Yurii Colombo – Per tutto il mondo il mandante è Putin ma in Russia nessuno lo può dire
La morte del capo della Wagner sull'aereo abbattuto ieri sulla rotta Mosca-San Pietroburgo; spunta anche l'ipotesi di una bomba a bordo
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La morte del capo della Wagner sull'aereo abbattuto ieri sulla rotta Mosca-San Pietroburgo; spunta anche l'ipotesi di una bomba a bordo
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La morte del capo della Wagner sull'aereo abbattuto ieri sulla rotta Mosca-San Pietroburgo; spunta anche l'ipotesi di una bomba a bordo
Buongiorno a Yurii Colombo, il nostro corrispondente da Mosca collegato appunto dalla capitale russa per parlare di quanto è avvenuto ieri. Quindi la morte di Prigozhin sul suo aereo, insieme ad altre nove persone, è evidentemente il soggetto della nostra conversazione questa mattina. Naturalmente la stampa internazionale dedica grandi titoli a questo evento. Ma cominciamo col chiedere a Yurii quali sono le notizie ufficiali. C’è l’annuncio ufficiale di quanto è avvenuto?
Mah, di fatto sì. Rosavia ha distribuito la lista delle persone che erano a bordo e tra queste persone c’erano Evgeny Prigozhin, Dmitry Utkin (il comandante militare della Wagner), gli uomini della scorta di Prigozhin e tre uomini dell’equipaggio. Per cui, da questo punto di vista, sorgono pochi dubbi. Dopo di che stanno continuando a sorgere tutte queste voci fatte circolare persino dalla BBC per cui Prigozhin e Utkin in realtà avrebbero delle doppie persone, delle controfigure che avrebbero potuto essere su questo aereo, però chiaramente qua entriamo nei romanzi di le Carré. Diciamo che tutto è possibile però noi per adesso stiamo sul possibile. Certo quello che resta indubbio è che ieri sera Rosavia diceva che c’è stata un’esplosione interna, nell’aereo; invece questa mattina tutte le fonti russe sono tornate sull’ipotesi del missile della contraerea russa, un’ipotesi basata anche sulle reazioni della popolazione nella zona di Tver che ha sentito delle esplosioni salire verso l’alto. Questo è un elemento che nel quadro di una precisa comprensione di ciò che è avvenuto e delle indagini dovrà essere ancora chiarito fino in fondo. Resta chiaro che la morte di Prigozhin e dei suoi collaboratori è un dato ormai assodato anche perché la magistratura russa ha aperto un’inchiesta penale.
Nel tentativo di capire quello che è successo ricordiamo che la stampa internazionale abbastanza unanimemente segnala che questa può essere, come dire, la vendetta di un mandante di nome Vladimir Putin per la ribellione di quello che era stato un suo sodale da tanti anni e che poi si è, appunto, ribellato in giugno con la famosa marcia su Mosca; un’azione, lo ricordiamo, che si era presto interrotta e trasformata in marcia di protesta e che sembrava Putin avesse in qualche modo accettato. In realtà nessuno pensava che Putin potesse perdonare ciò che lui stesso aveva definito “una pugnalata alle spalle” da parte di Prigozhin.
Sì, ho letto anch’io quello che circola sulla stampa internazionale. Naturalmente la stampa russa è molto più abbottonata. Però alcuni canali Telegram strettamente legati a Prigozhin hanno iniziato a battere i tamburi di guerra. Hanno identificato, come dire, i più alti vertici dello Stato come i mandanti e gli organizzatori; dicono che forse all’interno del potere russo non si è capito qual è il morale, qual è lo stato d’animo dell’esercito, e su questo nel futuro ci saranno delle ripercussioni molto forti. Quanto questo rappresenti il polso della situazione nell’esercito è tutto da vedere. Però noi abbiamo una situazione per cui decine di migliaia di uomini legati a Prigozhin sono di stanza in Bielorussia, e ricordiamo che Lukashenko di persona aveva garantito la sicurezza di Prigozhin e dei suoi uomini, e in qualche modo ne dovrà rispondere, diciamo almeno dal punto di vista politico. E dall’altra parte c’è sicuramente una presenza degli uomini di Prigozhin in Africa. Noi abbiamo visto che quando c’è stata la conferenza a San Pietroburgo dei Paesi africani Prigozhin era presente – era dietro le quinte, è vero, ma era presente – e ha avuto degli incontri. È uomo considerato e valutato in molti Governi africani, per cui diciamo che se… noi non possiamo da Mosca sbilanciarci su chi possano essere i mandanti, ma dal punto di vista politico le cose sono abbastanza chiare: questa situazione apre un nuovo capitolo dello scontro all’interno dell’élite.
Rimaniamo ancora un attimo su quanto ci stavamo dicendo. Il mandante, e quindi il tema dell’eventuale vendetta di Putin. In realtà il perdono di Putin era stata una sorta di amnistia ma nessuno credeva davvero che al Cremlino si potesse chiudere la vicenda come se nulla fosse. Quindi in questa chiave cosa puoi dirci?
Posso dire che adesso alcuni osservatori, chiamiamoli così, filo putiniani, stanno iniziando da stamattina a tirare fuori una versione che abbiamo già sentito in occasione dell’avvelenamento in Gran Bretagna dell’ex agente dell’FSB. Poi nel caso dell’avvelenamento di Navalny. “Ma perché Putin in questo momento avrebbe dovuto compiere un’azione del genere?” Perché ricordiamoci che nel primo caso l’avvelenamento dell’ex agente FSB fuori Londra era avvenuto poche settimane prima dell’inizio dei Mondiali di calcio in Russia, che rappresentavano un’importante vetrina per il paese. E nel secondo caso, proprio durante le proteste in Bielorussia contro Lukashenko era avvenuto l’ avvelenamento di Navalny. Per cui si punta a dire: adesso che c’è questa riunione dei BRICS che dovrebbe lanciare un’importante alternativa geopolitica, perché Putin avrebbe dovuto, come dire, tirarsi la zappa sui piedi? Cosa possiamo dire da questo punto di vista? Possiamo dire che in realtà – e potremmo tornare indietro alla storia sovietica – sembra che i servizi segreti abbiano poco interesse a seguire, come dire, l’agenda politica generale e agiscano diciamo secondo quello che Mario Tronti, appena deceduto, avrebbe chiamato nel suo caso l’autonomia del politico, e qui l’autonomia dei servizi. I servizi agiscono quando devono agire, non quando ne esistono le condizioni politiche. Ecco, io direi che una possibile replica a questo tipo di approccio potrebbe essere questa.
Dopodiché staremo a vedere, perché risulta il modo in cui si è mosso Prigozhin appare per prima cosa piuttosto ingenuo. Può darsi che avesse dei dossier, dei materiali che comunque erano in sua mano e che potevano rappresentare un elemento di di ricatto. Se questo materiale c’era, lo vedremo nelle prossime settimane o nei prossimi mesi o nei prossimi giorni. Cosa sta succedendo all’interno dell’esercito? Perché il giorno prima il famoso generale Serghei Surovikin è stato ufficialmente dimesso, dopo che per settimane il New York Times si era messo a parlare di questo dimissionamento? È stato il capo per mesi delle azioni militari sul fronte ucraino e del Donbas, però sembra, circolano delle voci, che avesse sostenuto in qualche misura Prigozhin. anche se ufficialmente aveva detto di fermare tutto. Però sotto sotto era stato accusato di aver… beh, si vedrà. La situazione è molto intricata. Bisogna capire cosa sta succedendo all’interno e quali sono gli umori soprattutto all’interno dell’esercito e della guardia. Sono tutte cose che naturalmente neanche il più profondo cremlinologo può sapere.
E cosa succede invece all’interno di Wagner?
All’interno di Wagner naturalmente è stata tagliata la testa. Anche qui, si può ravvisare un elemento di “ingenuità”: come si è deciso di far salire tutti gli uomini fondamentali sullo stesso aereo? Pare il segno di una scarsa attenzione alle precauzioni. Da un certo punto di vista Prigozhin era il cuore politico, un cuore politico che conosce bene le dinamiche all’interno del Cremlino o dell’esercito, con molti legami. Per cui si potrebbe pensare che la vicenda della Wagner vada a concludersi, però non è assolutamente detto. Neppure Prigozhin era chissà quale personaggio, però è emerso. Nei prossimi mesi, probabilmente, potremmo vedere il riaffiorare dei mal di pancia, delle tensioni che ci sono. Perché comunque, ripeto, ci sono decine di migliaia di uomini strettamente o direttamente legati alla Wagner sui teatri di guerra.
Come ne esce l’immagine di Putin nel paese?
Nel paese la notizia è stata accolta con sgomento. Con sgomento perché qualunque opinione si abbia di quello che è successo, nessuno crede che i responsabili di quanto accaduto possano essere stati, che so, i servizi segreti ucraini o un’azione della CIA. Tutti capiscono benissimo che è in corso una feroce battaglia all’interno dell’élite, e che questo Paese è un Paese destinato a non stabilizzarsi, a subire, da questa vicenda, dei contraccolpi molto importanti, che si riprodurranno nel tempo anche dal punto di vista economico. Potremmo rivedere un rublo che torna ad infiammarsi sin da oggi, per esempio, anche se la Banca centrale ha fatto di tutto e di più per tranquillizzare la situazione. La vicenda è molto complessa, bisogna prendersi il tempo, non pensare che… Da quando è cominciato questa vicenda della guerra del 24 febbraio abbiamo visto tante ipotesi e tanta impazienza nel voler trovare un cambiamento a Mosca in termini rapidi. Il cambiamento a Mosca in realtà lo stiamo vedendo con i suoi ritmi, con i suoi modi e con le sue dinamiche.
Comunque la versione ufficiale conferma che l’aereo di Prigozhin è stato abbattuto dalla contraerea russa. Questo lo puoi confermare?
Ripeto. Rosavia ieri sera ha detto che è stata un’esplosione interna provocata da una bomba, però stamattina tutti i mass media russi, compresi quelli ufficiali come la TASS, tornano sulla prima ipotesi. Dal punto di vista politico non è che cambi molto. Io ho sempre ripetuto una tesi, riguardo a chi sostiene che possano essere stati dei servizi segreti occidentali: ma se i servizi segreti occidentali sono in grado di compiere un’azione di questo genere, sul territorio russo, dentro il cuore di San Pietroburgo, la seconda capitale, allora vuol dire che i servizi segreti russi sono messi veramente male. Delle due l’una, e comunque l’immagine del Paese ne esce distrutta. Qualunque variante noi si voglia accogliere, anche quella meno credibile dal punto di vista politico, il disastro resta.
A livello interno o internazionale?
Interno e internazionale, perché l’immagine dei servizi, strumenti fondamentali su cui si è basato il potere di Putin in questi due decenni, negli ultimi anni è risultata molto appannata. Se ci si è affidati a dei colpi di contraerea, uno strumento molto più rozzo di una bomba a bordo – perché, insomma, chi ha abbattuto l’aereo è evidente che fa parte dell’esercito russo – diventa difficile sostenere che sia stato un colpo lanciato casualmente, anche perché siamo fuori dalle zone in cui volano i droni ucraini o dove colpisce l’artiglieria ucraina.
Tu prima dicevi “una popolazione sgomenta”. Sgomenta e probabilmente anche abbastanza spaventata, potremmo pensare, specie nella parte appunto di popolazione che eventualmente ha un sentimento negativo nei confronti dell’evento bellico e dell’invasione dell’Ucraina. Un’opposizione già molto indebolita – la condanna ulteriore di Navalny lo conferma – potrebbe essere ancora più inibita in quelle che eventualmente, ipoteticamente, potrebbero essere delle manifestazioni, relativamente al disagio di una parte almeno della popolazione rispetto a tutto quanto è avvenuto da febbraio 2022.
Io penso che per quanto riguarda l’opposizione la situazione non cambia moltissimo, però le dà, come dire, una fiammella perché tutte le contraddizioni che si producono – e queste emergono in modo esplosivo, ecco, tanto per usare un termine adatto alla situazione – confermano che il regime non è stabile, e questo per l’opposizione è importante. Quando un regime stabile si presenta come un’unica struttura d’acciaio è difficile continuare a credere in un cambiamento, a sperare che ci siano delle delle rotture all’interno del sistema. Sappiamo che le contraddizioni interne giocano sempre un ruolo importante in qualsiasi Paese. Dal punto di vista dell’opposizione in questo momento mi sembrerebbe che cambia poco. Cambia molto invece per i sostenitori, quelli più accesi e quelli meno accesi, di Wagner, che sono comunque tanti in Russia. Ieri sera sono apparse delle prime piccole manifestazioni a sostegno di Prigozhin, in ricordo di Prigozhin. Ma è anche circolata una telefonata di uno dei capi della Wagner che ha dato indicazione ai suoi uomini di non dormire nei soliti posti. C’è il timore che adesso l’operazione colpisca anche a più largo raggio i quadri intermedi della Wagner, cioè che si tenda a distruggere la Wagner non solo al vertice ma anche nei quadri intermedi. E per adesso le istruzioni sono dunque di non muoversi, di non fare nessun tipo di azione, di attendere indicazioni. Per cui probabilmente c’è un tentativo di riorganizzazione di un nuovo vertice della Wagner, che a questo punto chiaramente si muoverebbe come una opposizione armata. Son tutte cose da verificare e da vedere. Sicuramente da tenere presenti.
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