Libere di dover partire
Una piattaforma multimediale ricca di documentazione racconta la presenza fondamentale delle donne nell’emigrazione italiana in Svizzera
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Una piattaforma multimediale ricca di documentazione racconta la presenza fondamentale delle donne nell’emigrazione italiana in Svizzera
• – Mattia Lento e Manuela Ruggeri
Versi che cercano risposte impossibili sul dramma della guerra e delle sue vittime innocenti
• – Lelio Demichelis
Leggi qua e là le notizie dal mondo e finisci per chiederti (ma forse non c’è neppure bisogno) se il mondo non sia un po’ troppo storto, tanto da dubitare dell’uomo che lo abita
• – Silvano Toppi
Deve finire presto, con un cessate il fuoco permanente, ma i nostri governi qui in Italia e in Europa (e tanto meno gli Usa) non hanno il coraggio di chiederlo
• – Redazione
Un nuovo saggio di Lorenzo Planzi supera qualche stereotipo, allarga i punti di vista e poggia su una grande varietà di fonti orali e scritte, oltre che su una bibliografia vasta e aggiornatissima
• – Michele Ferrario
Cento anni fa, il 2 dicembre 1923, nasceva Maria Callas, non solo cantante lirica ma interprete totale, per tanti appassionati la migliore, un mito - Di Sabrina Faller
• – Redazione
Il Procuratore Generale Andrea Pagani, dopo l’annullamento del decreto d’abbandono sui fatti del centro autogestito, chiede nuovi documenti relativi alla demolizione del 30 maggio 2021, ma dalla polizia cantonale gli arriva un dossier misteriosamente “annerito”
• – Rocco Bianchi
A pochi mesi dall'entrata in vigore del nuovo regime fiscale, che pesa molto di più sui "nuovi" frontalieri, diminuiscono le richieste di lavoro da oltreconfine: se questo trend si confermasse, quali sarebbero i problemi ma anche le opportunità per il mondo del lavoro cantonale?
• – Aldo Sofia
La città di confine non è certo Lampedusa e la presenza dei richiedenti l’asilo non va né demonizzata né ingigantita, ma va adeguatamente gestita, possibilmente con l’uso del buon senso
• – Boas Erez
La competenza è mediata dall’esperienza, anzi è il risultato dell’esperienza, ossia dell’applicazione circostanziata e intelligente delle risorse di cui una persona dispone - Di Gianni Ghisla
• – Redazione
Una piattaforma multimediale ricca di documentazione racconta la presenza fondamentale delle donne nell’emigrazione italiana in Svizzera
Contro quel regime scolastico, e non solo, si sono battute con pragmatismo visionario e afflato egalitario, per almeno un paio di decenni, le organizzazioni migranti del nostro Paese. In prima linea in questa battaglia erano le Colonie libere italiane che hanno organizzato la resistenza scolastica dei genitori attraverso sportelli di assistenza scolastica in lingua italiana, la creazione di comitati genitori capaci di incidere sui processi e sulle decisioni delle varie scuole e non da ultimo hanno accompagnato l’offerta didattica in lingua italiana introdotta negli anni Settanta dallo Stato italiano per i suoi cittadini all’estero. Pochi sanno che le protagoniste di quella stagione sono state le donne italiane. Sono state loro che hanno animato molti comitati di genitori, condotto battaglie e difeso i propri figli con le unghie e con i denti. Avete discriminato noi, ma non permetteremo la discriminazione nei confronti dei nostri figli: questo sembrava essere il messaggio lanciato da molte donne italiane impegnate nella scuola.
C’è una figura che si è distinta in questo ambito (e in molti altri) e si chiama Rosanna Ambrosi. Grande attivista dentro e fuori le Colonie, scrittrice e formatrice, Ambrosi ha dedicato molti dei suoi sforzi a migliorare l’istruzione scolastica della popolazione migrante. Ed è lei una delle protagoniste della piattaforma multimediale che s’intitola Libere di dover partire dedicata alla presenza italiana al femminile in Svizzera. Si tratta di un prodotto pensato soprattutto per lo smartphone, per i più giovani e per i contesti didattici, ma si adatta anche al PC e a diverse fasce di pubblico. Presenta nove ritratti di donne e altrettanti capitoli tematici, documenti d’archivio, contributi audio e video e link di approfondimento che hanno come obiettivo quello di sfatare alcuni stereotipi legati alla presenza migrante al femminile in questo Paese. La passività delle donne italiane immigrate durante lo scorso secolo è uno di questi stereotipi, ma non certo l’unico.
La piattaforma non parla solo di Storia ma anche di attualità: negli ultimi anni alcune delle donne della cosiddetta nuova migrazione italiana non faticano più a trovare spazio adeguato nella società svizzera. Peccato che spesso la presenza italiana al femminile in Svizzera rimanga troppo intrappolata nella retorica dei cosiddetti “cervelli in fuga”. Nei media svizzeri abbondano storie di donne italiane a capo di aziende o di gruppi di ricerca. Se è innegabile che oggi le donne italiane occupano sempre più posti di rilievo all’interno della società svizzera, è anche vero che una grossa parte di loro lascia il proprio Paese alla ricerca di lavori non sempre altamente qualificati. Magari anche in presenza di una laurea che non è sempre garanzia di carriera per chi emigra. La crisi endemica che caratterizza il sistema Italia, Paese caratterizzato da disoccupazione, precarietà e bassi salari, colpisce infatti con maggiore forza le donne. È il caso, ad esempio, di un’altra protagonista della piattaforma, ovvero Eleonora Failla, che, arrivata in Ticino qualche anno fa con una laurea in tasca, ha dovuto faticare non poco per trovare un lavoro corrispondente alle sue qualifiche, al suo talento e al suo entusiasmo. Oppure quello di Angela Siciliano, che ha deciso di fuggire dalla crisi economica italiana portandosi dietro marito e una delle due figlie, per lavorare nella ristorazione. Angela non è diventata manager o scienziata, ma il suo percorso professionale ed esistenziale è comunque straordinario, degno di essere raccontato e pieno di bellezza.
Nell’immagine: donne migranti, fotografia dal sito Libere di dover partire
Un principio fondato e condivisibile può trasformarsi nel motore di una realtà che lo contraddice – Intorno a “L’avvento della meritocrazia” di Michael Young
Le sue vignette sono da sempre la più schietta rappresentazione della realtà