Tra il senso del comico ed essere ridicoli
Un evento musicale che celebra chi non canta ma presenta e organizza: è il rito che innalza ad eroe la tinca
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Un evento musicale che celebra chi non canta ma presenta e organizza: è il rito che innalza ad eroe la tinca
• – Redazione
Nel Festival vinto da Angelina Mango le canzoni hanno un posto sempre più marginale e cedono il passo, ad un brusìo indistinto, in cui si perdono anche rari momenti ed artisti di qualità. Alla fine, poi, chissà come, può anche affermarsi chi se lo merita
• – Gianluca Verga
La questione centrale sollevata dalla protesta degli agricoltori europei
• – Redazione
All’atto finale della Coppa d’Africa, le riflessioni su benefici e storture dell’evoluzione del calcio nel continente
• – Enrico Lombardi
Viaggio ad Ivrea, fra ricordi e nostalgia di quel che fu la sua storia e la sua vita fiorita attorno alla più innovativa e visionaria azienda italiana, la Olivetti, che rimane un esempio di straordinaria e lungimirante imprenditorialità sociale, un’occasione perduta per miopia politica ed economica
• – Paolo Di Stefano
Lo schiavismo ha segnato l’attività di non pochi coloni svizzeri d’oltreoceano nell’Ottocento, anche quando la pratica della schiavitù era stata sanzionata e abolita da Francia e Regno Unito. Dal Brasile un esempio concreto illustrato in un reportage di RTS - Di Giorgio Tognola
• – Redazione
Se è vero che le religioni non sono eterne, e se è vero che in Svizzera i credenti sono sempre meno, resta lecito confutare la tesi, semplicistica, che oggi prevalgano atei o agnostici, prendendo atto, piuttosto, dell’affermazione di una nuova forma di religione: quella dettata dal capitalismo
• – Silvano Toppi
Sei ulteriori ragioni per smentire categoricamente le tesi infondate degli avversari della 13esima AVS - Di Graziano Pestoni
• – Redazione
L’esistenza di una nazione indipendente non sarà mai accettata dal presidente russo, lasciando aperta la porta di altre aggressioni militari
• – Yurii Colombo
Dal college di New York all’espulsione da Fox fino alle interviste con Trump e Putin
• – Redazione
Un evento musicale che celebra chi non canta ma presenta e organizza: è il rito che innalza ad eroe la tinca
Sembra quasi che sia maleducazione dichiararsi indifferenti a Sanremo (e non sto parlando della città), come se esistesse l’obbligo nazionale alle tamarrate degli show di musica leggera di questo paese. Il fatto che gente che nella normalità direbbe “non me frega un c….”, poi in questi giorni teme di venire criticata se si dichiara indifferente, dice che esiste una sorta di patto di adesione.
L’impressione che mi dà questo sentimento sociale, secondo il quale in certe occasioni è bene che non si parli di politica, ma è d’obbligo che si parli di giochi musicali, è la stessa che provo ai saggi delle scuole. Sono pochi i genitori che tollerano lo sfondamento di balle dei saggi delle scuole, interminabili, male imbastiti, spesso pretenziosi; ma il patto sociale è che per il bene di tutti i bambini, è meglio che ogni genitore dimostri nei confronti degli altri lo stesso entusiasmo che dimostra verso il proprio pargolo.
Qui è tutto tenuto a fatica in piedi da una competenza professionale che si può definire eroica e che ricorda la sala macchine del Titanic. Giorgio Faletti ha detto una volta che a Sanremo il protagonista è la tinca. Un attore di teatro che interpreta il ruolo di un personaggio che non è affatto importante ma che è sempre in scena, viene definito “tinca”. Quando il conduttore è più importante dei protagonisti, significa che il contenuto è indifferente.
Sanremo è mediamente inoffensivo, talmente attento ad essere banalmente equidistante, che basta una scoreggia perché il giorno dopo tutti ne parlino.
Lo sconforto e la meraviglia quando finalmente la cosiddetta massa percepisce, almeno per un minuto, che la televisione è solo una scatola per vendere merci, ci racconta di quanto sia rimasta sconosciuta la funzione ultima di questo mezzo che si avvia a una dignitosa scomparsa-trasformazione e che si tenta di tenere in piedi attraverso esborsi smisurati di denaro.
Alla fine, che al club Tenco abbiano litigato e che Sanremo sia così in auge, è il segno di una sconfitta culturale che non si può ignorare. Come diceva Gaber, un conto è percepire che il mondo è una cosa poco seria, un conto è muoversi a proprio agio dentro questa cosa. È la stessa differenza che passa tra l’avere il senso del comico ed essere ridicoli.
Nell’immagine: il direttore artistico e conduttore Amadeus sul palco sanremese con la moglie ed il figlio
Giuseppe Panebarco accusa polmonite
Legami e analogie vengono evidenziate nella nuova edizione di “L’emigrazione ticinese in Australia”, di Giorgio Cheda. 47 anni dopo quella originale, l’autore scrive una nuova...