Contro il giornalismo onesto
La brutta storia dello scandalo Ringier e di un giornalista senza tanti scrupoli
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La brutta storia dello scandalo Ringier e di un giornalista senza tanti scrupoli
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• – Redazione
La brutta storia dello scandalo Ringier e di un giornalista senza tanti scrupoli
È una brutta storia. Un ceffone in faccia a tutti i giornalisti onesti che rispettano la verità e la dignità umana. Uno dei più influenti editori svizzeri calpesta il fondamentale principio dell’indipendenza redazionale. Lo rivela un enigmatico giornalista. La sua è una denuncia sacrosanta, ma i suoi motivi sono perlomeno ambigui.
L’editore, Marc Walder è il CEO e co-proprietario della Ringier che pubblica quotidiani e periodici influenti come il Blick, il Sonntagsblick, la Schweizer Illustrierte o l’Illustré. In un video che lo vede in compagnia di alcuni manager dice in sostanza che per sua iniziativa le redazioni del suo gruppo editoriale devono sostenere la politica del governo per lottare contro la pandemia. È un tradimento dell’indipendenza e della credibilità del giornalismo. Ringalluzzisce i detrattori dei media tradizionali, accusati in blocco, senza alcuna distinzione, di tessere menzogne e complotti. Tutto ciò ad un mese dalla votazione sugli aiuti ai media, attanagliati da una soffocante crisi finanziaria. Ed è proprio in questo contesto che entra in scena l’autore dello scoop sullo scandalo Ringier. Philipp Gut è un giornalista attivo nella nebulosa dei media filo UDC, come la Weltwoche o il Nebelspalter, che combattono la legge sul sostegno alla stampa insinuando genericamente che diventerebbe ancor più filo governativa. Ma non basta, è anche il titolare di un’agenzia di comunicazione, con dei mandati per l’UDC, e dirige dulcis in fundo il comitato contro gli aiuti alla stampa. Un tale concentrato di conflitti d’interesse è rivelatore dei moventi propagandistici delle rivelazioni sulle malefatte della Ringier che rimangono imperdonabili, ma che emergono ad un anno di distanza, guarda caso proprio adesso come il cacio sui maccheroni per alimentare la campagna contro gli aiuti alla stampa. Va poi detto che i media della destra pura e cruda, che si avvalgono di giornalisti PR come Philipp Gut, non hanno bisogno di aiuti pubblici, sono finanziati dai contributi spesso mimetizzati dietro le quinte di ricchi politici, imprenditori e finanzieri. Lo scandalo Ringier e l’ambiguità di personaggi come Philipp Gut sono altrettanti attentati all’etica e alla deontologia dei giornalisti. Una brutta, veramente una brutta storia.
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