Pro e contro dell’insegnamento precoce di una lingua a scuola
I dati forniti da una recente ricerca scientifica
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I dati forniti da una recente ricerca scientifica
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Con le sue estreme conseguenze nel nord del Paese, il sisma potrebbe portare a una riapertura del dialogo tra Damasco e molti Paesi con cui le relazioni sono da anni interrotte
• – Redazione
I dati forniti da una recente ricerca scientifica
Di Sabine Christopher, Osservatorio linguistico della Svizzera italiana
La ricerca nell’ambito dell’appropriazione e dell’insegnamento delle lingue potrebbe dare un contributo costruttivo al dibattito in corso sull’insegnamento del tedesco nella scuola obbligatoria nel Canton Ticino. Dati empirici potrebbero per esempio aiutare a meglio definire gli obiettivi realisticamente raggiungibili che le politiche educative dovranno soppesare con il tempo e le risorse didattiche disponibili.
È nella natura delle minoranze linguistiche che esse si devono adattare linguisticamente alla maggioranza. Per la comunità italofona è pertanto indispensabile rafforzare il plurilinguismo individuale per consolidare la propria posizione a livello nazionale. A questo scopo una buona qualità dell’insegnamento scolastico delle lingue è d’importanza primordiale. Qui sotto elenchiamo una serie di fattori legati al contesto di apprendimento e alle caratteristiche individuali degli apprendenti che influiscono sia sul ritmo sia sull’esito dell’apprendimento. Questi fattori sono concomitanti e spesso non separabili nettamente fra loro.
L’inizio precoce dell’apprendimento scolastico di una lingua straniera/seconda è giustificabile soprattutto dal punto di vista dell’allungamento del totale dell’apprendimento (massimizzazione delle ore di esposizione), fattore che incide sul livello di competenza raggiunto. Dall’altra parte un inizio più tardivo dell’insegnamento permette di sfruttare maggiormente il vantaggio cognitivo degli apprendenti. Questo risulta nella velocità di apprendimento più elevata.
L’anticipo di un anno (in prima media) dell’insegnamento del tedesco aumenterebbe il numero di ore di esposizione alla lingua. Questo avverrebbe inoltre a un’età in cui gli allievi e le allieve sono in grado di elaborare contenuti espliciti, permettendo un ritmo più elevato di apprendimento rispetto a un inizio precoce a livello di scuola elementare. Un’anticipazione ai primi anni di scolarità invece imporrebbe inizialmente la prevalenza di un apprendimento implicito con un ritmo di apprendimento lento che potrebbe essere parzialmente compensato da una quantità molto maggiore di esposizione alla lingua (raggiungibile con un approccio immersivo).
Entrambe le proposte di anticipazione risultano in una maggiore esposizione alla lingua, ma richiedono importanti investimenti e sacrifici in termini di risorse didattiche e di tempo. È compito della politica decidere se investimenti e sacrifici (p. es. il maggior numero di docenti e la necessità di formarli, la rinuncia ad altre materie ecc.) sono in proporzione con il prospettivo guadagno in termini di competenze linguistiche. Un tale guadagno non è tuttavia quantificabile a priori, ma andrebbe misurato in una sperimentazione.
Oltre all’intervento sui fattori del momento dell’inizio dell’insegnamento, sul fattore concomitante della modalità d’apprendimento prevalente e sul fattore della durata totale dell’insegnamento, sarebbe possibile intervenire a livello della motivazione delle allieve e degli allievi. Questo sarebbe pensabile anche come via aggiuntiva accanto all’insegnamento curriculare. Anche se un tale intervento potrebbe richiedere risorse supplementari, sarebbe più facilmente integrabile nelle strutture esistenti: p. es. con soggiorni che rendono possibili dei contatti con il territorio linguistico e con parlanti nativi. Tali attività, oltre ad agire sulla motivazione, permettono anche di aumentare il numero totale di ore di esposizione.
Una proposta già esistente a bassa soglia in termini di risorse e tempo, che permette di agire soprattutto a livello della motivazione, è stata elaborata dall’Osservatorio linguistico della Svizzera italiana, dalla Divisione Scuola del DECS e dal Dipartimento formazione e apprendimento della SUPSI: Mitenand. Si tratta di un mini-corso di due giornate e mezza di preparazione ludica e piacevole all’insegnamento curricolare del tedesco da proporre p. es. verso la fine della prima media con l’intento di predisporre le allieve e gli allievi a livello della motivazione e degli atteggiamenti verso il tedesco e di smontare eventuali ansie e stereotipi negativi. In questo corso propedeutico, il cui materiale è liberamente accessibile online, le allieve e gli allievi scoprono di conoscere già quasi mille parole di tedesco. Questa consapevolezza non solo favorisce un transfert positivo, ma facilita anche l’applicazione efficace di strategie di comprensione in situazioni comunicative autentiche. Entrambe le esperienze agiscono sulla percezione di autoefficacia degli allievi e delle allieve. Inoltre il tedesco è associato a un’esperienza positiva poiché il corso prevede una visita al museo dei Trasporti di Lucerna. Oltre ad essere un’esperienza piacevole, l’opportunità di un contatto con il territorio germanofono, primi scambi comunicativi faccia a faccia e la fruizione di testi aumenta la percezione dell’utilità e della pertinenza della lingua.
Il racconto di una ricerca interiore, anche attraverso l’incontro con personaggi come Erich Fromm, Karl Popper, Eugène Ionesco o il Dalai Lama, nel libro del giornalista...
Ricordando la grande cantante, musicista, attivista statunitense , scomparsa vent’anni fa