Se il lupo azzanna la pecorella…
…non è un lupo “problematico”: azzannare è il suo mestiere
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…non è un lupo “problematico”: azzannare è il suo mestiere
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• – Redazione
…non è un lupo “problematico”: azzannare è il suo mestiere
Le pecore scaricate davanti al Palazzo del Governo a Bellinzona sono una “prima” elvetica, dimostrazione del profondo disagio degli allevatori, che di questo passo si trasformeranno in cacciatori di lupi: invece della auspicata convivenza fra il lupo e gli animali dei pascoli alpini (ma anche sub-alpini) assisteremo al ritorno della legge del far-west: chi spara per primo ha ragione: in questo caso gli allevatori abbatteranno i lupi, o ingaggeranno dei “pistolero” per farlo.
“Recintate e affidatevi ai cani di guardia” è quanto dicono gli amici del predatore.
Ma i pascoli, con balze, muri e anfratti non sono lisci campi di calcio; in Mesolcina due cani sono stati aggrediti, inoltre i cani da guardia non sempre vedono di buon occhio chi passeggia in montagna.
La realtà è molto semplice: la Svizzera non è il Kirghizistan, non ha sterminate steppe.
Se vogliamo il lupo e anche l’orso che in Val Poschiavo era sceso a mangiare il miele a pochi passi dal centro, e voleva farmi visita a Zalende “Cà da Sura” dobbiamo rinunciare al preziosissimo territorio che abbiamo sottratto ai piccoli e grandi predatori nell’Ottocento.
Il territorio svizzero è ammirato in tutto il mondo per la sua preziosa cura. Lo abbiamo sempre più colonizzato sia con la presenza umana che, e soprattutto, con gli alpeggi. D’estate gli animali vanno portati in alto: serve alla loro salute, al pascolo e al portamonete: il contadino risparmia almeno 3 mesi di fieno. Altrimenti il latte costerebbe 3 volte tanto, gli animali si ammalerebbero.
I lupi (strano ma vero…) si moltiplicano. Ora il limite per l’ abbattimento nel caso di uccisione di pecore e capre è scesa da 15 a 10. È già una sconfitta.
Aumentando i branchi si dovrà ridurre a 7, poi a 5. E poi? Gli umani elvetici devono fare un “gentlemen’s agreement” con il lupo: noi sino a 11OO-1200 metri (o qualsiasi altra altezza, trattabile), tu sopra. Devono fare come S. Francesco d’Assisi con il ferocissimo lupo di Gubbio: “io non sbrano più nessuno, ma la gente del Paese, di porta in porta, mi dovrà sfamare, come si sfama un cagnolino”. E così fu. Ma il lupo, non ammansito da un Santo, potrebbe rispondere: ” il cibo degli umani non mi piace; inoltre mi piace predare a qualsiasi ora”.
Un po’ come i ladri di frontiera che ce l’avevano con l’onorevole Pantani: “tu mi chiudi i valichi di notte? Io rapino di giorno. Li chiudi di giorno? Rapino di notte”.
Il BAFU, Dipartimento federale dell’ambiente, ha inventato il termine “problematico”, come si usa per i ragazzi “difficili” che vanno rieducati. Il lupo non deve avvicinarsi a più di 10 metri dalle greggi e dagli umani: se lo fa è “problematico”: potrebbe fare il “lupo cattivo” invece di fare il bravo ragazzo. Oltretutto il lupo ha una strana abitudine: uccide 10-15 pecorelle e caprette e non le mangia: ne mangiasse una e basta! Che sia un succhia-sangue non pare.
Insomma, a prima vista non è propriamente un cannibale, lui uccide per uccidere. E se la prende pure con gli asinelli e i vitellini che lascia con le budella a penzoloni, nell’indifferenza dei suoi amici, delle fanciulle specialmente, mai sentite dire “povero asinello, povero vitellino”.
Non resta che andare sino in fondo con il collaudato metodo elvetico; la rieducazione. Qualche proposta al BAFU:
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