La via solitaria e il vicolo cieco
Il dibattito parlamentare indica come la guerra in Ucraina incide sulle certezze elvetiche su sicurezza e rapporti con l’UE
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Il dibattito parlamentare indica come la guerra in Ucraina incide sulle certezze elvetiche su sicurezza e rapporti con l’UE
• – Redazione
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• – Redazione
• – Franco Cavani
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• – Aldo Sofia
Le solite critiche sommarie, quindi niente di nuovo sul fronte occidentale - Di Danilo Baratti
• – Redazione
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• – Aldo Sofia
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• – Redazione
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• – Redazione
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• – Aldo Sofia
Uno, quasi svizzero, di Zollikon
• – Silvano Toppi
Il dibattito parlamentare indica come la guerra in Ucraina incide sulle certezze elvetiche su sicurezza e rapporti con l’UE
La guerra in Ucraina da una spallata, forse definitiva, al cosiddetto Sonderfall svizzero che riassume la mentalità isolazionista del ridotto alpino. Dai dibattiti parlamentari urgenti sulla guerra in Ucraina è emersa la necessità di rafforzare la collaborazione con l’Unione europea, con parecchie organizzazioni internazionali come l’ONU e persino la Nato.
Soltanto l’UDC ha ancora tentato di nascondersi dietro la neutralità per denunciare le sanzioni europee contro la Russia riprese tali e quali dalla Svizzera. La costituzione federale prevede una rigorosa neutralità militare, ma lascia ampio spazio di manovra sulla neutralità politica. E come ha scritto Dan Brown nel suo romanzo ispirato dalla Divina Commedia “i luoghi più caldi dell’inferno sono riservati a coloro che restano neutrali in tempi di grande crisi morale”, com’è il caso proprio adesso con la guerra in Ucraina.
Paradossalmente – ha detto un deputato – l’aggressione della Russia contro l’Ucraina ha rafforzato la nostra sicurezza perché ha rianimato la Nato, dietro cui ci rifugiamo furtivamente, ed all’orizzonte si delinea un dispositivo difensivo dell’UE. Perché allora agitarsi al punto da chiedere precipitosamente, di punto in bianco, 2 miliardi supplementari per l’esercito nonché l’acquisto degli F-35 senza neppur tener conto dell’iniziativa popolare contro questo cacciabombardiere? Tanto più che proprio adesso persino una cinquantina di ufficiali, ex ufficiali e politici risolutamente borghesi criticano apertamente l’acquisto dell’F-35, troppo caro e inadeguato per le necessità della Svizzera.
Molto ampio invece il consenso in parlamento sugli aiuti rapidi e senza complicazioni ai rifugiati ucraini che giungono nel nostro paese. L’UDC è presa in contropiede, non sa come gestire i suoi slanci xenofobi, il disorientamento traspare dalla penosa domanda di un suo esponente alla consigliera federale Karin Keller-Sutter: “quanti ucraini ritorneranno nel loro paese – ha chiesto – quanti ucraini rimarranno in Svizzera e per quanto tempo?” “Chieda a Putin – è la sferzante risposta della ministra della giustizia – solo Putin può saperlo, soltanto Putin ha la possibilità in ogni momento di cessare la guerra”.
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