Se per il Senato Giorgia Meloni ha scelto il più ‘nostalgico’ fra i post-fascisti (La Russa), per la poltrona più alta della Camera dei deputati Matteo Salvini, che in diversi comizi ostenta il rosario e immagini della Madonna (irritando e infastidendo non pochi praticanti), sceglie il suo cattolico più ultrà. Dato per sicuro fino a pochi giorni fa, ha rinunciato alla prima scelta, cioè al pasdaran Molinari, giovane e fedelissimo, a cui ha chiesto il sacrificio di rimanere capo-gruppo della Lega a Montecitorio, e ha imposto Lorenzo Fontana. Non proprio uno sconosciuto, vista la sua frenetica attività per la promozione del Verbo.
“Recita l’Ave Maria cinquanta volte al giorno, sui social posta foto di santi e madonne, è ‘per restringere il diritto all’aborto, avversario dell’eutanasia, ostile alla società multiculturale (‘ama il prossimo tuo, cioè quello in tua prossimità’, si è fatto sposare con rito tridentino da un prete tradizionalista”. Si apre così il ritratto che su “la Repubblica” ne fa Concetto Vecchio.
Fontana è soprattutto noto per essere stato “il padrino del famoso convegno sulla famiglia a Verona, la sua città natale nel 2019”, prosegue l’autore, “e si è vantato di festeggiare San Marco e non la Resistenza il 25 aprile”, come del resto il suo capo e la premier in pectore. Cattolico e ultrà anche dell’Hellas Verona, squadra cittadina di Serie A, la cui curva ribolle di slogan razzisti e nazisti. “Ma è stato a lungo pure un incallito tifoso di Putin, si fece fotografare con una maglietta anti-sanzioni, prefigurava la Lega ‘partito di cerniera’ fra Trump e il Cremlino’, ne elogiava il sistema di valori”.
Ardori putiniani a cui ha messo la sordina dopo l’inizio della guerra. Ma, segnala Concetto Vecchio, ha mantenuto la passione pubblica per l’ungherese Viktor Orban (‘grazie a lui il tasso di natalità è salito da 1,3 figli per donna a 1,6’) e per Marine Le Pen (fu lui a portare il Carroccio nell’ENF, il gruppo euroscettico nel parlamento di Strasburgo… Ha tessuto il filo con gli estremisti tedeschi dell’Adf, e inviato saluti agli amici di Alba Dorata in Grecia”, gruppo dichiaratamente nazista, finito fuorilegge.
Fontana (figlio di una ex emigrante in Svizzera) è stato testimone di nozze di Salvini, che lo ha voluto come vice-segretario. Ha sgobbato come studente-lavoratore per ottenere tre lauree: storia, scienze politiche, filosofia, quest’ultima naturalmente alla pontificia università San Tommaso d’Aquino Angelico”. Nel suo discorso di ringraziamento dopo l’elezione ha detto che ‘l’Italia non deve omologarsi’, ed è chiaro a cosa alludeva. Per una volta compatta, l’opposizione in aula non ha applaudito all’esito della votazione.
I progressisti italiani – conclude l’articolo della ‘Repubblica’ – “avevano tirato un sospiro di sollievo per la mancata elezione di Simone Pillon” (il più tenace attivista contro i diritti LGBT) “ma si ritrovano un integralista putiniano sulla poltrona più alta di Montecitorio”.
Nell’immagine: fotogramma dal citato video di saluto del 2016 di Lorenzo Fontana per il congresso di Alba Dorata, partito neonazista greco dichiarato dalla corte d’appello di Atene “organizzazione criminale”