Per una Svizzera più solidale ma con tutti i rifugiati
La politica di accoglienza non deve fare distinzioni fra profughi; bisogna perciò respingere il discriminatorio progetto di legge Frontex - Di Laura Riget, copresidente PS Ticino
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La politica di accoglienza non deve fare distinzioni fra profughi; bisogna perciò respingere il discriminatorio progetto di legge Frontex - Di Laura Riget, copresidente PS Ticino
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La politica di accoglienza non deve fare distinzioni fra profughi; bisogna perciò respingere il discriminatorio progetto di legge Frontex - Di Laura Riget, copresidente PS Ticino
Come persone sensibili alle tematiche migratorie non possiamo quindi che sperare che questa attuale solidarietà sia un punto di svolta nella nostra politica d’accoglienza e d’asilo, caratterizzata purtroppo fino ad ora da chiusura, isolazionismo e xenofobia. Questo è il momento per finalmente dimostrare che una politica d’asilo solidale e umana è possibile. E questo indipendentemente dall’origine, dal colore della pelle, dal sesso o dalla religione. Perché purtroppo siamo ancora lontani da questo: la divisione dei rifugiati tra quelli “veri”, che meritano il nostro aiuto, e presunti “rifugiati economici” non ha niente a che vedere con la realtà, ma con un razzismo profondamente radicato nella nostra società.
Dobbiamo offrire a tutti i rifugiati vie di fuga sicure verso l’Europa per trovare protezione e un futuro nel nostro paese. Per questo motivo abbiamo bisogno di un NO il 15 maggio al progetto di Legge Frontex: una proposta squilibrata che rafforza solo l’isolazionismo. Votando NO abbiamo la possibilità di tornare in Parlamento per elaborare – nel rispetto dei nostri obblighi in quanto Stato membro di Schengen – una legge più solidale che aiuti maggiormente le persone in fuga.
Concretamente chiediamo di creare delle vie di fuga sicure direttamente verso la Svizzera, aumentando i contingenti di resettlement e i visti umanitari in collaborazione con l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, di reintrodurre la possibilità di fare richiesta d’asilo direttamente alle ambasciate e di aumentare il numero di rifugiati che accogliamo.
NO a Frontex significa più solidarietà con le persone in fuga, indipendentemente da dove fuggono.
Riflessioni critiche intorno alle presunte e perentorie “certezze” giornalistiche - Di Paola Pronini Medici