Dalla Russia con onore
Pur rischiando il carcere, quindicimila medici, infermieri e operatori sanitari russi sottoscrivono un documento contro la guerra di Putin
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Pur rischiando il carcere, quindicimila medici, infermieri e operatori sanitari russi sottoscrivono un documento contro la guerra di Putin
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Pur rischiando il carcere, quindicimila medici, infermieri e operatori sanitari russi sottoscrivono un documento contro la guerra di Putin
Il British Medical Journal, una testata seria e autorevole a livello internazionale sulle tematiche della salute e della sanità, ha ricevuto, tradotto in inglese, e pubblicato il 1 marzo una lettera aperta di 15.000 medici, infermieri e operatori sanitari russi che prendono posizione sulla guerra in Ucraina a partire dalla missione e dalla cultura della loro professione.
Non nascondono la verità della aggressione russa, dichiarano di opporsi fermamente alle azioni militari condotte dalle forze armate russe sul territorio dell’Ucraina e chiedono l’immediata cessazione delle ostilità e la risoluzione delle questioni con mezzi pacifici. Con questo rischiano molto di persona in una Russia in cui la repressione di ogni forma di dissenso si è andata accentuando di anno in anno e che rispetto a questa guerra ha introdotto sanzioni draconiane contro chi dissente, o anche solo diffonde notizie non rispettose delle rigide prescrizioni introdotte. Per le quali addirittura alcune parole non possono essere usate per designare questa guerra e ciò che accade agli ucraini e ai soldati russi.
Poi ci parlano come medici, di dolore, morte, cura:
La vita umana non ha prezzo. Ci vuole un momento per essere uccisi in azione mentre il trattamento e il recupero delle vittime possono richiedere anni… È difficile immaginare una professione più umana di un medico… come sempre non dividiamo le persone in amici e nemici. Abbiamo giurato di aiutare qualsiasi essere umano indipendentemente dalla nazionalità, religione o opinioni politiche…
Le loro parole sono appassionate e toccanti, e ad esse rinviamo con grande stima e ammirazione per chi le ha scritte e firmate, uscendo “Fuori dal coro”, da un coro che vorrà con loro fare i conti.
Noi, medici, infermieri e paramedici russi, ci opponiamo fermamente alle azioni militari condotte dalle forze armate russe sul territorio dell’Ucraina
Noi, medici, infermieri e paramedici russi, ci opponiamo fermamente alle azioni militari condotte dalle forze armate russe sul territorio dell’Ucraina. Non cerchiamo i colpevoli e non giudichiamo nessuno. La nostra missione è salvare vite umane. È difficile immaginare una professione più umana di un medico. E ora, in questo momento difficile per entrambi i paesi, chiediamo l’immediata cessazione delle ostilità e la risoluzione di tutte le questioni politiche esclusivamente con mezzi pacifici.
Come sempre, non dividiamo le persone in amici e nemici. Abbiamo giurato di aiutare qualsiasi essere umano, indipendentemente dalla nazionalità, religione o opinioni politiche. Ma oggi il nostro aiuto non basta. La guerra richiederà molte vite e paralizzerà così tanti destini che non avremo il tempo di aiutare nonostante tutti gli sforzi possibili. Tutti urleranno di dolore e si rivolgeranno alle loro madri nella stessa lingua. Qualsiasi proiettile, anche se non raggiunge il bersaglio e non toglie la vita a qualcuno, porta comunque paura, panico e dolore. Dolore che contrae i cuori. Il cuore di tutti sta soffrendo ora. Civili. Soldati. Le madri e le mogli dei soldati. I loro bambini. Nessuno merita questa paura. Nessuno merita di essere ucciso o ferito. Accidentalmente o intenzionalmente.
I nostri parenti, amici, pazienti e colleghi si trovano nei territori attaccati. Non c’è una sola persona tra loro che trarrebbe beneficio dallo spargimento di sangue in corso. Non possiamo stare lontani dal dolore e dalla sofferenza, che aumentano ogni minuto.
La vita umana non ha prezzo. Ci vuole un momento per essere uccisi in azione, mentre il trattamento e il recupero delle vittime possono richiedere anni. E per i momenti della guerra di oggi, pagheremo molti anni dopo. Non importa come l’uso di armi letali sia giustificato, esse rimangono mortali. Mortale e causa di dolore e sofferenza. Pertanto, seguendo i nostri giuramenti e mantenendo un trattamento umano e paritario per tutte le vite, chiediamo l’immediata sospensione di tutte le operazioni con l’uso di armi letali.
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