Dittatura di una (pseudo)maggioranza
E’ banale ovvietà dire che la democrazia si valuta anche dal modo con il quale essa tratta le minoranze. Talmente banale da non essere quasi mai praticata nella realtà, in cui la...
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
E’ banale ovvietà dire che la democrazia si valuta anche dal modo con il quale essa tratta le minoranze. Talmente banale da non essere quasi mai praticata nella realtà, in cui la...
• – Marco Züblin
Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
Recentemente il capo del Dipartimento federale delle finanze Ueli Maurer ha dichiarato che i provvedimenti “anticovid” costano alla nostra economia (lui ha usato il termine...
• – Redazione
Ticino, in una struttura ospedaliera. Visita di controllo. Approfondita. Da uno di quei medici che non contano i minuti. Dobbiamo aspettare un po’ per ricevere l’esito di un test....
• – Aldo Sofia
“Il ministro della sanità più caro della Svizzera”, tuona il presidente dell’UDC Marco Chiesa all’ultima assemblea dei delegati del suo partito rigorosamente online....
• – Fabrizio Triulzi
Era la fine gennaio del 2020 quando l’Organizzazione mondiale della sanità decretò l’emergenza internazionale in relazione al Covid19. Poche settimane dopo avemmo la conferma che...
• – Riccardo Fanciola
Stampa / Pdf
• – Daniele Piazza
Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
Niente di meglio di una proposta vecchia (2016) per inaugurare una collaborazione. Soprattutto se la cosa vecchia sembra mostrare ogni giorno di più di non essere muffa, da...
• – Marco Züblin
Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
In Svizzera questo aspetto assume connotati a volte curiosi, spesso intollerabili. Ad esempio, un partito che ottiene una maggioranza relativa nel contesto di elezioni cui partecipa al massimo la metà degli elettori, rappresenta una spesso infima maggioranza dei cittadini, con qualche evidente deficit a livello di legittimità; questa circostanza dovrebbe condurre tali “vincitori” ad assumere un atteggiamento più modesto e inclusivo, ma ciò non avviene e, anzi, quanto più è banalmente populista il messaggio del partito tanto più esso vuole accamparsi come incarnazione del verbo della nazione tutta.
Abbiamo, di questo, un esempio scolastico in questo nostro scombiccherato agone politico, in cui una compagine partitica che incarna e promuove tutti i bassi istinti tende a sdoganarli come un mainstream locale, come voce corale del popolo. Non solo: alcuni rappresentanti, assai indegnamente assurti ad alti scranni dell’esecutivo (e che hanno addirittura osato ritenere di essere degni di ben più alte cariche, prima di essere risvegliati a sberle dai saggi Elveti), utilizzano la (abusano della) propria posizione per continuare a fare gli agitatori politici, anche se pagati da tutti noi per fare ben altro; con la legittimazione che essi, a torto, ritengono di aver ottenuto dalle urne. La voce della decenza non riesce a raggiungerli fin lassù, su tali autoeretti altari; e soprattutto non li conduce a diventare agitatore politico (a spese sue e dei suoi sodali, forse) a tempo pieno, e non il gestore della cosa pubblica a spese nostre.
In questa bolla pandemica, questo modo di pensare conduce – disonestamente, ma chissene – a fare un uso ideologico dell’emergenza sanitaria, proponendo soluzioni (divieti) che ricalcano e tentano di sdoganare, per interposto Covid, le richieste urlate in tempi meno ansiogeni, ad esempio gli ostacoli al movimento dei frontalieri o alla libera circolazione transfrontaliera dei residenti. Nice try, direbbero gli inglesi; per fortuna ci sono teste pensanti al di là delle Alpi, che liquidano tali istanze nel limbo dell’innocuo folclore meridionale, da guardare al massimo con la benevola condiscendenza che si riserva ai bimbi.
Dopo la pandemia: rivolte sociali e svolte storiche
Definiti “diavoli” dalla copresidente Rosario Murillo, alti prelati, sacerdoti e addirittura presbiteri affrontano ogni giorno l’arresto, l’incarcerazione, l’espulsione dal Paese