Sanzioni, ipocrisia, imbecillità
Negli ultimi 8 anni c’era un embargo europeo sulla vendita di armi alla Russia, aggirato con cinismo; addirittura l’Ucraina ha venduto armi a…Putin
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Negli ultimi 8 anni c’era un embargo europeo sulla vendita di armi alla Russia, aggirato con cinismo; addirittura l’Ucraina ha venduto armi a…Putin
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• – Redazione
Negli ultimi 8 anni c’era un embargo europeo sulla vendita di armi alla Russia, aggirato con cinismo; addirittura l’Ucraina ha venduto armi a…Putin
Nel luglio del 2014 un embargo dell’Unione europea, su istigazione statunitense, vieta in modo assoluto la vendita di armi a destinazione della Russia. Il motivo (siamo sempre lì) vuol essere punitivo: l’annessione della Crimea da parte della Russia putiniana e la creazione delle due repubbliche separatiste del Donbass sei mesi prima (e siamo ancora lì) giustificano una sanzione che lasci il segno. Ci si crede. Il commercio d’armi è però continuato nei cinque anni successivi. Non ci si credeva più. Gli Stati hanno infatti via via concesso autorizzazioni all’esportazione di armi verso la Russia. Secondo le indagini fatte e i calcoli precisi sui documenti del COARM (il gruppo di lavoro del Consiglio europeo incaricato delle esportazioni di armi convenzionali; ogni anno i 27 paesi dell’Ue devono comunicargli i dati), dieci Stati (Francia, Germania, Italia, Austria, Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Finlandia, Slovacchia e Spagna) hanno bellamente concesso più di mille licenze di esportazione di armi alla Russia di Putin per un valore poco lontano dal mezzo miliardo di euro. Gli affari sono affari, soprattutto nella vendita delle armi, la quale permette ad ognuno di…armarsi meglio (come ci si giustifica anche in Svizzera); ed è uno dei paradossi più cretini degli umanoidi bellicosi: vendere armi agli altri per meglio difendersi. Ed è forse lì il male maggiore dell’umanità, come si sgola invano papa Francesco.
Che cosa hanno esportato gli Stati europei? Bombe, razzi anticarro, siluri, missili, cariche per esplosivi. Tutte armi direttamente letali (usate ora… contro gli ucraini), ma anche apparecchiature termiche per attrezzare oltre mille carri-armati russi, sistemi di navigazione e detettori infrarossi per aerei ed elicotteri da combattimento, quelli che mitragliano Kiev.
Come è potuto avvenire, nonostante l’embargo e le sanzioni? L’ipocrisia si insinua qui: o con i soliti abili distinguo o con il ricorso giuridico del “fuori tempo” dei contratti. I distinguo ponendo ad esempio le armi sotto il capitolo “doppio uso” (militare e civile) che non violerebbe quindi l’embargo o le sanzioni (come avviene per i nostri aerei Pilatus). La Germania ha esportato, ad esempio, veicoli “con protezione speciale” (ma sarà solo difensiva o anche offensiva?). L’Italia veicoli terrestri (i modelli Iveco-Lince [nell’immagine], russi, che come ha documentato La7, si sono visti nella guerra ucraina già a inizio marzo come supporti essenziali all’invasione). Ma l’Italia ha venduto anche armi e munizioni, come fucili, pistole e accessori (per 22 milioni di euro secondo i dati Istat) con una semplice astuzia: le armi sono state vendute per il mercato civile russo, che include anche le forze di sicurezza, paramilitari o forze statali speciali.
I trucchi giuridici, poi. Riguardano soprattutto bombe, missili ecc. esportate negli ultimi cinque anni nonostante l’embargo; essi sarebbero dovuti “a un flusso residuo derivante da contratti precedenti e che si è via via estinto” (è la spiegazione ufficiale).
L’Europa non è comunque la sola a vivere in queste contraddizioni che portano ad una tragica totale assurdità: armare la Russia per poi decidere di… armare l’Ucraina. E così prospera l’industria dell’armamento.
I dati del SIPRI, Istituto di ricerca per le questioni dell’armamento, rivelano infatti un dato ancora più mostruosamente assurdo: su scala mondiale, negli ultimi otto anni (embargo), la Russia è il secondo paese di destinazione di armi ucraine. Come mai? Ucraina per sfuggire all’embargo? Se è così, come dicono le cifre, è certamente il colmo dell’imbecillità umana, anche se l’Ucraina la si è usata solo come passaggio, anche se lucroso, per venditori di armi.
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