Myanmar
foto © Marco D’Anna “Aveva la veste gialla e un cappellino verde… Sulla via di Mandalay c’è una ragazza birmana seduta e io so che è a me che sta pensando…” (R. Kipling) Il...
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foto © Marco D’Anna “Aveva la veste gialla e un cappellino verde… Sulla via di Mandalay c’è una ragazza birmana seduta e io so che è a me che sta pensando…” (R. Kipling) Il...
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foto © Marco D’Anna
“Aveva la veste gialla e un cappellino verde… Sulla via di Mandalay c’è una ragazza birmana seduta e io so che è a me che sta pensando…” (R. Kipling)
Il viadotto di Gokteik collega Mandalay a Lashio, nello stato Shan, è lungo 689 metri, c’è un solo binario, nel punto più alto è sospeso a oltre 100 metri dall’abisso, dalla giungla, dalle rocce acuminate. Il treno lo attraversa a passo d’uomo, non vuole disturbare la struttura e la natura che lo circonda con la sua pesantezza, si fa leggero, rispettoso, quasi silenzioso anche se sbuffa un po’. Quando ti affacci al finestrino e guardi in basso sembra che l’abisso voglia attirarti per accoglierti, sembra che quella linea sottile tracciata fra la terra e il cielo voglia ricordarti il tempo, il momento, la fragilità, quanto sia vicino e possibile quel labile confine.
Ma dopo il ponte, il treno s’infila fra muri di cespugli gialli di ginestra che danzano nel vento schiaffeggiando i vetri aperti e regalando il profumo dell’Asia, della natura e della vita che comunque rimarrà, dopo di noi.
Così mi torna in mente lei che non fu mai.
“Se hai sentito l’Oriente chiamarti, di nient’altro ti curerai…” (R. Kipling)
Dopo tanti anni di viaggi, Marco & Marco non potevano fermarsi. Abbiamo deciso di ripartire attraverso l’Immaginario, del resto lo diceva Saramago, “Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione…” Ecco quello che faremo, torneremo per vedere con altri occhi… se volete potrete partire con noi.