Bersani e la mucca nei corridoi dell’UE e della sinistra
Lo scandalo delle mega-mazzette del Qatar che investe l’europarlamento: spiccioli per i petro-emiri, guai grossi di immagine per Bruxelles e non solo
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Lo scandalo delle mega-mazzette del Qatar che investe l’europarlamento: spiccioli per i petro-emiri, guai grossi di immagine per Bruxelles e non solo
• – Aldo Sofia
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Lo scandalo delle mega-mazzette del Qatar che investe l’europarlamento: spiccioli per i petro-emiri, guai grossi di immagine per Bruxelles e non solo
Nell’euro-scandalo c’è un ex parlamentare finito nel partitino (‘Articolo 1’, elettoralmente messosi in alleanza col PD) che ha il suo ‘leader nobile’ in Pierluigi Bersani. Da come lo si conosce, persona e politico perbene (fino a prova del contrario, meglio precisarlo visto che non si sa bene dove guardare per trovare quelli/e che sono, in versione politica, ‘come la moglie di Cesare’). Ma finora a sinistra tace anche lui, Bersani, l’uomo di metafore diventate battute simil-divertenti (‘non siam qui a pettinare le bambole’) oppure, almeno inizialmente, un po’ più enigmatiche (‘come una mucca in corridoio’, per dire di un ostacolo assai ingombrante). Adesso la ‘mucca in corridoio’ è l’euro-scandalo, o Qatar-gate. Fette di sinistra del parlamento europeo e dintorni (deputati ed ex, arrivati a Bruxelles dalla Grecia, dallo stesso Belgio, e soprattutto dall’Italia), colti in ‘flagranza di reato’: altrimenti, stando alle regole di quell’assemblea, non sarebbe stato possibile arrestare per esempio lady Eva Kaili, ormai ex vice-presidente dell’europarlamento, quella del papà bloccato ad Atene coi borsoni stipati di banconote di diverso taglio (anche piccolo) per un totale di 600 mila euro-cucuzze. Solo a lei sequestrati, perché in totale è stato rastrellato dagli inquirenti belgi un milione e mezzo (briciole per i petro-sceicchi del Golfo, padroni del Paris St Germain di Neymar, Messi, Mbappè, e compagnia). E potrebbe addirittura essere soltanto la punta dell’iceberg.
Ok, la presunzione di innocenza. Non colpevoli, anche se già dietro le sbarre, fino a sentenza definitiva. Esito di un ‘sistema’ o solo ‘mele marce’. Comunque il paludato Bersani sa, come tutti, che non c’è soltanto la puzza di marcio della corruzione, ma anche il fatto che le ricche mazzette sarebbero arrivate da Doha, per influenzare l’aula europea e farle dimostrare l’indimostrabile: cioè che il Qatar, in cerca di buona reputazione, avesse fatto netti miglioramenti nel campo dei diritti umani e nella lotta allo sfruttamento dei lavoratori stranieri: mentre secondo una nota inchiesta del “Guardian” ne sarebbero morti più di 6.500, uccisi dagli stenti e dallo sfruttamento nei cantieri aperti per costruire gli stadi e le infrastrutture che oggi ospitano il mondiale di calcio. E c’è di più. Come paravento dietro cui nascondere le mega mazzette, sono state create due onlus, organizzazioni non governative con scopo umanitario: ufficialmente impegnate in favore dello Stato di diritto, e per questo finanziariamente supportate anche dall’Eurotower di Bruxelles.
Forse si starà ancora chiedendo, il buon Bersani, se debba partecipare anch’egli alla caciara anti-europeista e anti-socialista per uno scandalo che, del resto, nella capitale dell’UE non è nemmeno il primo.
Due esempi. Marine le Pen non usò forse i salari di alcuni/e assistenti assunti in sede europea per farli in realtà lavorare per il suo Front National? E ricordate il neo-gollista Francois Fillon, ex primo ministro di Sarkozy, la cui promettente candidatura alle presidenziali si spezzò rovinosamente quando si scoprì che la moglie Penelope, anch’essa assunta come sua assistente per Bruxelles, in realtà se ne stava nella sua abitazione parigina ed era impegnata per il partito del marito e non per la costruzione del progetto europeo? In totale quanto fruttarono le due truffe, molto meno di quanto è stato trovato nelle sacche della Kaili e dell’italiano ed ex eurodeputato pd Panzeri? Oppure il premier ungherese Orban, serial-distributore di sussidi europei per investimenti in terra magiara a famigliari e ad amici stretti, diventati milionari. Non è uno scandalo? E Matteo Renzi, che oggi attacca i suoi ex compagni ‘corrotti’ e nel frattempo fa da consigliere, benché senatore della Repubblica, al sanguinario dittatore e principe ereditario dell’Arabia Saudita? O, per concludere, i tanti scandali della politica italiana, Il finanziamento illecito dei partiti, i soldi berlusconiani per la corruzione di giudici, i ‘responsabili’ pagati per lasciare e tradire il centro-sinistra di Prodi da Razzi a De Gregorio?
Ma relativizzare in tal modo il Qatar-gate, spolverare questi precedenti, non ha molto senso, non funziona, non convince.
È infatti sulla stessa istituzione UE che il maglio della critica si abbatte. Sulla sua crescita elefantiaca (e dài con il Bersani); sul sistema delle ‘porte girevoli’ (termini il tuo mandato parlamentare, ma rimani a Bruxelles per diventare lobbista, e pare che i più numerosi e i ‘migliori’ siano o siano stati del gruppo socialista ); sulla mancanza di trasparenza; sull’assenza sostanziale di controlli; sull’immancabile ‘tutti sapevano’. In questione non tanto l’euro-burocrazia, ma l’euro-patologia politica. Così altro vento soffia nelle vele ampie dell’euro-negazionismo e nelle manovre putiniane per penetrare negli interstizi del corpaccione UE. E vento nuovo anche nelle vele del deperimento della “questione morale” (in Italia di stampo berlingueriana) a sinistra. Fingere che il problema non esista sarebbe la peggiore delle scappatoie; limitarsi a dire che è la giustizia a dover emettere il verdetto definitivo anche; fra ‘caso Soumahoro’ e la schifezza dell’euro-scandalo (strano che ci sia di mezzo, in entrambi i casi, la difesa presunta dei diritti umani) è comunque il caso di usare e cristallizzare presto parole non equivoche.
Potrebbe esserne incaricato quel ‘comitato di saggi’ che, mentre è già iniziata la baruffa per la nuova segreteria del partito, si accapiglia – fra idee moderate e radicali, blairiane o melenchoniane – nell’elaborazione della ‘Carta dei Valori’ del futuro Partito democratico. Un chiaro passaggio sull’impegno, per gli ex parlamentari della sinistra, di evitare l’affarismo più sconcio e scivoloso, non ci starebbe? Di questi tempi, sarebbe un gran bel ‘valore’.
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