La figuraccia di Salvini
Grazie, Wojciech Bakun
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Grazie, Wojciech Bakun
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Assenti da ogni tavolo negoziale per fermare la guerra: la condizione femminile (universale) all’alba di un giorno che si vuole dedicato alle donne
• – Simona Sala
Ma anche pesanti messaggi e insulti a sfondo sessista: in un libro ventun donne in politica raccontano il 'lato oscuro' del loro impegno
• – Aldo Sofia
• – Franco Cavani
Quando il boicottaggio dello sport, della cultura, dell’arte cadono nel ridicolo
• – Libano Zanolari
Come e con i suggerimenti di chi si è formata l’ideologia del nuovo zar russo
• – Redazione
E se proprio dovessimo comunque definirla dovremmo chiamarla ‘coercizione cosciente’ perché imposta da fattori e forze esterne
• – Silvano Toppi
Una tragica, pericolosissima svolta che non può essere negata e non può essere ignorata. Intervista al filosofo americano
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• – Franco Cavani
Ennesimo sgambetto al servizio pubblico radiotelevisivo: i diritti dell’hockey nelle mani dei privati
• – Redazione
Nel periodo elettorale i contributi di candidate e candidati sono benvenuti sulla nostra zattera secondo queste regole
Abbiamo sempre pensato che ci sarebbe proprio bisogno un angelo custode contro la sfrontatezza politica, anzi di certi politici. Purtroppo finora mai visto, mai manifestatosi. E invece, almeno per qualche minuto, quell’angelo custode è apparso e ha un nome: Wojciech Bakun, sindaco di persone in fuga da pallottole e bombe. Dopo aver detto di volersi recare anche a Kiev, più prudentemente il leader leghista Matteo Salvini è piombato a Przemys, cittadina polacca sul confine con l’Ucraina, che da giorni accoglie migliaia di donne, bambini, anziani messisi in salvo dalla guerra scatenata dal nuovo zar russo. Dopo aver detto di volersi recare a Kiev, anche sotto le bombe pur di fare qualcosa per fermare la guerra, il leader leghista Matteo Salvini, l’inverosimile pacifista e improvvisato neo-umanitario, ha ripiegato proprio su Przemys.
Una bella photo opportunity: l’uomo dei comizi con rosario [per l’occasione sponsorizzato più di un’auto di F1, ndr], ma anche dei porti chiusi e del filo spinato anti-immigrati, ripreso fra fuggiaschi spossati e in lacrime, qualcuno magari da portare personalmente in Italia, a mo’ di trofeo elettoralistico. Invece, ad aspettarlo, c’era quel sindaco, Wojciech Bakun. Il quale, al leader della felpa, per anni sfegatato, adorante, iperbolico sostenitore di Vladimir Putin, ha mostrato a sorpresa, davanti a fotografi e cameramen, una t-shirt simile a quella che Salvini indossava passeggiando in una delle sue visite a Mosca, il capo del Cremlino in divisa militare stampato sulla maglietta.
Così, il primo cittadino di Przemys ha chiesto conto all’ ‘ospite’ delle sue note simpatie per Putin, non proprio popolarissimo di questi tempi fra i profughi in fuga dai carri armati del leader del Cremlino. Una figuraccia. Con quattro esitanti parole in inglese, il leghista ha bofonchiato di esser lì ‘per aiutare i rifugiati, bambini madri e padri dell’Ucraina’. Ma non ha affatto convinto il signor sindaco, che gli ha replicato suggerendoli di ‘andarli a visitare in tuta militare alla Putin’. Vista la malparata, Salvini si è allontanato fra i fischi e grida di ‘pagliaccio, buffone, vergogna’. Poco dopo, incalzato dai giornalisti che insistono nel chiedergli se è ‘anche contro la guerra di Putin’, sbotta ‘Si, anche contro quella di Putin’. Sincero o no, scene da archivio storico. Che ha super-animato i social, ex arma letale del ‘nostro’. Grazie angelo custode anti-spudoratezza politica. Magari, fatti vivo più spesso.
https://twitter.com/BBilanShit/status/1501200582819860492?s=20&t=PfsstYGeCPlCSz1r396qGQ
(se la logica fa parte della filosofia…)
È quello di Facebook, che in un giorno ha perso in Borsa il 22%: cause dello scivolone e interrogativi. È iniziato il declino del colosso digitale?