Né con il medioevo, né con l’illuminismo?
Vicenda Usi-Erez: all’ex rettore viene negato "l’uso pubblico della ragione" in quanto libero cittadino?
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Vicenda Usi-Erez: all’ex rettore viene negato "l’uso pubblico della ragione" in quanto libero cittadino?
• – Virginio Pedroni
A poche ore dal verdetto presidenziale, ritratto di un paese ‘ribelle’ ultima speranza della le Pen
• – Redazione
C’è sia l’evidenza delle atrocità commesse dall’esercito di Putin, sia l’intenzione di volerle commettere: il grande storico delle uccisioni di massa Timothy Snyder rilegge e spiega l’articolo pubblicato dalla Novosti e tradotto in italiano da Naufraghi/e
• – Redazione
Si chiude anticipatamente e non senza interrogativi ancora aperti un rettorato che ha segnato l’indubbia crescita dell’Università della Svizzera Italiana
• – Pietro Montorfani
Fare la guerra e poi condurre le trattative fra vincitori e vinti è sempre una questione di uomini; pensiamo invece ad una iniziativa pacifista al femminile
• – Delta Geiler Caroli
Tre divagazioni impertinenti sul filo dell’attualità
• – Silvano Toppi
Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
Una riflessione ed una proposta educativa in occasione della Giornata Mondiale della Terra - di Manuela Varini
• – Redazione
In occasione della Giornata mondiale della Terra riproponiamo un importante contributo di Bruno Giussani sulla vitale necessità di conciliare gli obiettivi di sicurezza energetica a breve termine con gli obiettivi climatici a lungo termine
• – Bruno Giussani
Il debito pubblico non è una sciagura: ne beneficiano tutti se utilizzato per investimenti produttivi; inoltre la Confederazione è soprattutto esposta nei confronti di investitori istituzionali elvetici, poco all’estero
• – Spartaco Greppi
Vicenda Usi-Erez: all’ex rettore viene negato "l’uso pubblico della ragione" in quanto libero cittadino?
I paludati comunicati ufficiali parlano di divergenze sulla conduzione amministrativa, che già avevano portato alla definizione di una nuova figura di vertice (un direttore/direttrice operativo/operativa) in quell’ambito, da affiancare al Rettore. Comunque, che cosa si rimproveri precisamente ad Erez non è dato sapere a chi non è addentro alle segrete cose. Qualche elemento è fornito, sulle pagine di Naufraghi/e, da Pietro Montorfani, coautore di una storia dell’Università della Svizzera italiana (Dadò editore), che fa nomi e cognomi dei protagonisti dei presunti contrasti, senza che si chiariscano veramente i termini della questione. Chiarissimi e numerosi, invece, sono i meriti riconosciuti al Rettore uscente per quanto compiuto in favore dell’USI; un riconoscimento che rende ancora più strano il siluramento.
Ma, in mezzo a tanti sussurri, giunge, forte e chiaro, il grido di Paride Pelli, che dalle colonne del Corriere del Ticino fornisce, con inesorabile realismo, una interpretazione tutta politica dell’accaduto, sotto il titolo: “Un epilogo doloroso ma anche inevitabile”. Ad essere rimproverati a Erez sarebbero soprattutto gli atteggiamenti critici assunti, a titolo personale, riguardo a eventi di interesse pubblico assai scottanti, come ad esempio l’abbattimento del centro autogestito. Se vogliamo fare ricorso a concetti kantiani, tratti dal famoso testo “Che cos’è illuminismo” (1784), a Erez non vien tanto rimproverato il suo “uso privato della ragione” (cioè nell’ambito dell’esercizio della sua funzione di Rettore), ma il suo “uso pubblico della ragione”, in quanto libero cittadino e intellettuale che si rivolge all’opinione pubblica. Kant rivendicava in questo secondo ambito l’assoluta libertà di parola e lodava il suo re, il despota illuminato Federico II di Prussia, per il rispetto di questa importante libertà. Una distinzione, quella fra i due usi della ragione, rispettata nella Königsberg e nella Berlino del tempo dei Lumi, e che, invece, in Ticino qualcuno considera orami superata. Che tale trascuratezza venga condivisa e promossa dal direttore di un quotidiano indipendente, che dovrebbe d’ufficio sostenere, invece, la libera espressione del pensiero, rende la cosa ancora più inquietante.
Se l’eredità illuminista sembra fuori moda, vorremmo almeno sapere che ne è di quella medievale, relativa all’autonomia delle università. Nate nel medioevo come corporazioni di studenti o professori, le università e i loro operatori furono storicamente sempre molto gelosi delle loro autonomie e prerogative. Ci piacerebbe dunque sapere che cosa, oggi, pensano studenti e professori dei motivi e dei modi di questo siluramento. È possibile che una decisione così traumatica non meriti una valutazione da parte del corpo docente e discente? Ci attendiamo, quindi, parole chiare dal Senato accademico dell’USI, fra l’altro opportunamente voluto nel 2016 dal Rettore appena congedato.
Le crisi portano difficoltà, ma possono anche essere occasioni di crescita. Sarebbe bello se questa vicenda rafforzasse le richieste di maggior trasparenza e democrazia nella gestione del nostro ateneo, la cui nascita e il cui consolidamento sono fra i pochi eventi positivi in Ticino negli ultimi due decenni.
Due magnifiche pellicole d’animazione raccontano con brio e profondità le vicende umane di giovani afghani: stasera al Lux ‘My Sunny Maad’, e dibattito
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