A Faido va in scena il passato remoto
Cosa sarà mai il Covid di fronte ad una bella boccata di aria fresca?
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Cosa sarà mai il Covid di fronte ad una bella boccata di aria fresca?
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Cosa sarà mai il Covid di fronte ad una bella boccata di aria fresca?
Per carità, ognuno è libero di fare quello che meglio crede, purché se ne assuma poi responsabilità e conseguenze, che nel caso di un mancato pagamento di tasse e imposte varie sappiamo essere pecuniariamente assai pesanti.
La notizia che invece ci preoccupa di più è quella che arriva da Faido, dove un gruppo di genitori ha deciso di non inviare a scuola i propri figli. Maestri maneschi e/o impreparati? Piano di studi inadeguato? Struttura fatiscente? Macché! La questione non è didattico-pedagogico-educativa, come dovrebbe essere quando si protesta a scuola: il problema è l’obbligo della mascherina in classe.
E vuoi mettere l’importanza di una cosa del genere – portare qualcosa sul viso per qualche ora al giorno – per la salute fisica (“per diverse ore al giorno respirano la stessa aria”, ha dichiarato una mamma, manco la mascherina fosse diventata una maschera antigas) e mentale (“non conoscono neanche più il valore di un sorriso. Siamo preoccupati per i danni psicologici”, ha continuato) dei nostri piccoli virgulti rispetto ad ammalarsi o più probabilmente, vista l’età, magari infettarsi in modo asintomatico e quindi trasmettere il virus ad altre persone, magari più fragili? Ma sia ben chiaro, ha aggiunto un papà, l’azione è “pacifica” (e ci mancherebbe altro) e ha solo lo scopo di “sensibilizzare il sistema” dando uno “spunto di riflessione” in modo da “aprire una discussione” – e pensare che ero convinto che per discutere bisognasse essere almeno in due, magari confrontandosi (affrontandosi?) di persona.
Così come di persona dovrebbero essere portate aventi le proteste, assumendosene responsabilità, rischi e conseguenze. A Faido invece a “scioperare” non sono stati i genitori, bensì i figli, ben contenti immaginiamo di godere di una settimana improvvisa e imprevista di vacanza ma su cui appunto ricadranno le eventuali conseguenze negative dell’azione, sia da un punto di vista educativo, per il discorso appena fatto, e scolastico (che una settimana di assenza dalle lezioni, soprattutto a quell’età, la si recuperi in fretta è un altro discorso).
Perché la nostra scuola forse non sarà la più bella e la migliore al mondo, ma da sempre la Scuola (sì, proprio con la “s” maiuscola) è il luogo in cui si comincia a preparare e formare il futuro dei nostri figli. Perché loro sono il futuro, loro e nostro; i genitori sono solo al massimo il presente. Che purtroppo comprende anche genitori come quelli di Faido, parte di un passato che pensavamo ormai morto e sepolto ma, ahimè, improvvisamente risorto.
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