Di Antonello Guerrera, La Repubblica
Chi è George Galloway, il controverso e incendiario protagonista di questa storia? E perché parleremo di quella che pare un’insignificante elezione suppletiva britannica, a Rochdale, poco fuori Manchester?
Le elezioni a Rochdale
Perché questo voto ha molto più peso e significato di quanto si creda. Perché è una veemente miscela di antisemitismo, povertà, multiculturalismo, la furia di molti musulmani britannici su Gaza. E poi c’è questo istrionico e provocatore guastafeste, populista scozzese e attivista radicale palestinese, George Galloway appunto. Che giovedì ha (stra)vinto clamorosamente le elezioni suppletive a Rochdale e sarà ancora una volta membro del glorioso Parlamento di Westminster, per la quarta volta con tre partiti e in tre città diverse, eguagliando il record di Winston Churchill.
Ma questo è anche un grosso problema per Keir Starmer, il leader del Labour Party sempre più in una strettoia tra il riavvicinamento alla comunità ebraica dopo i disastri di Corbyn e la comunità islamica, che storicamente ha votato in massa per i laburisti nel Regno Unito ma che ora è sempre più rabbiosa per il sostegno pressoché totale di Starmer a Israele.
La preoccupazione di Sunak
Ieri sera, persino il primo ministro britannico Rishi Sunak è dovuto intervenire. Con un discorso improvvisato e inquieto, davanti al numero 10 di Downing Street, Sunak ha attaccato gli “estremismi che vogliono distruggere la nostra democrazia”, citando quelli islamici e quelli di estrema destra, alla vigilia di una ennesima maxi manifestazione pro-Palestina oggi a Londra.
Ma il leader britannico se l’è presa anche con Galloway, citando direttamente la sua retorica esplosiva e divisiva: “La sua vittoria è più che allarmante”, ha dichiarato Sunak, visto che “stiamo parlando di un personaggio che ha sminuito gli orrori dell’attentato di Hamas in Israele del 7 ottobre scorso” e che ha “glorificato Hezbollah”, il “partito di Dio” estremista sciita in Libano. Oggi Galloway gli ha risposto per le rime, ricorrendo alla sua retorica deflagrante: “Gaza in questo momento è il centro morale del mondo. O si sta con le madri e i bambini uccisi, o con i loro assassini. Il primo ministro esita come un ladro nano (rimando al Macbeth, ndr), e Starmer è il suo complice”.
Chi è?
Galloway, 69 anni e 6 figli (l’ultimo nato nel 2020), da decenni fa abitualmente irruzione nella politica britannica con il suo sfrenato populismo e, oggi più che mai, con le sue campagne pro Palestina e anti-sioniste, cause che lui ha sposato da molto tempo. A Rochdale il suo furioso motto è stato proprio “per Gaza”, ha sfoggiato ovunque la bandiera palestinese e con il suo “Partito dei lavoratori” ha stravinto con il 40% dei voti, grazie all’uninominale secco, prendendo il seggio di Sir Tony Lloyd, deputato laburista morto due mesi per un tumore.
Rochdale, il cui 30% della popolazione è musulmana, è sempre stata una roccaforte del Labour. La vittoria di Galloway, che si autodefinisce “socialista” e che venne espulso dal partito laburista nel 2003 per le sue accese critiche alla guerra in Iraq, è una brutta notizia per Keir Starmer. Perché il leader Labour, sin dai suoi primi giorni a capo del partito, si è speso quotidianamente per riconquistare la comunità ebraica, che si sentiva minacciata dal predecessore Jeremy Corbyn e dalle accuse di antisemitismo.
Le posizioni su Gaza
Ora, però, la guerra a Gaza sta lacerando il Labour: le correnti di sinistra e apertamente pro-Palestina sono sempre più inquiete per la linea pro-Israele del leader. Non a caso, un mese fa, Starmer ha subito a Westminster la più grande ribellione nel suo partito con oltre 60 deputati ammutinati in un voto su Israele. Rochdale è solo l’ultimo capitolo di questa preoccupante tendenza. Il candidato locale laburista, Azhar Ali, è stato sconfessato all’ultimo da Starmer perché nel frattempo erano emerse sue vecchie dichiarazioni giudicate complottiste e antisemite sul 7 ottobre, nelle quali implicava un “inside job” degli israeliani.
Nella grigia e sempre più degradata Rochdale, dove l’anno scorso si è scoperto un gigantesco giro di violenze sessuali su ragazzine minorenni da parte di decine di uomini della comunità pachistana e dove a fine secolo scorso il deputato liberaldemocratico Cyril Smith abusò di centinaia di bambini, Galloway ha vinto anche perché il Labour praticamente non aveva più un candidato e i conservatori qui non vincono dagli anni Cinquanta. Ma il trionfo di questo spietato populista è un campanello di allarme per tutti, a cause delle spaccature nella società britannica provocate da una retorica devastante e feroce come la sua, soprattutto su un tema esplosivo come Gaza. Sunak, nel discorso di ieri sera, si riferiva anche a questo.
Posizioni filorusse
Perché Galloway, nato nella scozzese Dundee nel 1954, immancabile cappello fedora e occhiali da sole alla moda, sa come umiliare e distruggere i suoi avversari, che siano politici o giornalisti. Nel suo discorso dopo la vittoria, ha definito Sunak e Starmer “due natiche dello stesso sedere, e li abbiamo sculacciati per bene!”. In campagna elettorale ha terrorizzato la comunità ebraica con le sue dichiarazioni anti-sioniste. E quando Sky gli ha chiesto un commento proprio sulle parole di Sunak ieri sera, lui ha risposto: “Disprezzo il primo ministro. Io ho stravinto a Rochdale. Rispettate la democrazia”.
Nella sua discutibile carriera politica, Galloway ha lodato Saddam Hussein di cui era amico, ha partecipato a un Grande Fratello impersonando un gatto in tuta rossa, ha difeso Assad smentendo il suo uso di armi chimiche in Siria, ha fatto campagna per Hugo Chavez in Venezuela, ha messo in discussione l’avvelenamento al novichock della spia russa doppiogiochista Sergey Skripal e sua figlia Yulia a Salisbury, ha criticato la Nato per aver “provocato la guerra in Ucraina” e negli ultimi anni ha lavorato anche per canali della propaganda russa come Russia Today e Sputnik, tanto che a Mosca e nel resto del Paese è presto diventato una star. Dunque come ha fatto dunque a stravincere l’elezione di Rochdale? Forse perché, per quanto sia personalmente censurabile, Galloway è un sintomo di qualcosa di più grande e inquietante che sta avvenendo nel Regno Unito.
Nell’immagine: George Galloway