Profitti privati, debiti pubblici
Gli industriali con il cappello in mano, e Parmelin sembra pronto a far pagare ai cittadini le loro bollette
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Gli industriali con il cappello in mano, e Parmelin sembra pronto a far pagare ai cittadini le loro bollette
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Gli industriali con il cappello in mano, e Parmelin sembra pronto a far pagare ai cittadini le loro bollette
A differenza di quanto predicano i pifferai del libero mercato, la liberalizzazione dell’energia elettrica non offre sempre e solo opportunità di fare affari. In Svizzera, chi consuma più di 100 mila Kilowattore può approvvigionarsi sul mercato libero.
Con l’attuale crisi questi superconsumatori energivori hanno preso una legnata. Fabio Regazzi, consigliere nazionale, presidente dell’Unione svizzera delle arti e dei mestieri (Usam), afferma che la bolletta della sua fabbrica di tapparelle è esplosa, da 60 mila a 1 milione di franchi annui.
Chiedono allo Stato di intervenire a loro favore. È sempre la solita solfa, ma i cittadini non la capiscono e continuano a sostenere lor signori.
Anche questa volta Regazzi e colleghi dell’Usam vanno con il cappello in mano al capezzale di Guy Parmelin, ministro dell’economia, a elemosinare aiuti con una proposta senza ritegno. Chiedono di poter tornare all’approvvigionamento di base, al regime del servizio universale, ad acquistare l’energia, come tutte le economie domestiche, dalle aziende municipalizzate. Queste offrono prezzi più contenuti, anche se, per il prossimo anno, si annunciano aumenti del 30/40%.
Ma se gli energivori si fornissero come le economie domestiche (in Ticino, per esempio: SES, AIL, AEM, AMB) le aziende elettriche dovrebbero poi acquistare molta più energia, a prezzi altissimi, e finirebbero per far ricadere sui consumatori privati questi costi elevati.
Parmelin pare ci stia pensando, rivela il Tages Anzeiger. I funzionari dell’Ufficio federale dell’energia sono scettici. Perfino Economiesuisse (organizzazione mantello che rappresenta 100 mila imprese) e Swissmem (associazione industrie meccaniche) affermano che una simile misura non la capirebbe nessuno e si finirebbe per avere i privati irritati con i grandi consumatori di elettricità.
Per fortuna la controversa proposta dovrebbe passare per una modifica di legge. È quindi probabile che Regazzi e co. non riescano nel loro intento di farsi pagare le bollette da tutti i consumatori.
Senza aiuti meno posti di lavoro, afferma il nostro, quindi: licenziamenti. Solita solfa anche qui, ma molto amara, per i lavoratori penalizzati da imprenditori senza ritegno che scaricano le perdite allo Stato e intascano i profitti.
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