A proposito di politica culturale
Aspettando quel “sistema” che non c’è mai stato e magari qualche decisione della nuova Consigliera di Stato
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Aspettando quel “sistema” che non c’è mai stato e magari qualche decisione della nuova Consigliera di Stato
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Aspettando quel “sistema” che non c’è mai stato e magari qualche decisione della nuova Consigliera di Stato
Per rimanere nell’ambito della cultura musicale, va ricordato che proprio ora si sta cominciando a riflettere concretamente sulla creazione di quella che è stata chiamata “la città della musica”, complice la dismissione da parte della SSR-RSI del suo bel palazzo di Besso disegnato dall’architetto Rino Tami. In quella consona struttura si intenderebbe ospitare appunto l’OSI e il Conservatorio della Svizzera Italiana; anche la Confederazione sarebbe della partita con la Fonoteca nazionale, e vi sarebbe posto anche per altre analoghe realtà importanti attive nel medesimo campo. Va da sé che non potrà trattarsi di un semplice condominio, bensì di una vera “casa comune”. Bisognerà dunque trovare e costruire fra gli inquilini sinergie intelligenti e praticabili pur nel rispetto d’ogni specificità. C’è da sperare che ciò avvenga, con un sostegno politico forte (che la città di Lugano ha già mostrato), e soprattutto con personalità lungimiranti e dotate di inventiva e capacità di collaborazione creativa. Manca tuttavia all’appello un ulteriore inevitabile attore per la realizzazione del progetto: il Cantone.
Ma questa, purtroppo, non è una novità. Qualcuno spero ricorderà la bella idea, nata decenni fa, di dar vita ad un museo del territorio, riunendo sotto un medesimo tetto l’attuale Museo di storia naturale e quello (mai nato malgrado se ne fosse positivamente parlato in Gran Consiglio già all’inizio degli anni Cinquanta del secolo scorso) della nostra ricchezza archeologica (che molti Paesi giustamente ci invidiano). A questo poi si poteva anche aggiungere un museo dell’architettura (perché non esiste solo il territorio naturalistico, ma pure quello costruito), dando vita ad un insieme organico innovativo di notevole interesse. Si è mai visto qualcosa in tal senso? Nemmeno il benemerito Museo di storia naturale ha avuto sinora una nuova sede solitaria ma almeno dignitosa: è stato solo stabilito che troverà nuova sistemazione a Locarno nel complesso di Santa Caterina. Benissimo, ma quando?
Il fatto è che negli ultimi decenni a Bellinzona, solo il Consigliere di Stato Giuseppe Buffi ha avuto una sensibilità autentica per la politica culturale, sottolineando che l’ambito vasto e articolato delle attività culturali nel Cantone doveva essere inteso come un unico sistema, il “sistema Ticino”, nel quale inserire in maniera interattiva tutti gli “attori culturali” del Cantone in una rete di base solida. Una struttura fatta di realtà diverse ma intrecciate e animate da identiche finalità operative. La sua inopinata scomparsa nel 2000 ha interrotto di fatto la costruzione di questo progetto dinamico, lasciando spazio solo ad una semplice gestione degli affari correnti, cosa che con il passar del tempo ha avuto effetti sempre più negativi, anche sulla conservazione del patrimonio esistente. Basti dire, a titolo d’esempio, che non mi risulta (e spero d’essere smentito) che qualcuno attivo nel Palazzo delle Orsoline abbia mosso un dito per cercare di salvare il secondo fondo librario del Cantone dopo la Biblioteca cantonale, cioè quello della Biblioteca dei Frati di Lugano voluta da Giovanni Pozzi e costruita da Mario Botta, che ha rischiato recentemente di finire (assieme al centro culturale che la gestisce con passione e intelligenza) nella discarica di un vorace imprenditore immobiliare.
Tempi duri, tempi difficili, insomma, per le attività culturali del Cantone, tanto più che incombe ormai sulla testa di tutti la terribile mannaia del cosiddetto “decreto Morisoli” (approvato da un popolo che spero nella fattispecie sia stato solo turlupinato) e che nella sua essenza è quanto di più antipolitico (dunque antidemocratico) si potesse immaginare. Sia quel che sia, oggi c’è alla guida del Dipartimento competente una nuova Consigliera di Stato entrata in carica lo scorso mese di aprile. Non so cosa pensi di queste cose, ma certo qualcosa fra poco dovrà pur dire.
Nell’immagine: La Biblioteca Salita dei Frati di Lugano
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