Stanislaw Jerzy Lec – Il totalitarismo raccontato in due righe
Parole, suoni, immagini da una terra tormentata
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Fra le radici profonde del conflitto anche l’Holodomor, milioni di ucraini uccisi da Stalin servendosi dell’arma della fame pianificata
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Consumiamo quotidianamente dosi massicce di un'informazione adrenalinica
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Negli ultimi 8 anni c’era un embargo europeo sulla vendita di armi alla Russia, aggirato con cinismo; addirittura l’Ucraina ha venduto armi a…Putin
• – Silvano Toppi
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• – Enrico Lombardi
Parole, suoni, immagini da una terra tormentata
Nato per una manciata d’anni nella Leopoli austro-ungarica nella quale erano cresciuti Bruno Schulz e Joseph Roth, alla cui generazione e al cui orizzonte anch’egli appartiene, Stanislaw Jerzy Lec (1909-1966) ha associato il suo nome a una vena satirica e irriverente di grande intelligenza formale, per giunta apparentemente inesauribile. Polacco per lingua ed ebreo per tradizione e cultura, rispetto ai ben più timorosi Schulz e Roth ebbe uno spirito assai più combattivo, una forza d’animo mista a ironia sagace che gli permise ad esempio, dopo alcuni tentativi infruttuosi, di sfuggire al lager nazista nel quale era stato rinchiuso vestendo i panni di un soldato tedesco, la cui lingua conosceva alla perfezione.
Dopo la guerra iniziò a incanalare le sue zampillanti energie creative, sino a quel punto tramutate per lo più in poesie ed epigrammi umoristici recitati in cabaret o pubblicati in riviste satiriche fondate assieme all’amico Leon Pasternak (1910-1969), in un nuovo format di aforismi brillanti di argomento politico e antropologico, poi raccolti in più serie di Pensieri spettinati. Il titolo stesso nasconde la duplice natura della sua creazione: la profonda razionalità del ragionamento (sostenuta da un’ottima conoscenza dei principali meccanismi linguistici) e al tempo stesso la libertà quasi anarchica, “spettinata” appunto, del suo stesso procedere per allusioni, metafore, accostamenti audaci. Sullo sfondo, la sua posizione di uomo di estrema sinistra mai catturato dalle sirene dell’ideologia comunista.
La tecnica dell’aforisma raggiunge con Lec uno dei vertici del genere e fu, non per nulla, un autore apprezzatissimo da palati fini come quello del lituano-polacco Czeslaw Milosz o del nostro Umberto Eco, che non temette di affermare che di fronte alla scelta tra lui e Karl Kraus, dovendo partire per la proverbiale isola deserta, avrebbe optato senza esitazioni per il primo. Le due raccolte principali di Pensieri spettinati, apparse dopo il 1957, toccano i principali temi del nostro vivere sulla terra, come il rapporto tra la massa e il potere, il contrasto tra verità e menzogna, la natura misteriosa della creazione artistica, la sessualità, la violenza, i limiti dell’ideologia, le contraddizioni della trascendenza.
Nel preparare la breve antologia che qui si propone, selezionata non solo per la qualità dei testi ma anche per la loro rappresentatività, non si è potuto dimenticare la tragedia ucraina attualmente in corso: la validità dei testi di Stanislaw Lec, se accostati alla cronaca drammatica di questi giorni, si mostra benissimo da sé, purtroppo, senza l’ausilio di ulteriori spiegazioni.
«Non bisogna mai cominciare l’industrializzazione del paese dall’automatizzazione della gente»
«Il cittadino cieco, sordomuto, è una benedizione per lo Stato»
«Preferisco i popoli che sono una somma di “io” ai membri dei popoli che sono una particella di “noi”»
«Essere libero in sogno è il primo gradino della libertà»
«La maggioranza della gente ha una visione del mondo definita. Dalla minoranza»
«I dittatori sostengono che i popoli si disgregano. Per questo li legano con il filo spinato»
«Sovente la piramide sociale è al tempo stesso una sfinge»
«Puoi uccidere un uomo con il martello e puoi uccidere un uomo con la falce. Figuriamoci con falce e martello»
«Chi rapisce la gente viene punito. E chi rapisce le masse?»
«Anche il pensiero va esercitato ogni giorno. Ma non collettivamente»
«Pretendono che la società gli faccia credito in base al Capitale»
«Quando vogliamo dispiegare le bandiere, bisogna andare controvento»
«Resto fedele alla fede dei miei padri. Credo nell’uomo»
«Un tempo gli uomini saranno fra di loro fratelli e ricominceranno da Caino e Abele»
«Abbiamo svuotato la terra delle sue ricchezze, e la farciamo di defunti»
«Ci sono stati anni in cui la storia ha dato un raccolto abbondante – cesti pieni di teste»
«Ho perso la fede nella parola, me l’ha restituita la censura»
«Per il vecchio Rockefeller veniva stampato un giornale speciale, pieno di notizie inventate. In altri paesi possono permettersi di pubblicare giornali simili non solo per i miliardari, ma per tutta la popolazione»
«Quando la menzogna ottiene diritto di cittadinanza, non per questo diventa verità»
«Promise il sovrano: “Muterò la realtà in fiaba”. Lo fece. Non c’era più nulla di vero»
«Tiro per i capelli questi pensieri spettinati»
«C’è chi nasce per dire qualcosa, e chi per impedirglielo»
«Il poeta è la spia della fantasia nel paese della realtà»
«Il mio pastorale è il punto interrogativo»
«A volte mi sembra che il Creatore sia affascinato dal sistema monarchico inglese: Dio regna, ma non governa»
«Dio non è un angelo»
«Per garantirgli il martirio, Dio diede a suo figlio la sembianza di un ebreo»
Consigli di lettura
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