Perché l’Ucraina è una causa siriana
Putin ha fatto le prove generali della guerra odierna nel paese del Vicino Oriente: centinaia di migliaia di vittime e città rase al suolo per salvare il dittatore Assad
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Putin ha fatto le prove generali della guerra odierna nel paese del Vicino Oriente: centinaia di migliaia di vittime e città rase al suolo per salvare il dittatore Assad
• – Redazione
Sino a che punto il calcio è spia d’un Paese?
• – Libano Zanolari
Mosca annuncia che i prodotti energetici venduti all'Occidente (soprattutto il gas) dovranno essere pagati in rubli; così saranno gli stessi occidentali a far riprendere quota alla moneta russa che è andata a picco dopo l'inizio dell'invasione dell'Ucraina
• – Aldo Sofia
e ai suoi lucrosi frutti
• – Franco Cavani
Parole, suoni, immagini da una terra tormentata
• – Pietro Montorfani
Con l'arrivo dei rifugiati ucraini si stanno accelerando le espulsioni di quelli arrivati da altri paesi in guerra, e non ottengono l'asilo; discriminazioni e accoglienza a geometria variabile
• – Aldo Sofia
Parole, suoni, immagini da una terra tormentata
• – Enrico Lombardi
Uno dei più noti e coraggiosi oppositori del neo-zar racconta sorpresa e smarrimento alla notizia dell'invasione dell'Ucraina
• – Redazione
Lo fa a modo suo, deformandola per giustificare la sua aggressione a uno Stato sovrano
• – Redazione
I russi ci davano la caccia. Avevano una lista di nomi, compreso il nostro, ed erano sempre più vicini
• – Redazione
Putin ha fatto le prove generali della guerra odierna nel paese del Vicino Oriente: centinaia di migliaia di vittime e città rase al suolo per salvare il dittatore Assad
Di Yassin al Haj Saleh, scrittore siriano, da Internazionale
Dall’inizio dell’invasione della Russia, i siriani che si oppongono al presidente Bashar al Assad sono secondi forse solo agli ucraini stessi nel seguire ogni orrore della guerra che il regime di Vladimir Putin sta conducendo in Ucraina. La ragione alla base di questa curiosa situazione dovrebbe, naturalmente, essere abbastanza evidente. La Russia occupa parte della Siria dalla fine di settembre del 2015, sostenendo brutalmente il regime di Assad, la cui massima priorità è quella di rimanere al potere per sempre, anche se il prezzo è sottomettere il paese a forze esterne espansionistiche come l’Iran e la stessa Russia.
Per sei anni e mezzo la Russia ha controllato un’importante base militare nel nord-ovest della Siria, Hmeimim, in cui Assad è solitamente convocato quando Putin o il suo ministro della difesa visitano le loro truppe nel paese. Nel 2019 la Russia si è assicurata un contratto di locazione di 49 anni del porto siriano di Tartous, dove ora sono di stanza le sue navi da guerra nel Mediterraneo. Il ministro della difesa russo si è vantato di aver testato con successo in Siria più di 320 diverse armi del suo arsenale militare. Putin stesso ha elogiato l’esperienza di combattimento sul campo che più dell’85 per cento dei comandanti dell’esercito russo ha maturato in Siria.
La Siria è stata un campo di prova per l’esercito russo, che qui ha usato munizioni al fosforo, bombe termobariche e bombe a grappolo – vietate dai trattati internazionali – contro le strutture civili, prendendo di mira ospedali, scuole e mercati. E ha etichettato tutti coloro che si opponevano al regime di Assad come terroristi (proprio come ha fatto Assad). Questo significa semplicemente che le loro vite non possono generare lutto; che ucciderli non è un crimine. È addirittura una cosa buona che dovrebbe essere premiata, almeno con un elogio. Putin è stato infatti elogiato dalle organizzazioni di destra islamofobe in occidente, e dai sostenitori dell’autoritarismo ovunque, per la sua guerra imperialista in Siria, responsabile finora della morte di almeno 23mila civili.
La guerra al terrorismo ha fornito a Putin un’occasione d’oro per realizzare le sue ambizioni imperialistiche
Eppure pochissime voci in occidente hanno condannato la guerra di Putin in Siria. Perché? Il motivo è la lunga e criminale “guerra al terrore”, che è stata il fondamento di un’ampia coalizione internazionale contro i terroristi, cioè i gruppi islamici sunniti nichilisti. In questa coalizione Stati Uniti e Unione europea sono di fatto alleati della Russia, oltre che di personaggi come Assad, l’egiziano Abdel Fattah al Sisi, il saudita Mohammed bin Salman, l’emiratino Mohammed bin Zayed e, naturalmente, dello stato israeliano e del suo apartheid. Si tratta non solo di un tradimento dei siriani che hanno lottato per la democrazia per due generazioni, ma di un tradimento della democrazia ovunque nel mondo.
La guerra al terrorismo ha fornito a Putin un’occasione d’oro per realizzare le sue ambizioni imperialistiche di far risorgere l’impero russo, a partire dalla Siria. Putin considera notoriamente la caduta dell’Unione Sovietica una “vera tragedia” nonché la “più grande catastrofe geopolitica del secolo”. Non per un sentimento comunista, ma perché l’Unione Sovietica era in gran parte un impero russo. E oggi, grazie alla legittimazione ottenuta in Siria senza costi, Putin vuole annettere l’Ucraina, che secondo lui non ha mai avuto “una vera tradizione statuale”.
La Nomenklatura del Cremlino non è certo compatta attorno allo zar, anzi, tutt’altro
Le mosse della NATO e i dubbi dei due leader