Cassa malati unica e pubblica subito
La politica sanitaria svizzera deve essere riformata. Una misura efficace può essere la cassa malati unica pubblica. Aumentare i sussidi è necessario, ma non sufficiente
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
La politica sanitaria svizzera deve essere riformata. Una misura efficace può essere la cassa malati unica pubblica. Aumentare i sussidi è necessario, ma non sufficiente
• – Fabio Dozio
La ricostruzione di chi partecipò attivamente all’operazione “posti liberi” per l’accoglienza dei rifugiati cileni in Ticino dopo il golpe di Pinochet; il difficile confronto con il Consiglio federale; il ruolo, la personalità e gli ideali di Guido Rivoir - Di Danilo Baratti
• – Redazione
L’ennesima tragedia di morti sul lavoro è frutto di una politica imprenditoriale fatta di appalti, subappalti e di condizioni salariali inaccettabili
• – Redazione
Per i richiedenti l’asilo, nuovi centri di raccolta – chiusi, situati in zone poco abitate, costruiti dall’esercito, supercontrollati , praticamente delle carceri a cielo aperto: è la nuova ricetta anti-immigrazione della premier italiana dopo aver proclamato “dobbiamo difendere anche Dio”
• – Aldo Sofia
• – Franco Cavani
Incontro pubblico a Lugano con Pietro Supino. Interrogativi e preoccupazioni sulla crisi dei media ticinesi e nazionali, con i relativi rischi per la democrazia - Di Alessandro Zanoli
• – Redazione
Il lavoro culturale e l’umana simpatia del noto linguista e ricercatore Ottavio Lurati, scomparso nei giorni scorsi - Il ricordo di chi l’ha conosciuto bene
• – Simona Sala
Ricordando la figura ed il pensiero del grande sociologo italiano, recentemente scomparso
• – Lelio Demichelis
Considerazioni intorno al libro Clemenza, di Francesca Rigotti, da poco pubblicato dalle edizioni “Il Mulino” e presentato nei giorni scorsi a Bellinzona
• – Fabio Merlini
Aggressione russa e fuga in massa nei paesi europei hanno accelerato un fenomeno dalle conseguenze gravissime: da 52 milioni di abitanti nell'anno dell'indipendenza a meno di 30 milioni oggi
• – Aldo Sofia
La politica sanitaria svizzera deve essere riformata. Una misura efficace può essere la cassa malati unica pubblica. Aumentare i sussidi è necessario, ma non sufficiente
Cosa aspetta la sinistra a lanciare un’iniziativa per creare una cassa malati unica e pubblica a livello federale? Un recente sondaggio rivela che il 79% degli intervistati è favorevole a un progetto simile. Intanto i socialisti propongono l’iniziativa federale “Al massimo il 10% del reddito per i premi delle casse malati (Iniziativa per premi meno onerosi)” che chiede che la riduzione dei premi sia finanziata per almeno due terzi dalla Confederazione e per l’importo rimanente dai Cantoni. Consiglio federale e Parlamento l’hanno già bocciata e quindi si andrà a votare, probabilmente nel marzo dell’anno prossimo. Contenere i premi è senz’altro indispensabile (la misura dovrebbe costare quasi quattro miliardi allo Stato), ma questa proposta è un cerotto che non contribuisce a correggere il sistema delle assicurazioni malattia. Le prestazioni sanitarie, così come l’età della popolazione, aumentano e quindi i costi salgono. Oneri delle cure, stipendi dei medici, costi dei farmaci, pianificazione sanitaria, ecc.: tutti temi che meritano di essere affrontati dalla politica.
Più immediato può essere l’intervento sulle assicurazioni. L’Alleanza del Centro e il Partito radicale avanzano proposte modeste, che rischierebbero di ridurre l’offerta di prestazioni. L’Unione democratica di destra non sceglie mezze misure, propone di abolire l’assicurazione obbligatoria, gettando sul lastrico o nell’aldilà i pazienti più poveri.
I Verdi hanno depositato due mozioni, una per ogni Camera, che invita il Consiglio federale a elaborare un progetto di modifica della Legge federale sull’assicurazione malattia (LAMal) che preveda premi di cassa malati calcolati in funzione del reddito e della sostanza. Proposte condivisibili ma, con il nuovo Parlamento che si prevede uscirà il 22 ottobre dalle urne, ci sono poche o nulle speranze che possano essere approvate.
Il leghista Lorenzo Quadri ha chiesto al Governo di allestire uno studio che valuti la fattibilità di una cassa unica pubblica nazionale o nei cantoni.
Nel 2021 la spesa sanitaria svizzera ammontava a 86,3 miliardi di franchi, equivalente all’11,8 % del PIL. Le spese mensili erano 827 franchi pro capite. Lo Stato ha contribuito con 190 franchi (circa il 23%), troppo poco. Il peso maggiore della spesa è a carico delle economie domestiche. Lo Stato (Confederazione e Cantoni) deve e può assumersi un maggior carico di spesa. In Canada, paese riconosciuto mondialmente per avere un sistema sanitario modello, il 70% del finanziamento della sanità proviene dalle entrate fiscali generali.
Per realizzare la cassa malati unica e pubblica la sola via percorribile è l’iniziativa popolare federale. La sinistra avrebbe già dovuto imboccare questa strada lo scorso ottobre, dopo l’ennesimo annuncio dell’aumento dei premi, battendo sul ferro caldo della frustrazione dei cittadini. Inoltre avrebbe avuto un anno elettorale, quello in corso, per raccogliere le firme, facendo campagna per un tema forte e sentito dalla popolazione.
Definire i dettagli dell’iniziativa per una cassa unica non è semplice: bisogna valutare se ha senso proporre immediatamente premi proporzionali al reddito e alla sostanza (come sarebbe auspicabile) o limitarsi al principio dell’assicurazione unica. Vi sono modalità diverse che vanno discusse e soppesate.
Invece che sulla cassa unica si voterà sull’iniziativa per premi meno onerosi. Questa prevede che il 10% sia relativo al reddito disponibile, che “è calcolato deducendo le spese di trasferimento obbligatorie (contributi alle assicurazioni sociali, imposte, premi di assicurazione malattia) dal reddito lordo dell’economia domestica”. Un calcolo macchinoso per ogni cittadino, che verosimilmente richiederà un investimento non indifferente dal profilo burocratico.
Aumentare i sussidi è senza dubbio necessario. Però è una misura insufficiente: il progetto sembra essere un atto di bricolage, come l’ex consigliera federale Ruth Dreifuss ha definito gli interventi degli ultimi trent’anni. Infatti, anche la ex ministra ha citato, quale riforma per migliorare la situazione, la cassa malati unica pubblica, annunciata ma sospesa nel limbo socialista.
C’è da augurarsi che la campagna per promuovere l’iniziativa per il 10% non si riveli un errore tattico. Perché, qualsiasi sia il risultato delle urne, potrebbe essere più difficile riproporre subito dopo un’altra iniziativa popolare. Intanto gli anni (sic!) passano e la sinistra ha mancato un’occasione d’oro per sfruttare un momento propizio a favore di quella che è la riforma più efficace in campo assicurativo: la cassa federale unica e pubblica. Riforma che non potrà non essere accompagnata, o anticipata, da un maggior impegno finanziario dello Stato a sostegno della sanità elvetica.
Nell’immagine: grafico dell’iniziativa ‘Al massimo il 10 per cento del reddito per i premi delle casse malati‘ (Iniziativa per premi meno onerosi)
Un luogo dove si eserciti la cooperazione, la comunicazione, la creatività, l’autonomia dell’allievo con maestri normali, né eroi né missionari
Un corteo popolare previsto sabato pomeriggio per tornare ad affermare la necessità di luoghi d’incontro autogestiti a Lugano