicidio per le angherie patite a Corte), e – come direbbe il Berlusconi – leggermente ‘abbronzata’. Stampa popolare inglese scatenata contro la ex real coppia; quella americana (Meghan è cittadina statunitense) piuttosto in suo favore, il che al tempo del “black life matter” e del “me too” non é certo sorprendente.
Vendetta dell’attricetta mai accettata dalla royal family e della coppia privata dei suoi titoli nobiliari (con relativi privilegi anche economici) dopo l’emigrazione negli States? Sta di fatto che l’intervista venduta dalla CBS in 68 paesi, evoca quella, non meno clamorosa, in cui Diana parlò di ‘un matrimonio affollato’, con riferimento all’amante di suo marito Carlo (1995). Un’altra paginetta non proprio gloriosa per la corona britannica. Di recente, già uscita malconcia dalla serie televisiva “Crown” (un groviglio di privilegi, insensibilità sociale, vacuità, inganni, tradimenti), nonché dalla storiaccia del principe Andrea, accusato di pedofilia negli anni dell’intensa frequentazione dell’imprenditore statunitense Epstein, l’amico dei potenti, morto suicida in carcere, dopo l’arresto per una serie impressionante di abusi su ragazze minorenni.
Certo, Buckingham Palace è stata e rimarrà il simbolo dell’unità nazionale, nonostante quest’altra pagina nera. La fiaba, anche nei passaggi meno gloriosi, deve continuare. Il paese ne ha bisogno. Anche per distrarsi dai suoi guai (modernità del ‘panem et circenses’). Come il record di morti da Covid , anche se ora il successo della campagna di vaccinazione sta dando i suoi frutti. Oppure il fatto che l’economia britannica é stata una delle più colpite al mondo dalla pandemia: con un PIL precipitato del 9,9 % (2,9 in Svizzera); con un tasso di povertà addirittura raddoppiato, passando dallo 0,7 all‘1,5 per cento, in concreto al massimo 90 fr. a settimana per adulto, escluso il costo dell’affitto); e con i primi effetti negativi all’importazione a seguito della Brexit.
E volete togliergli anche i royals?
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