Arrivano gli Spartani: l’ultradestra di Atene “Dio, patria e famiglia”
Autorizzati solo tre settimane fa a scendere in campo, a sorpresa gli eredi di Alba Dorata conquistano tredici seggi in Parlamento
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Autorizzati solo tre settimane fa a scendere in campo, a sorpresa gli eredi di Alba Dorata conquistano tredici seggi in Parlamento
Un elmo per vessillo e il nome che evoca la disciplinata città-Stato che sconfisse Atene nella guerra del Peloponneso. Sono gli Spartiates, gli spartani, movimento politico di estrema destra, la vera sorpresa di queste elezioni greche dove tutto era annunciato: a partire dalla vittoria del partito conservatore Nea Dimokratia di Kyriakos Mitsotakis, il premier uscente che dopo aver vinto le elezioni col proporzionale un mese fa, ha scommesso sul ritorno alle urne pur di ottenere la maggioranza assoluta, usufruendo della nuova legge — da lui varata — che segnava il ritorno al premio di maggioranza.
Autorizzati a scendere in campo solo tre settimane fa, gli spartani si sono affermati molto bene: col 4,7 per cento entrano in Parlamento con ben 13 deputati. Partito finora poco noto, è stato fondato nel 2017 da Vasilis Stigas, ex tecnico di aeroplani e youtuber conservatore. Nazionalista, euroscettico, anti-immigrati, populista di destra secondo gli analisti, Spartiates preferisce definirsi “destra patriottica popolare”, espressione di “un sano nazionalismo greco che mette al centro Patria, religione, famiglia”. Finora ha partecipato solo a coalizioni politiche e pure la sua ammissione alla competizione appena conclusa è recente: la Corte Suprema ne ha infatti accettato la candidatura solo lo scorso 8 giugno. Il giorno dopo, il 9, ha però ottenuto il cruciale appoggio di Ilias Kasidiaris, ex portavoce e deputato del partito neonazi Alba Dorata, sciolto d’imperio nel 2020 dopo essere stato riconosciuto come organizzazione terroristica. L’uomo, che sta scontando una condanna a 13 anni, in cella aveva in realtà creato un’altra formazione, Ethnikó Kómma, “Partito Nazionale”. Cui a Maggio la Corte Suprema greca ha però proibito di partecipare alle elezioni, in virtù dei trascorsi del leader.
Quell’appoggio annunciato il 9 giugno, dicono ora i media greci, non è stato casuale Spartiates è di fatto una costola di Alba Dorata (ne raccoglie l’elettorato, visto che le percentuali sono simili a quelle ottenute dai neo nazi in passato) e nelle sue liste ci sono 10 membri del Partito Nazionale, compreso uno degli avvocati di Kasidiaris. Nella sua prima dichiarazione pubblica, domenica, lo ha riconosciuto lo stesso Stigas, ringraziando apertamente l’alleato: «È stato la benzina che ci ha portato in Parlamento dove rappresenteremo ideali e valori al momento assenti».
Gli Spartani, non sono l’unico movimento di destra ad aver superato la soglia del 3 per cento. I nazionalisti di Elliniki Lysi, Soluzione Ellenica, hanno guadagnato il 4,4 pari a 12 seggi. Gli ultraortodossi no vax di Niki, “sponsorizzati” dai monaci del Monte Athos, il 3,7 pari a 10 seggi. Collettivamente, insomma, hanno raccolto il 12 per cento del voto popolare.
A sinistra, Syriza è secondo partito, ma col 17,8, pari a 47 seggi, è sceso sotto la soglia psicologica del 20. I risorti socialisti di Pasok ottengono l’11,8 ovvero 32 deputati. Venti vanno ai comunisti del Kke che ottiene il 7,67. E 8 ai populisti di sinistra diPlefsi Eleftherias guidati dalla ex presidente del Parlamento Zoe Konstantopoulou che ha il 3,1. Fuori, come già a maggio, il MeRA25, i “disobbedienti” dell’ex ministro dell’economia Yannis Varoufakis.
«Il risultato di Spartiates è significativo e su questo rivolgeremo l’attenzione nei prossimi anni», dice Stella Ladi, politologa alla Queen Mary University di Londra, parlando ad Ap: «Bisogna riflettere sul perché un Paese che andava a sinistra si ritrova così nettamente a destra».
Nell’immagine: Ilias Kasidiaris, già leader del disciolto partito neonazista Alba dorata, che ha dichiarato il suo appoggio agli “spartani”
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