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Redazione
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Idroelettrico ticinese? Cippilimerli!
• 25 Ottobre 2022 – Redazione

Ad inizio 2023 arriverà la botta sui prezzi dell’energia elettricità, in particolare da SES, AIL e AEM, frutto, si dice, della crisi energetica europea.

Eppure in Ticino si produce più di quanto si consuma con impianti idroelettrici a costo di 5- 6 cts kWh, ma pagheremo 12 e più cts/kWh (più utilizzo rete e tasse varie). Una situazione che il da poco pensionato direttore SES Lotti escludeva in toto, come possiamo leggere nel Rendiconto SES 2021 pubblicato lo scorso mese di maggio con la guerra in Ucraina già in corso da mesi. Lotti scriveva: “Per i cosiddetti clienti vincolati, la situazione sul fronte dei prezzi per il 2022 e anche per il 2023 è stabile e tranquilla, poiché la nostra azienda si è già approvvigionata prima che i prezzi subissero l’incremento che ho citato prima.”

A parte l’inutile riferimento ai prezzi per il 2022 che per i clienti vincolati vengono stabiliti una volta all’anno, quindi non possono variare nel corso dell’anno, il Direttore SES annuncia per il 2023 prezzi stabili e tranquilli che, a fronte di quanto annunciato a fine agosto (+45%), solo tre mesi dopo, è dimostrazione di grande imperizia o di non conoscenza su come la SES si è approvvigionata.

Chiaramente la SES ha giocato al monopoli dell’energia, come quasi tutte le aziende elettriche fanno da quando, nel 2009, è in vigore la semi-liberalizzazione, pur regolata dalla Legge sull’Approvvigionamento Elettrico che tra l’altro impone alle aziende di distribuzione quanto segue:

Art. 6 Obbligo di fornitura e impostazione tariffale per i consumatori fissi finali

1 I gestori delle reti di distribuzione prendono i provvedimenti necessari affinché, nel loro comprensorio, possano fornire in ogni momento ai consumatori fissi finali e ai consumatori finali che rinunciano all’accesso alla rete la quantità desiderata di energia elettrica, della qualità necessaria e a tariffe adeguate.

Quindi La SES non ha rispettato minimamente quanto richiesto dal Legislatore a tutela dei consumatori vincolati (fissi finali), a meno che per SES “tariffe adeguate” voglia dire vendere a 12 cts/kWh quello che in Ticino si produce da sempre a 5-6 cts/kWh.

Da notare che se da una parte SES gioca al monopoli sul libero mercato, con i danni che tutti pagheremo l’anno prossimo, la SES stessa ha continuato ad approfittare a piene mani del monopolio della rete di distribuzione che, pur piuttosto fatiscente e da qualche anno in cure intense per 40 mio/anno, genera importanti utili chiaramente a carico dei consumatori. La SES grazie alla rete tra le più costose del Paese distribuisce dividenti e altri benfit oltre che aver accumulato importanti riserve da utili pari a 230 mio. Una situazione grottesca che i proprietari della SES, i 40 Comuni del comprensorio, tollerano da troppo tempo.

Che la liberalizzazione abbia inibito il senso civico e la considerazione del Territorio lo abbiamo visto quando, assieme ad altre aziende di distribuzione ticinesi, si sono buttate sull’energia da carbone low cost germanico, voltando le spalle all’idroelettrico ticinese dell’AET, obbligando l’Azienda Cantonale a vendere sottocosto chiudendo i conti in passivo per diversi anni. La convenzione che ricondusse SES ad acquistare energia pulita ticinese da AET, il famoso TIAcqua, che starebbe per idroelettrico ticinese, l’ha comunque riaddebitato ai consumatori con un supplemento dapprima di 1 poi di 0.5 e adesso di 0.6 cts/kWh.  

Eppure adesso veniamo a sapere che per anni abbiamo acquistato energia che pensavamo fosse idroelettrico ticinese, ma che di fatto lo era solo in parte, il resto (50% ?) la SES lo acquistava come prima sul mercato a termine, senza evidentemente informare gli ignari consumatori. Una brutta fregatura che adesso tutti pagheremo una seconda volta a caro prezzo con l’aumento del prezzo dell’energia del 45% nel 2023.

Per i clienti vincolati la semi-liberalizzazione non ha mai portato alcun beneficio: le tariffe non sono mai scese neanche quando si acquistava carbone tedesco, acquisti low cost che oltre a mettere in difficoltà AET aveva portato nel 2017 OFIMA OFIBLE a tagliare 40 posti di lavoro. Situazione che aveva messo in difficoltà anche Alpiq che in crisi di liquidità, nel 2014 ha venduto SES ai Comuni, e ceduto l’impianto del Lucendro all’AET, volendo perfino vendere nel 2015 una partecipazione multimiliardaria del 49% degli impianti idroelettrici. Alpiq, che come le varie consorelle svizzere, aveva investito su centrali a gas e carbone in vari paesi Europei. Intanto, per rimanere sul tavolo del monopoli dell’energia, tra il 2009 e il 2018 le tre grandi, Alpiq Axpo e Bkw, hanno perso 15 miliardi.

Purtroppo il passaggio di SES ai Comuni non ha modificato di una virgola la politica aziendale, dal mega stipendio del direttore e Consiglio di Amministrazione fino ai dividendi e altri benefit; emblematico è il dividendo extra contro il quale ero intervenuto all’assemblea degli azionisti di giugno. Ricordo che la giustificazione fu che nel 2021, a causa dell’inverno freddo, si era consumata più elettricità per riscaldare le abitazioni, e la SES si ritrovò un utile di 21 mio, ma invece di abbassare le tariffe SES preferì riversare il dividendo extra e oltretutto pagare 5 mio di imposte in buona parte sull’utile!

Comunque in tutti questi anni di semi-liberalizzazione e periodi di energia low cost, i consumatori vincolati sono rimasti all’asciutto, le tariffe non sono mai diminuite, anzi siamo ormai al top nazionale; ad approfittarne sono stati i non vincolati che hanno beneficiato di tariffe troppo basse, probabilmente in parte pagate dai vincolati. Oltre Gottardo ci fu una segnalazione in questo senso da parte di Mister Prezzi.

Con il nuovo pesante danno che subiremo dal 2023 la Società Elettrica Sopracenerina in mani pubbliche dal 2014 si conferma una grande delusione, tutt’altro che “La SES è Tua”, come si vendeva solo due anni fa nell’ennesima inutile campagna pubblicitaria, sempre a nostre spese. È chiaro che i Comuni o i cittadini dei comuni proprietari debbano finalmente prendere in mano la situazione e voltare radicalmente pagina; la distribuzione dell’energia elettrica è troppo importante, sia per i consumatori per i quali l’elettricità rappresenta un bene di prima necessità, sia per il ruolo fondamentale di spina dorsale per la transizione energetica che la rete elettrica dovrà assumere.  






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