La questione della parità dei diritti nelle battaglie di Iris von Roten
In un testo cruciale per il femminismo svizzero le tesi di una donna mai doma, criticata e diffamata per tutta la vita
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In un testo cruciale per il femminismo svizzero le tesi di una donna mai doma, criticata e diffamata per tutta la vita
Nel suo libro Frauen im Laufgitter (donne in un box per bambini), pubblicato nel 1958, la giurista e scrittrice Iris von Roten fornisce un’analisi sconcertante della situazione delle donne in Svizzera nonché una descrizione impietosa dei rapporti di forza che vigono nella società patriarcale e dell’oppressione delle donne. Per questa sua franchezza viene criticata e diffamata a vita. Oggi il suo libro è considerato un testo di riferimento del femminismo.
Iris Meyer nasce e cresce in una famiglia benestante. Dal 1932 al 1936 frequenta la scuola superiore femminile di Zurigo. Dopo la maturità, studia diritto a Berna, Ginevra e Zurigo e ottiene il dottorato in legge nel 1941. Inizia a lavorare come giornalista e redattrice per diverse riviste e nel 1944 approda allo Schweizer Frauenblatt, l’organo dell’Alleanza delle società femminili svizzere (ASF).
All’università di Berna, Iris Meyer conosce Peter von Roten, suo compagno di studi nonché futuro granconsigliere vallesano. I due si innamorano e iniziano una fitta corrispondenza su temi sociopolitici e personali. Tra il 1943 e il 1950 si scambiano oltre 1300 lettere. Malgrado l’opposizione della famiglia aristocratica, cattolica e conservatrice di lui, si sposano nel 1946. Lo stesso anno, Iris von Roten ottiene la patente di avvocato. La coppia apre uno studio legale e notarile in Vallese, ma a Iris von Roten le valli conservatrici vanno troppo strette: come avvocato donna non le vengono pressoché affidati mandati e realizzarsi in quel «buco per soli uomini che è il Vallese» (NdT: libera traduzione da Verliebte Feinde, pag. 373) è praticamente impossibile.
Nell’estate del 1947 si reca in Inghilterra per un soggiorno linguistico di alcuni mesi durante i quali approfondisce i temi del femminismo. L’estate successiva parte per gli Stati Uniti dove per un anno studia sociologia e lavora alla stesura di un libro sulla privazione di diritti delle donne. Iris e Peter von Roten proseguono il loro scambio epistolare e discutono in particolare dei rapporti tra i generi e della libertà sessuale. In quello stesso periodo, contro la volontà del partito cattolico conservatore al quale appartiene, Peter von Roten deposita in Consiglio nazionale e in Gran Consiglio interventi parlamentari per l’uguaglianza politica delle donne.
Al rientro in Svizzera di Iris, la coppia si trasferisce a Basilea. Nel 1952 nasce la loro figlia Hortensia. Affinché entrambi possano conciliare famiglia e professione, sperimentano diversi modelli di custodia, dalla bambinaia ai collocamenti extrafamiliari passando per gli aiutanti studenti. Dopo anni di lavoro, nel 1958 Iris von Roten pubblica Frauen im Laufgitter. Offene Worte zur Stellung der Frau (donne in un box per bambini, parole franche sulla condizione delle donne), un’analisi sociologica della situazione delle donne lunga quasi 600 pagine. In cinque capitoli indaga in modo dettagliato e con occhio critico le radici e le interconnessioni dell’oppressione delle donne.
Analizza la «weibliche Berufstätigkeit in einer Männerwelt» (l’attività professionale delle donne in un mondo dominato dagli uomini), la dipendenza delle donne nella vita amorosa e sessuale, definisce le faccende domestiche «Haushaltsfron» (giogo) e la maternità «Bürde ohne Würde» (fardello senza dignità). Nel capitolo «Ein Volk von Brüdern ohne Schwestern» (un popolo di fratelli senza sorelle) stigmatizza la privazione di diritti politici delle donne. Chiede la piena parità economica, giuridica, politica e sociale dei due generi, e l’autodeterminazione sessuale delle donne. Le sue parole spesso mordaci sono contestate con veemenza da più parti. Soprattutto le sue affermazioni sulla maternità, le faccende domestiche e la sessualità suscitano indignazione.
Frauen im Laufgitter diventa pietra dello scandalo e Iris von Roten viene pubblicamente ostracizzata, dileggiata e attaccata sul piano personale. A dicembre del 1958 anche l’influente Alleanza delle società femminili svizzere (ASF) prende le distanze dal suo libro. Molte suffragiste tradizionaliste temono che il suo scritto polemico e radicale possa rivelarsi controproducente in vista dell’imminente votazione per la concessione del diritto di voto alle donne. Pochi mesi dopo la bocciatura alle urne del suffragio femminile nel febbraio del 1959 Iris von Roten pubblica Frauenstimmrechts-Brevier (breviario del diritto di voto alle donne) nel quale descrive brevemente perché il diritto di voto è fondamentale per una piena parità dei sessi.
Dopo queste due opere Iris von Roten non si esprime più se non in rare occasioni su temi femministi. Nel 1960 parte per un viaggio di sei mesi in auto attraverso la Turchia. Da questa esperienza nasce il libro Vom Bosporus zum Euphrat. Türken und Türkei (dal Bosforo all’Eufrate; i turchi e la Turchia) che pubblica nel 1965. Intraprende altri viaggi in molti Paesi e si dedica alla pittura. Nel 1990, con l’aggravarsi dei problemi di salute che la affliggono da quando è stata coinvolta in un incidente stradale e la perdita della vista che le impedisce di dipingere, Iris von Roten si toglie la vita. Un anno dopo la sua scomparsa esce per efef-Verlag una ristampa di Frauen im Laufgitter che diventa un bestseller.
Testo redatto dalla Commissione federale per le questioni femminili (CFQF)
Nell’immagine: Iris von Roten
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