A babbo morto, o quasi
Audizioni in Procura dei municipali di Lugano, a quasi un mese dai fatti
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Audizioni in Procura dei municipali di Lugano, a quasi un mese dai fatti
• – Marco Züblin
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• – Aldo Sofia
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• – Franco Cavani
All’Europeo e a casa nostra più che di calcio si parla d’altro
• – Enrico Lombardi
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• – Daniele Piazza
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• – Redazione
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• – Franco Cavani
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• – Redazione
Difficili prospettive finanziarie, accerchiamento politico e autocensura minacciano l’informazione audiovisiva
• – Marco Züblin
Audizioni in Procura dei municipali di Lugano, a quasi un mese dai fatti
Questa scelta un po’ plateale, e che sospetto assai “politica” (e di trasversalità partitica), sarebbe giustificata per evitare collusioni tra gli interrogati per il tramite appunto della contemporaneità delle audizioni: esercizio teoricamente meritorio, se il tutto si fosse svolto il giorno dopo i fatti e non dopo quasi un mese, quando la polvere delle macerie si è da tempo depositata e tira già aria fresca da dimenticatoio, da scurdammoce u’ passato, complici anche le vacanze. E quando vi è stato tutto il tempo, altrove, per coordinarsi e per parlare con chi era necessario o opportuno che si parlasse. Volendo essere un filo malevoli (e non vogliamo esserlo, e comunque di certo non nei riguardi dei magistrati inquirenti), si potrebbero intuire cortine di fumo, camion di sabbia e coperchi per pentole all’orizzonte; con in calce il solito personaggio minore, in cerca di crediti da spendere in futuro, disposto a tenere il cerino in mano.
Le audizioni vengono dopo settimane di silenzi pubblici, rotti solo dalle solite panzane, prontamente smentite il giorno dopo dagli stessi che le avevano offerte come verità ultime e definitive. Ultima versione quella affidata al comunicato della settimana scorsa, a nome del Municipio tutto (quindi anche a nome dei – due? – “dissidenti”), in cui si è proposta una versione che avrebbe potuto essere opera di un venditore di rolex falsi all’autogrill di Fiorenzuola. A proposito di assurdità, negli ultimi giorni ci si è anche detto che i capi della polizia comunale e di quella cantonale non furono coinvolti nelle decisioni prese dai loro sottoposti (demolizione “del tetto” tramite ruspe); indignerebbe comunque sia una patente controverità (in un mondo normale, decisioni di questa rilevanza non possono essere prese senza che siano consultati i vertici), sia la gestione vagamente dilettantistica di queste strutture (se si volesse invece credere a questa versione).
Siamo tutti in attesa di quanto emergerà dalle audizioni, legittimamente non attendendoci troppo da questo esercizio.
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