I crucci di Ignazio Cassis con l’Unione europea
La Svizzera è per il momento fuori gioco e subisce la prime ritorsioni
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La Svizzera è per il momento fuori gioco e subisce la prime ritorsioni
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La Svizzera è per il momento fuori gioco e subisce la prime ritorsioni
“Ignazio Cassis arriva o troppo tardi o troppo presto”. La battuta rispecchia l’accoglienza di Cassis all’Unione europea per la sua prima vista ufficiale in assoluto da quando dirige il dipartimento degli esteri, da ben 4 anni insomma. Troppo tardi, perché i cocci dell’accordo quadro sono finiti nella spazzatura. Troppo presto perché la spaccatura è troppo brusca per riattivare una trattativa affossata dopo ben 7 anni di discussioni. L’UE è irritata e affila l’arma delle ritorsioni. La Svizzera vuole calmare le acque, salvare il salvabile. Francia e Germania le voltano le spalle, soltanto l’Austria mostra comprensione.
Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz sollecita l’Unione europea a proseguire la collaborazione scientifica con la Confederazione. Era in giugno, ma appena un mese dopo l’UE esclude la Svizzera dalla champions league della ricerca scientifica. A farne le spese i politecnici, le università, ma anche piccole e medie imprese che non sono più associate ai progetti più promettenti di Horizon Europe.
Un’altra ritorsione penalizza le imprese di apparecchiature mediche. I loro prodotti non sono più certificati automaticamente in Europa, soggiacciono ad una trafila burocratica, i costi aumentano le esportazioni diminuiscono. Come se non bastasse Swissmedic non ha più accesso alle banche dati europee. E’ tagliata fuori dalle informazioni sulla sicurezza di centinaia di migliaia di medicamenti e tecnologie mediche. Riuscirà a fare tutto da sé? Di certo il carico di lavoro aumenterà notevolmente, con un’impennata dei costi che si ripercuoterà inevitabilmente sui premi delle casse malati.
L’Unione europea esaminerà in autunno il futuro delle relazioni con la Svizzera. Le prime avvisaglie vengono da parlamentari europei come il tedesco Andreas Schwaab : accusa la Svizzera di non accettare compromessi, di rinchiudersi su posizioni massimaliste. Più conciliante l’austriaco Lukas Mandl, invita a valorizzare ciò che accomuna e non ciò che divide. Determinanti saranno però la commissione e il consiglio dei ministri. Risoluzioni concrete slitteranno probabilmente all’anno prossimo, sotto la presidenza francese. E proprio la Francia ha il dente avvelenato contro la Svizzera, considera un affronto la bocciatura degli aerei da combattimento europei a favore dell’americano F-35. I nodi da sciogliere sono molti, dunque per di più in una costellazione decisamente ingarbugliata.
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