Lorenzo l’illusionista (e nulla più)
Quando sul “Mattino” la $inistra appare come per magia
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Quando sul “Mattino” la $inistra appare come per magia
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Quando sul “Mattino” la $inistra appare come per magia
Siamo quasi agli sgoccioli del consueto e consunto teatrino elettorale, lo spettacolo d’arte varia in cui si susseguono dichiarazioni, volti, slogan e santini come piovesse, facce che si vogliono rassicuranti con il loro sguardo fermo e chiaro verso il futuro. Ognuno dà il meglio di sé, in relazione a quanto ne ha, e le giornate per noi elettori passano pigre, lasciandoci in bocca il gusto un po’ sciapo di minestra riscaldata (o di brodo allungato), che non vedi l’ora che finisca, si passi oltre, tanto abbiamo capito…
Ma poi, ecco che arriva il gran finale, il colpo a sorpresa (si fa per dire) e da dietro il sipario (dove alberga preferibilmente) esce Lorenzo Quadri vestito da pompiere, per spegnere i toni incendiari che non si sono risparmiati dalle sue parti, dentro un’“alleanza” di destra dai tratti paradossali, da mesi costruita per fare il pieno di voti grazie all’esibizione in contemporanea di due facce solo apparentemente antitetiche, l’una per dire “continuità” e l’altra per sentenziare “cambiamo. Ora!”.
Il fatto è che (come in ogni prestidigitazione che si rispetti) si rischia sempre di far scoprire il trucco, ed ecco che alle chiare avvisaglie di un possibile smascheramento (con tanto di autolesionistici effetti per la parte leghista su cui incombe il tout va bien di Mr. Le Marquis) il “Mattino” deve correre ai ripari.
Così, quello che si profilava come un duello da mezzogiorno di fuoco (e che in realtà è l’aspetto di maggior richiamo elettoralistico di questi mesi) trova, appunto, nel mago pompiere di Corticiasca un vero artista del colpo di reni (di genio sarebbe troppo dire). Sicché ecco che ieri, sul domenicale leghista, con la sola imposizione delle mani ci viene spiegato – o meglio viene spiegato al popolo di Via Monte Boglia – che i sondaggi dei sinistrati della R$I danno il movimento in preoccupante perdita di voti e seggi e che dunque bisogna assolutamente mobilitarsi, perché, attenzione, qui viene il bello [occhio di bue sul mago] “se la Lega arretra, a festeggiare è la casta tassaiola, immigrazionista, eco-isterica, euroturbo, spalancatrice di frontiere, odiatrice degli automobilisti, sovranofoba, sperperatrice di soldi pubblici. Quella che già oggi opprime i cittadini con il suo strapotere. Insomma: un vero incubo, dal quale vogliamo svegliarci quanto prima! “
Un genio! Il Brachetti della politica ticinese, capace di sparire e ricomparire in vesti diverse nel giro di un battito di ciglia, qui leva dal cilindro la carta (non diremo il coniglio) dello strapotere della sinistra che in verità non sta di casa da nessuna parte (neanche alle Orsoline) ma che diventa utilissimo per nascondere (sotto un panno rosso) che per gli stessi sondaggi dei “sinistrati di Comano” perderebbe anche il PS. A soffiare i voti alla Lega, infatti, non è affatto la sinistra ma sarebbe nient’altro che l’alleato innominabile (l’UDC, per intenderci), quel partito con cui la Lega non solo ha costruito un’alchemica alleanza elettorale, ma anche il partito con cui mena il gesso ( o il can per l’aia) in Parlamento da diversi anni (portando con sé anche porzioni – o pozioni – non indifferenti di quello che una volta si chiamava PLR), in nome, ça va sans dire, del ceto medio.
Dunque, cos’ha fatto il nostro illusionista? Ha trasformato un duello in un triello (che neanche Sergio Leone) benché il terzo litigante (il buono, diciamo, per solidarietà) non stesse mostrando alcuna intenzione di entrare in scena (men che meno in quella). Ma fra brutti e cattivi (detto con rispetto ed ironia, s’intende) non sapevano come uscirne, anche perché i bookmaker da saloon parevano e paiono tuttora più propensi a puntare su un ulteriore avvicinamento delle posizioni nella corsa al Governo fra Zali e Marchesi (con la benedizione dello sceriffo Norman).
Ecco dunque che, ricondotto Boris Bignasca alla calma dopo le imbarazzanti dichiarazioni a Teleticino, ci deve pensare “Il Mattino” ed il suo trasformistico direttore a tenere insieme la sgangherata baracca, la stravagante brigata di quelli che lì, a destra, stanno, per chissà quale incantesimo, ancora e tuttora a dettare l’agenda politica cantonale nove volte su dieci, concedendo la decima (quasi biblicamente) all’altra parte dell’emiciclo. Così, per poter dire che non sanno far altro che chiedere tasse.
Chissà se un giorno una qualche innocente creatura, ancora ignara di come vadano le cose in questo nostro paese, salterà su, in mezzo al pubblico, dicendo “ma lì c’è un trucco!”
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