È proprio vero che i morti si pesano, non si contano
Riflessioni su due tragici anniversari
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Riflessioni su due tragici anniversari
• – Marco Züblin
Un evento che dimostra quanto si possa lucrare sui problemi e non sulle soluzioni
• – Marco Züblin
La lega toglie la maschera: la sua pretesa "anima sociale" serve solo a prendere in giro i lavoratori
• – Franco Cavani
Dalla zattera una modesta proposta per evitare che si allarghi il fossato tra vaccinati e non vaccinati
• – Enrico Lombardi
In un Ticino con troppe auto non ha senso sovvenzionarne l'acquisto. Meglio finanziare i servizi pubblici e la mobilità lenta
• – Redazione
Con 283 morti su 100’000 abitanti sarebbe al 5° posto nella classifica mondiale
• – Carlo Lepori
Condannati a pene carcerarie gli attivisti che avevano occupato la collina del Mormont
• – Enrico Lombardi
Giornata mondiale dell’alfabetizzazione: anche la capacità di leggere e capire non è uguale per tutti
• – Redazione
• – Franco Cavani
Per quanto riguarda i programmi ciò che sembra mancare è una chiara strategia
• – Marco Züblin
Riflessioni su due tragici anniversari
Le commemorazioni dell’11 settembre stanno prevedibilmente scatenato la retorica giornalistico-politica, per un evento che ha avuto una presenza e una forza dirompente proprio per il suo squadernarsi quasi oscenamente voyeuristico sui nostri schermi; un fatto di grande valenza e impatto mediatici, che nessuno di noi potrà mai scordare, sia per il coreografico impatto degli aerei, sia il crollo quasi scenografico delle strutture, sia per le immagini tremende dei corpi in fiamme precipitanti al suolo. Un evento che ha certamente cambiato la vita di tutti noi, in particolare rivoluzionando i parametri della nostra percezione della sicurezza individuale e collettiva. E poi: il primo attacco portato agli USA sul loro territorio (in una sorta di drammatico contrappasso), e contro due dei simboli più evidenti del loro potere e dei loro valori, la copertura fluviale e impietosa di tutte le storie individuali dei 3000 morti e delle loro famiglie, in una narrazione spesso insopportabilmente zuccherosa.
Il prossimo 18 dicembre saranno trascorsi dieci anni dalla fine della seconda guerra del Golfo, che fece centinaia di migliaia di vittime irachene (soprattutto civili inermi), oltre a 4000 morti tra le fila dell’esercito americano. Una guerra che fu costruita, con buona dose di indecente cinismo, su due menzogne alimentate dagli USA con il sostegno della Gran Bretagna di Blair, e oggetto di acritica grancassa da parte di gran parte della stampa internazionale: quella relativa alle fantomatiche armi di distruzione di massa in mano a Saddam e quella relativa all’appoggio da parte di Saddam al fondamentalismo religioso di Al Qaida. La RSI ha proposto di recente un bel film (Official Secrets – Segreto di Stato) che ricorda questi eventi, il tentativo (fallito) di USA e di Gran Bretagna di ottenere con mezzi illeciti il via libera alla guerra da parte del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Sono certo che si parlerà anche di questo anniversario, ma non mi aspetto la stessa melassa di questi giorni per le centinaia di migliaia di vittime innocenti (ma lontane, non mediatizzate e quindi senza volto e senza valore) di un crimine internazionale intollerabile.
Già, i morti si pesano, non si contano; quanto pesa (e vale) un civile americano morto l’11 settembre? e quanto pesa (e vale) un civile iracheno morto in quella guerra indecente?
Fra politicamente corretto e “cancel culture“
Le discriminazioni razziali, contro o a tutela delle minoranze, sembrano eliminate; eppure l’accesso alle principali università private è ampiamente discriminatorio perché...