Elezioni, la cartina di tornasole Zurigo
Primo importante appuntamento elettorale in Svizzera con le elezioni cantonali di Basilea Campagna e Zurigo, un segnale di come si orienta l'elettorato a livello federale
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Primo importante appuntamento elettorale in Svizzera con le elezioni cantonali di Basilea Campagna e Zurigo, un segnale di come si orienta l'elettorato a livello federale
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Primo importante appuntamento elettorale in Svizzera con le elezioni cantonali di Basilea Campagna e Zurigo, un segnale di come si orienta l'elettorato a livello federale
La tornata elettorale di quest’anno, che culminerà ad ottobre con le Federali, inizia questo fine settimana a Zurigo e Basilea Campagna, che fungono da tradizionale cartina di tornasole delle tendenze dell’elettorato. Sotto gli occhi attenti di politologi ed esperti dei partiti nazionali sarà in particolare il risultato del Gran Consiglio del cantone più popoloso della Svizzera, che raramente ha sbagliato nel rilevare le tendenze elettorali generali della popolazione elvetica (il risultato del Consiglio di Stato, ad elezione maggioritaria come dappertutto in Svizzera ad eccezione del Ticino, dipende da numerose variabili e fa quindi storia a sé).
L’esempio fu proprio quattro anni fa: in Governo fu maggioranza di centrodestra (due UDC, un PLR e un PPD, oggi Centro, contro due PS e un Verde), mentre in Gran Consiglio si registrò l’avanzata massiccia di Verdi e Verdi liberali ai danni soprattutto dell’UDC, una tendenza questa che trovò poi conferma in autunno. Quest’anno i sondaggi sia federali che cantonali sono di segno opposto, e parlano di un riequilibrio verso destra, con a livello federale in particolare i Verdi in perdita di consensi a favore di PLR e Verdi liberali (PVL). Gli altri partiti registrano variazioni al di sotto del punto percentuale, per cui li si può considerare sostanzialmente stabili (tutti comunque sono nel margine di errore).
Leggermente diversa la situazione a Zurigo, dove a rischio in Parlamento vi è la cosiddetta “Alleanza climatica” (la maggioranza di 92 seggi su 180 di PS, Verdi, Verdi liberali, Lista alternativa e Partito evangelico), che nell’ultimo quadriennio è riuscita a portare avanti una politica ambientale piuttosto ambiziosa. I sondaggi predicono una sostanziale parità fra questa e il campo borghese, con gli schieramenti che raggiungerebbero entrambi il 50%. L’elezione potrebbe quindi venire decisa da un pugno di schede.
Sono in ogni caso previsti cali importanti sia per i Verdi che per il PS e anche per l’UDC, che col 24% otterrebbe il peggior risultato dal 1995, pur rimanendo tuttavia il partito di maggioranza relativa. Il PVL continuerebbe la sua ascesa, e buoni risultati dovrebbero ottenere anche il Centro e il PLR. Questo raccorcerebbe la distanza dal PS, senza però riuscire nell’obiettivo annunciato di scavalcare i socialisti al secondo posto.
In Consiglio di Stato da segnalare rispetto a quattro anni fa la separazione dal PS del capo del Dipartimento della sicurezza Mario Fehr, ora senza partito (un caso che ricorda alla lontana quanto successo in Ticino con Amalia Mirante). Malgrado ciò Fehr continua ad essere in base ai sondaggi il candidato che dovrebbe raccogliere il maggior numero di consensi, grazie anche all’appoggio dell’elettorato borghese.
Ciò potrebbe scompigliare le carte di una votazione all’apparenza scontata, visto che tutti e sette gli uscenti si ripresentano. Il PS in effetti intende riconquistare quel seggio che considera perso, e per farlo presenta oltre all’uscente Jacqueline Fehr la consigliera nazionale e municipale di Kloten Priska Seiler-Graf; nel mirino vi è la poltrona occupata dalla centrista Silvia Steiner, che per essere rieletta, disponendo il suo partito di una piccola base elettorale (i cattolici nel cantone sono minoranza, e per di più spesso guardano alle formazioni progressiste) deve sperare in un massiccio appoggio da parte degli altri partiti borghesi. I quali tuttavia, stante appunto la variabile Mario Fehr, potrebbero essere più preoccupati di conservare i loro che aiutare l’alleata di Governo.
Stando ai sondaggi parrebbe invece senza speranza il tentativo del PLR di recuperare il secondo seggio andato quattro anni fa ai Verdi, un tentativo che tuttavia potrebbe nuocere ancor di più al risultato della Steiner. Probabile comunque che l’elezione si decida al secondo turno.
Stesso discorso a Basilea Campagna. Per il Consiglio di Stato si ripresentano 4 uscenti su 5 (l’eccezione è l’UDC Thomas Weber), ma ben difficilmente muteranno gli equilibri, che vedono i 5 maggiori partiti svizzeri – UDC, PS, PLR, Centro e Verdi – rappresentati nell’Esecutivo, mentre i sondaggi per il Gran Consiglio (90 membri) non si discostano in modo significativo da quelli zurighesi e federali.
A marzo/aprile sono poi previste altre elezioni. Si comincia ad Appenzello esterno il 12, ma gli appuntamenti da tenere d’occhio sono altri. Sempre il 12 a San Gallo gli elettori saranno chiamati a decidere chi subentrerà in Consiglio degli Stati a Berna a Paul Rechsteiner (PS), che dopo quasi 40 anni passati sotto il cupolone di Palazzo federale (fu eletto al Nazionale nel 1986!) ha deciso di ritirarsi dalla politica. Unico dato certo, gli subentrerà una donna, visto che tutti i quattro candidati (una PS, una Verde, Una UDC e una PLR) appartengono al gentile sesso. Il secondo turno, dato per certo, è previsto il 30 aprile.
Donne che dovrebbero sfondare anche a Lucerna il 2 aprile, data in cui dovrebbe terminare l’egemonia maschile in Governo. I sondaggi danno infatti per certa l’elezione di una rappresentante del Centro e di una di sinistra. L’attenzione tuttavia nel cantone, oltre alla questione di genere, sarà focalizzata dalla successione del consigliere di Stato indipendente Marcel Schwerzmann, che non si ripresenta. Il suo seggio è quindi a disposizione di uno dei partiti storici, che stanno già affilando le armi.
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