Trovato un reperto della società liberale
Per chi dice ‘ideologico’ e pensa di aver detto tutto
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Per chi dice ‘ideologico’ e pensa di aver detto tutto
• – Silvano Toppi
Conferme e novità del palinsesto televisivo della RSI
• – Enrico Lombardi
Ricordo della prima intervista a un giornale straniero del leader zapatista, che oggi scrive libri per bambini
• – Gianni Beretta
Una storia di lobbismo e connivenze all’origine di una legislazione fra le più lassiste a livello internazionale
• – Daniele Piazza
Dopo 79 anni Bruna Cases per la prima volta di nuovo sul punto del confine dove entrò in Svizzera salvandosi dai nazisti
• – Aldo Sofia
Contrasti fra avversari, schieramenti e anche dentro i partiti: che devono decidere che fare con Draghi. O lo decideranno i mercati finanziari?
• – Aldo Sofia
Mortalità ridotta, scarsa diffusione di vaccini e un impatto devastante sulla povertà
• – Redazione
L'interessato 'allarme' dell'Economist che dà per scontato un ritorno dello Stato che non c'è
• – Aldo Sofia
Un’informazione che sulle strategie sanitarie contro il virus non approfondisce e troppo spesso si schiera col pensiero dominante
• – Delta Geiler Caroli
Mentre si avvicina il ‘Giorno della memoria’, la testimonianza di chi nel 1943 trovò la salvezza dalle persecuzioni razziali e dai rastrellamenti entrando in Svizzera
• – Redazione
Per chi dice ‘ideologico’ e pensa di aver detto tutto
Qui (considerato che aleggia anche dalle nostre parti il clima della elezione presidenziale italiana) può venirci in aiuto un autentico “liberale”, un autentico politico che fu anche un grande giornalista ed economista, Luigi Einaudi. Nel suo discorso di investitura a presidente (1948-55, anni non certo facili) si dispiaceva, davanti ai parlamentari “di non poter più partecipare ai dibattiti, dai quali soltanto nasce la volontà comune, e di non poter più sentire la gioia, una delle più pure che cuore umano possa provare, di essere costretti a poco a poco dalle argomentazioni altrui a confessare a sé stessi di avere in tutto o in parte torto. E di accettare, facendola propria, anche l’opinione di altri”.
È un reperto della civiltà liberale, ormai in via di estinzione, soffocata dalla nuova intolleranza, dall’incapacità di discutere, dalla refrattarietà al metodo del confronto senza etichettature mortifere, dal trionfo dell’ignoranza del twittarolismo, dall’insofferenza per il dissenso, per il pensiero divergente, dalla demonizzazione di chi non è come noi o non la pensa come noi perché li ritiene demolitori dei propri interessi e affari o ne teme l’infezione morale. È il trionfo di quella che altrove, in regimi cari anche ad alcuni dalle nostre parti, politici e finanzieri, si è definita, con un ossimoro che più paradossale non si può: democrazia illiberale. Il cui primo obiettivo è sempre quello di far tacere le voci considerate non conformi. O anche pretendere a propria immagine, idea ed interesse giornali (anche acquistando pagine redazionali… salvando la libertà redazionale), televisione e giudici.
Libero Casagrande appartiene a quelle figure umane e culturali che ci hanno consegnato, insieme all’amicizia, una responsabilità
I dipendenti di Amazon: siamo trattati come prigionieri che sono lì per portare a termine un lavoro