Ha passaporto italiano. E soprattutto è di sinistra
Gli argomenti con cui la Lega contesta ufficialmente, anche come partito, la nomina di Lorenzo Erroi a responsabile del Dipartimento Cultura e Società della RSI
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Gli argomenti con cui la Lega contesta ufficialmente, anche come partito, la nomina di Lorenzo Erroi a responsabile del Dipartimento Cultura e Società della RSI
• – Aldo Sofia
La privatizzazione che anche in Russia ha interessato l’esercito, all’origine della forza non solo economica del ribelle Prigozhin
• – Yurii Colombo
Victoria Amelina, la poetessa ucraina che fotografava gli orrori sui civili, uccisa da un missile russo a Kramatorsk
• – Redazione
Fra inflazione e recessione sotto la lente l’innalzamento dei tassi di riferimento delle banche centrali
• – Enrico Lombardi
Sulle ennesime, volgari esternazioni di Vittorio Sgarbi, sulla carta sottosegretario al Ministero della Cultura, di fatto incontenibile e squallido chiacchierone televisivo
• – Michele Realini
Intervista al politilogo e sociologo francese Marc Lazar, che afferma: “Cresce il partito di Le Pen”
• – Redazione
Il teatrino dell’ultimo consiglio europeo. Come i sovranisti, amici della Meloni, boicottano lo storico accordo sulla ridistribuzione dei migranti nell’UE
• – Aldo Sofia
Ben tre commenti del «Mattino» dedicati all’occupazione degli autogestiti, fra panna montata, rimbrotti e rampogne come piovesse
• – Enrico Lombardi
• – Franco Cavani
Seppur assai diversi fra loro, i Paesi del “Gruppo 77” si ritrovano attorno alla volontà di far emergere un nuovo ordine internazionale multipolare dove i loro interessi economici e strategici vengano ascoltati e compresi
• – Redazione
Gli argomenti con cui la Lega contesta ufficialmente, anche come partito, la nomina di Lorenzo Erroi a responsabile del Dipartimento Cultura e Società della RSI
Accipicchia, stavolta non si tratta “soltanto” dell’opinione del domenicale che ogni sette giorni sfodera la spada del “primanostrismo” e abbassa del tutto le paratie della volgarità polemica nel tentativo di colpire chi ha scelto come bersaglio di turno, siano i “bambela” di Bellinzona, quei sette che a Berna “calano le braghe davanti all’Europa”, oppure i rifugiati che addirittura fanno aumentare “la fattura dell’elettricità”.
No, questa volta scende in campo proprio il partito: fatto non banale, visto che all’iniziativa si vuol dare in tal modo il massimo di autorevolezza e ufficialità. E’ infatti firmato Lega il comunicato pubblicato nel numero dello scorso 2 luglio con cui si contesta la nomina di Lorenzo Erroi a responsabile del Dipartimento Cultura e Società della RSI. Scende perciò in campo, compatto, il partito che ha la maggioranza relativa nell’esecutivo cantonale, mica solo il “Gigi di Viganello”, o uno della fauna (anonima, ma mica tanto) in linea col dileggio, e nemmeno unicamente il consigliernazionale-municipale luganese che dirige la testata, e che, nella dicotomica scelta fra “partito di governo ma anche di opposizione” (o “di battaglia”) sceglie puntualmente la seconda, ora ancor più, nella convinzione che sia la via maestra, a corsia multipla, per recuperare la parte di elettorato perduto.
Ovvio, uno schieramento politico ha diritto di esprimersi anche sulle nomine all’interno della principale azienda di comunicazione – informativa, culturale, di intrattenimento – del Cantone. Che oltretutto è di “servizio pubblico” (anche se personalmente siamo convinti che ad ogni organo di stampa indipendente vada riconosciuta una funzione di pubblica utilità e come tale vada aiutato, particolarmente in un periodo difficile come l’attuale). Qui il problema è evidentemente un altro. E’ quello degli argomenti usati, strumentalmente usati, per contestare la scelta fatta a Comano (pardon dal vertice della “Pravda di Comano”). Sostanzialmente tre argomenti.
Primo: il nominato ha un passaporto non svizzero, e quindi (come se vi fosse una consequenzialità automatica e indiscutibile) il fatto di essere di nazionalità italiana sarebbe sufficiente a certificarne l’insufficiente conoscenza della realtà cantonal-confederale.
Secondo: la SSR-RSI dovrebbe essere considerata una sorta di prestatore d’opera pubblico, quindi i suoi “funzionari” andrebbero cercati e trovati esclusivamente fra i detentori del passaporto “giusto”, sempre per garantire una piena familiarità politico-sociale-economica-identitaria col territorio e la sua popolazione rossocrociata al di qua e al di là del Gottardo.
Terzo: non lo dice il comunicato ma è stato ampiamente commentato dal giornale anche nello stesso numero di tre giorni fa: il nominato è di sinistra, quindi per i denuncianti il peggio del peggio, oltretutto in un’azienda già zeppa di “sovversivi”, fra l’altro sostenitori dei “brozzoni” dell’autogestione molinara.
Ora, ricapitolando le tre motivazioni del “nyet” di via Monte Boglia. Sulle riconosciute qualità giornalistiche di Lorenzo Erroi si tace (come sulla parte del curriculum di studi non solo italiano), mentre è dimostrabile che il suo lavoro, e su qualunque argomento, conferma che non c’è campo in cui non abbia dimostrato di conoscere approfonditamente i temi del Cantone e della Confederazione, anche nell’ambito culturale, e chi è stato da lui avvicinato e intervistato lo può confermare. Alzare barriere nell’ambito del trattamento della cultura è più che mai anacronistico, e basta mettere il naso fuori dalla porta per rendersene conto (a proposito, come la mettiamo allora con la neo-rettora dell’USI, Luisa Lambertini, prestigioso curriculum, doppio passaporto svizzero e italiano, e che giocò nella nazionale azzurra di pallamano?). La SSR-RSI è poi un’azienda che ha ricevuto un mandato dalla Confederazione, ma rimane pur sempre un’azienda, non un ufficio cantonale o federale, e perciò applica strategie aziendali (piacciano o meno) in modo indipendente. Infine, Erroi fa parte, come vice-direttore, di una testata giornalistica che manifesta le proprie libere convinzioni (e ci mancherebbe), ma che non ha mai risparmiato eventuali rilievi critici a nessun partito, a destra o a sinistra (dal “decreto Morisoli” alla “candidatura blindata” di Marina Carobbio per il Consiglio di Stato, per fare due soli esempi). Senza dimenticare che “La Regione” ospita regolarmente, come altri organi di informazione, anche opinioni diverse e contrarie alle posizioni del giornale.
Comunque, era prevedibile che il “primanostrismo” contestasse la decisione di proporre Erroi da parte del direttore Mario Timbal, di cui vanno perciò segnalati indipendenza e una sicura dose di coraggio. Scelta poi suffragata da una serie di verifiche fatte non soltanto a Comano, ma anche a Berna, in un procedimento che, fra incontri, colloqui, audit, cerca di individuare la massima professionalità. Che poi non siano sempre soluzioni per tutti convincenti è un altro discorso. In questa circostanza c’erano altri candidati, con le carte in regola. Se la scelta finale è caduta su Lorenzo Erroi si sarà collettivamente ritenuto che il collega avesse un po’ più di altri le qualità e le conoscenze richieste. E quando mai, altre nomine fatte nel recente passato dall’attuale direzione hanno provocato la reazione ufficiale (ripetiamo: ufficiale) della Lega o di altri partiti cantonali?
Infine, nelle affermazioni vergate in via Monte Boglia, si scommette sulla nomina di Erroi come ulteriore elemento a favore della prossima iniziativa referendaria dei “200 fr. bastano”, di marca Udc-Lega, che si propone di tagliare del quaranta per cento il canone radio-televisivo: una revisione “addolcita” della proposta “No Billag”, ma per certi aspetti ancor più insidiosa, perché la prima era talmente irrealistica con la sua conseguenza pratica di eliminare in sostanza la SSR che anche per questo è stata sonoramente bocciata con oltre il 70 per cento delle opinioni espresse a livello nazionale; quella odierna è studiata per azzopparla gravemente, in modo irreparabile, compromettendo la sopravvivenza di molti programmi, di molti posti di lavoro, di molti mandati a ditte, di copiose produzioni esterne non solo cinematografiche di un ente che – nonostante la larga bocciatura del “No Billag” – ha subito proceduto sulla strada dei risparmi e dei sacrifici anche dolorosi, non tutti comprensibili per sostanza o accettabili per metodo.
Delle quattro entità che formano la SSR – praticamente quattro lingue e altrettanti programmi radio-televisivi oltre alle quattro offerte on-line (nel vincolante rispetto del federalismo, un unicum a livello non solo europeo) – a farne maggiormente le spese sarebbe la RSI. Quindi, anche e soprattutto il suo pubblico. Il quale, se ben informato sulle ragioni e i pericoli della nuova sfida, potrà consapevolmente reagire. Certo, sarà battaglia dura. Ma non impossibile.
Nell’immagine: la scultura di Remo Rossi all’ingresso della RSI a Besso
Gli orfani (provvisori?) di Trump, o i delusi (pochi?) di Salvini, possono consolarsi guardando ad Est. L’Est europeo. Inteso come i battistrada del “gruppo...
Crescono tensione e pressione, fra problemi interni e dure critiche esterne