Un Piano B al Casinò
Tutto è pronto a Lugano per il “Forum internazionale sulle criptovalute”, con un ricco programma di incontri e attività, anche di gioco d’azzardo
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Tutto è pronto a Lugano per il “Forum internazionale sulle criptovalute”, con un ricco programma di incontri e attività, anche di gioco d’azzardo
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Tutto è pronto a Lugano per il “Forum internazionale sulle criptovalute”, con un ricco programma di incontri e attività, anche di gioco d’azzardo
Non è certo un mistero per nessuno che, di fronte all’attuale situazione politica ed economica internazionale, con le conseguenti stangate che ci attendono su costi di beni di prima necessità, s’impone quasi per tutti un personale, magari doloroso piano B, per rivedere, necessariamente al ribasso, il proprio tenore di vita, per far quadrare i conti del bilancio della propria economia domestica o della propria piccola o media impresa.
All’orizzonte si profilano tempi gramissimi, che già sono stati annunciati dai pesanti aumenti dei premi delle casse malati, dall’impennata dei costi dell’energia elettrica, di derrate alimentari e via discorrendo, a causa della guerra in Ucraina e delle sanzioni che l’Europa (Svizzera compresa) continua (finché dura) ad infliggere alla Russia dello zar autocrate e dei suoi fedeli generali ed oligarchi.
Il “caro bollette” (non poi sempre totalmente giustificato dalla guerra, anzi, non di rado alimentato anche da pure speculazioni) ci dovrebbe indurre a ritenere che, appunto, “piano B” sia un modo per aiutarci a pagarle, queste benedette bollette, senza che poi magari ci tocchi non solo assumerci i maggiori costi relativi ai nostri privati consumi, ma contribuire anche ad aiutare, fiscalmente, le imprese che si rivolgeranno allo Stato per ottenere un aiuto sostanzioso in nome, naturalmente, del salvataggio dei posti di lavoro, magari il nostro.
Eh sì, abbiamo tutti estremamente bisogno di un piano B, anche perché il Cantone, nel contesto della pur sempre ricca Svizzera, accusa, da molti punti di vista, gravi deficit di competitività economica, che stanno gettando socialmente il paese in situazioni più che allarmanti. Non passa giorno che non ci si debba confrontare con situazioni di fortissimo disagio sociale, che si manifesta, ad esempio, nel recente rapporto sui casi di “bullismo infermieristico” presso l’EOC, in un ambito in cui si prevede già un drammatico futuro fatto di migliaia di disperati abbandoni della professione senza che vi sia un doveroso rinnovo di forze qualificate.
E che dire della situazione all’Ufficio del sostegno sociale e dell’inserimento, dove fra accuse di mobbing e bossing (da accertare, naturalmente) si moltiplicano i casi di malattia e di burnout fra i collaboratori (una settantina, per oltre 7000 dossier all’anno, in costante aumento)?
Fermiamoci qui, per non voler fare a tutti i costi i disfattisti apocalittici, che tanto, in questo orizzonte che pare tanto fosco, a Lugano c’è un piano B, anzi un “Plan B” (da leggere all’inglese), che ci indirizza tutti allegramente verso una soluzione positiva di questo momento di crisi: le criptovalute, i Bitcoin.
Presentato come una concreta possibilità di virare sull’uso di una moneta virtuale (ma bella ancorata all’inossidabile dollaro), che nella fattispecie si chiama “Tether”, il piano B (come Bitcoin) di Lugano avrà da domani il suo primo fastoso e festoso “Forum” con innumerevoli ed autorevoli invitati da tutto il mondo, chiamati a spiegarci di cosa si tratti in un paio di esempi facili facili: si tratta, anzitutto, di indurre i luganesi a capire che in questo modo si attirano nuovi contribuenti facoltosi, ma anche di offrire al semplice cittadino la possibilità di prendersi un caffè in centro senza aver più bisogno nemmeno della carta di credito: la parola magica è Bit (Tether o LVGA, poco importa).
Sì, perché solo nel primo semestre del 2022 (in questo annus orribilis di guerra e di sacrifici annunciati) a Lugano i milionari sono aumentati dell’8% e per poco non si riusciva a catturare anche un miliardario nordico in cerca di appartata dimora e permesso B (come Bitcoin?): è andata male, anzi, è andata bene a Collina d’Oro, dove il paperone norvegese ha già trovato domicilio.
Come ha recentemente ribadito il sindaco di Lugano, questi contribuenti (ovviamente provvidenziali per le finanze di Comune e Cantone) hanno una forte disponibilità anche in criptovalute, e dunque perché impedirgli di poterle benignamente dispensare nello “Swiss Luxury District” di Via Nassa (dove resta stabile anche la clientela russa, grazie al cielo!).
Insomma, 5000 super-ricchi (che tendenzialmente diventeranno di più grazie all’attrattività di una città, un territorio, dove vigono discrezione e sicurezza) ci permettono se non altro di essere ottimisti: dai loro munifici contributi fiscali scenderà, sgocciolante, tutta una serie di benefici per quelli che in casa (o in banca) non hanno né bitcoin né, men che meno, milioni. Ma come non essere “Tethernamente” grati a questi paperoni, che permettono, chessò, di tenere basso il moltiplicatore e addirittura, udite udite, far corrispondere un caro vita del 3% agli impiegati comunali. Che poi il carovita effettivo che ci aspetta sia intorno all’8-10% è un trascurabile dettaglio. Per i milionari un momentaneo fastidio, basta investire (in Big Pharma, per dire).
In questo fine settimana il “Forum”, che si annuncia con roboanti slogan che inneggiano alla libertà (di fare dei soldi quello che si vuole, senza che qualcuno ci metta il naso, possibilmente), vedrà dunque succedersi sul palco (o meglio il main stage del Palacongressi) innumerevoli guru della tecnologia blockchain, a spiegare (o vendere?) le virtù indiscutibili di un sistema di economia “virtuale” con cui, sia ben chiaro, sarà pure opportuno confrontarsi per capire di che si tratti, magari anche per cogliervi qualche reale prospettiva, chissà.
Sarebbe sciocco mostrarsi solo ed inossidabilmente prevenuti, ancorati all’idea che quel che si guadagna è frutto di un lavoro, di un’attività, di un’opera cui convenzionalmente è dato un valore. Con l’avvento di un regime economico che ha nella finanza il suo principale motore, non è più questione di lavorare in senso stretto (antico), ma di saper investire; si tratta di abbandonare la comfort zone della logica del “posto di lavoro” per accettare la sfida di rischiare, leggere il mercato, tuffarvicisi con ottimismo. Se poi va male, (perché, non dimentichiamolo, può anche andar male), ci penseranno quelli a cui è andata bene a sgocciolare qualche franco per l’ufficio del sostegno sociale.
Non a caso, il programma del “Forum” (che a chi vuole seguirlo tutto dal vivo – Dj Gabri Ponte compreso – costa 699 franchi non virtuali) prevede di chiudere in bellezza e spensieratezza invitando ad andare al Casinò, a giocarsi i bitcoin, anche sul tardi, non c’è problema, basta rimanere positivi, ottimisti e star svegli. Perché la roulette non russa.
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