Ora è il tempo della concretezza
Approvata l’iniziativa sulle ‘cure forti’, è urgente la necessità di agire
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Approvata l’iniziativa sulle ‘cure forti’, è urgente la necessità di agire
• – Redazione
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• – Redazione
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• – Redazione
I nostri articoli su Mimmo Lucano Il libro di Mimmo Lucano “Il fuorilegge” può essere ordinato presso la libreria Il Segnalibro Stampa / Pdf
• – Redazione
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• – Patrizio Broggi
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• – Redazione
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• – Rocco Bianchi
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• – Redazione
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• – Enrico Lombardi
Meno di un mese fa la consigliera nazionale UDC Martina Bircher, alla trasmissione “Arena” (SF) sosteneva come non vi sia una situazione davvero emergenziale nel settore delle cure, come non sussista alcuna necessità di offrire privilegi ai professionisti sanitari e come, in virtù di queste evidenze, i privilegi degli stessi professionisti non siano da inserite nella costituzione. Stizzita (anzi, piuttosto imbufalita) aggiungeva poi come non ci si debba sorprendere davanti alla carenza di giovani desiderosi di intraprendere la professione di infermiera/e, dal momento che la stessa categoria professionale in questione non fa che dipingerne le condizioni quadro a tinte fosche.
Il risultato emerso dalle urne oggi, con il 61% dei votanti favorevole al miglioramento delle condizioni del personale curante, dimostra come gran parte della popolazione (fortunatamente, è il caso di aggiungere) la pensi diversamente dalla Consigliera nazionale Bircher e dai detrattori rimasti più o meno in ombra. È pur vero che osteggiare l’iniziativa avrebbe forse portato a una perdita di consensi, così come, per correttezza di informazione, va sottolineato che purtroppo, anche laddove esisteva la possibilità, non tutti gli attori coinvolti hanno sostenuto l’iniziativa come avrebbe richiesto il loro ruolo.
Oggi il popolo svizzero, nonostante la spinta delle forze politiche verso l’accettazione del controprogetto (forze politiche che per mesi hanno sottolineato lo sforzo quasi caritatevole messo in campo nei confronti di infermiere e infermieri), ha deciso di approvare l’iniziativa, riconoscendo il fatto che la salute è un bene prezioso e come tale va difeso.
Il popolo svizzero ha così anche rinnovato il patto sociale stipulato con infermiere, infermieri e personale curante. Meno di un mese fa il Consiglio Internazionale degli Infermieri ha emanato il nuovo codice etico in cui sono espresse richieste e aspettative della società e in cui si evidenziano i valori fondamentali legati alla professione: rispetto, giustizia, empatia, sensibilità, prendersi cura, compassione, affidabilità e integrità. Questi stessi valori imprescindibili possono fiorire ed essere garantiti solo laddove accompagnati e rafforzati da una formazione di base e continua di alto livello, da conoscenze tecniche e scientifiche, in ambito comunicativo, etico, socio-politico ed economico.
Tuttavia, un patto non è mai unidirezionale, e ora alla società si chiede di mettere infermiere e infermieri nella condizione di poter soddisfare le richieste con cui quotidianamente si trovano confrontati. E oggi la società si è espressa sulle condizioni che intende offrire a professioniste e professionisti delle cure, i quali da anni versano in una situazione difficile, non è infatti un caso se l’abbandono della professione e il rischio di esaurimento emotivo sono proporzionalmente più alti rispetto ad altre professioni (il 40% del personale abbandona la professione prima del pensionamento, di questo 40% un terzo la abbandona prima dei 35 anni).
Ma oggi è un giorno di festa: finalmente si apre uno spiraglio all’orizzonte per migliaia di professionisti sanitari, anche se questo voto, per quanto lasci ben sperare, non rappresenti certo un punto di arrivo, ma piuttosto un ottimo punto di partenza. E se i perdenti del controprogetto ancora oggi ci hanno tenuto a sottolineare il tempo che ci vorrà per implementare le richieste votate, vogliamo ora confidare nel good will del mondo politico, che crediamo in grado di leggere l’urgenza d’intervento, non da ultimo alla luce dell’imminente sforzo che le e i curanti sono chiamati a compiere con la quarta ondata pandemica che incombe sulla Svizzera.
E se è vero, come hanno a più riprese preteso i sostenitori del controprogetto, che alcune misure saranno implementabili immediatamente (investimenti finanziari nella formazione di base e continua e possibilità di fatturare le prestazioni in modo diretto), non abbiamo dubbi che esse lo saranno a maggior ragione dopo un voto così eloquente, insieme ad altre, altrettanto importanti.
Per concludere, vorremmo citare Graziano Meli, che a questo proposito si era già espresso su Naufraghi/e, dichiarando che continuiamo a non chiedere la luna: ci basterebbe che ognuno potesse svolgere il proprio lavoro in serenità e che la politica coinvolgesse il personale curante nella ricerca di soluzioni. Insomma, che infermiere e infermieri disponessero delle condizioni migliori per garantire cure di qualità a tutta la popolazione, tenendo così fede a un patto sociale imprescindibile.
Ha fatto e fa discutere una recente intervista radiofonica a Tito Tettamanti
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