Generali sediziosi nella Francia di Macron
Una ventina di generali in pensione, ma anche ufficiali attivi: "di questo passo sarà guerra civile", e ci penseranno loro ‘a riportare l’ordine’
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Una ventina di generali in pensione, ma anche ufficiali attivi: "di questo passo sarà guerra civile", e ci penseranno loro ‘a riportare l’ordine’
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Lo hanno fatto dalle colonne di “Valeurs Actuelles”, settimanale di ultra-destra, che ha reiterato ospitando negli scorsi giorni un secondo appello, stavolta di ufficiali attivi, anche se anonimi. Documento rivolto in particolare al capo dell’Eliseo Emmanuel Macron. Una lista di allarmi e luoghi comuni tipici del sovranismo più radicale: l’immigrazione, l’Islam, le periferie ormai ‘controllate’ da gruppi anti-statali, la tirannia dei benpensanti, le élite intellettuali considerate in blocco espressione della sinistra ‘ante-popolare’, la violenza che domina città e villaggi, l’odio per la Francia e per la sua storia patria, l’antirazzismo (sic), il ‘comunitarismo’ disgregante ormai prevalente nel dibattito pubblico. Fino alla minaccia finale: l’inevitabilità, di questo passo, di precipitare nella guerra civile; e in questo caso, “sarà l’esercito a mantenere l’ordine, perché sarà ciò che gli verrà chiesto”.
Propositi al limite della sedizione. Non a caso l’appello dei generali è stato reso pubblico proprio il 21 aprile, nell’anniversario del putsch dei generali d’Algeri del 1962, contro il potere repubblicano di de Gaulle, che aveva finalmente deciso il ritiro della Francia dall’ex colonia. “Retorica, vocabolario, toni e riferimenti tipici dell’estrema destra”, ha reagito la ministra della difesa Florence Parly, socialista, mentre lo Stato maggiore delle forze armate preannuncia inchieste e sanzioni. Ma c’è anche una componente della politica francese – e qualche nome noto fra gli opinionisti transalpini – che si compiace e sostiene apertamente le posizioni dei ‘ribelli’. Per esempio Rachida Dati, ex ministro della giustizia di Sarkozy. E, naturalmente, Marine Le Pen, candidata presidenziale dell’ex Front National (oggi Rassemblement National), la destra-destra xenofoba pronta a ritentare la conquista della presidenza francese nelle elezioni dell’anno prossimo. Unitevi a noi, ha in sostanza detto la Le Pen ai potenziali sediziosi. Appello superfluo: un’indagine della facoltà di “Sciences Po” rivela che il 60 per cento dei militari (che sono professionisti) e dei poliziotti francesi già intende votarla nel 2020. Tira una brutta aria sull’ Esagono a un anno dalla gara per l’Eliseo.
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