IA, l’allarme del guru : “Il settore va regolato come le armi nucleari”
Audizione al Senato Usa di Sam Altman, fondatore e Ceo di OpenAI (ChatGPT):“Siamo preoccupati per l’impatto sulle presidenziali del 2024”
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Audizione al Senato Usa di Sam Altman, fondatore e Ceo di OpenAI (ChatGPT):“Siamo preoccupati per l’impatto sulle presidenziali del 2024”
Di Massimo Basile, La Repubblica
L’Intelligenza artificiale (IA) è uno «strumento» e «non una creatura», ma va tenuto a bada, limitato per legge, controllato da un’agenzia internazionale che «fissi regole per tutti», come è stato fatto con gli armamenti nucleari. Perché potrebbe manipolare le menti, inondare i social di contenuti pensati dai robot, intossicare le elezioni con informazioni false.
A 38 anni Sam Altman, genio precoce di Chicago, fondatore di OpenAI, compagnia americana che ha creato ChatGPT, è considerato uno dei nuovi apostoli globali dell’Intelligenza artificiale. Quando aveva 19 anni, l’età dei balli di gruppo e della noia di gruppo, aveva già inventato una app mobile che creava network in base alla geolocalizzazione. Come molti alla Silicon Valley anche lui vuole salvare il mondo, e come loro non ama contornarsi di “persone inutili”, categoria che comprende il novanta per cento di noi. Ha il terrore di ammalarsi, ha raccontato la madre, la dermatologa Connie Gibstine, per cui quando ha il mal di testa googola per capire se non è meningite o linfoma. Invece è stress e lui, forse, più che ipocondriaco è “cybercondriaco”.
Fino a sei mesi fa non lo conosceva quasi nessuno. Ma da Ceo della compagnia più avanzata nella ricerca sull’AI, l’Artificial Intelligence, è diventato un riferimento per milioni di persone. Due mesi fa, in un incontro organizzato con i media da Microsoft a Seattle, Altman aveva magnificato il potere dell’Intelligenza artificiale. Nelle scorse settimane aveva invitato alla prudenza, forse alla luce del boom inatteso di utenti, più di cento milioni in tutto il mondo in appena due mesi. Davanti alla sottocommissione Giustizia del Senato del Congresso americano, il nuovo guru ha mostrato un approccio molto prudente, a tratti è parso seriamente preoccupato, finendo per spiazzare i senatori, che hanno evitato di metterlo sotto accusa.
È stata la prima volta di Altman a Capitol Hill ma anche la prima in cui qualcuno arrivato dalla Silicon Valley non ha spiegato il mondo dall’alto ma si è posto sullo stesso piano. Per certi versi è stato un evento storico. È stato Altman a chiedere che il governo «legiferi» per «mitigare i rischi» dell’Intelligenza artificiale. «La mia più grande paura – ha detto – è che il campo dell’IA possa fare davvero del male al mondo. Se questa tecnologia prende la direzione sbagliata, diventa veramente sbagliata». Il presidente russo Vladimir Putin ha detto, alcune settimane fa, che chi controlla l’IA controllerà il mondo. Il presidente cinese Xi Jinping ha affermato qualcosa di simile. Altman ha usato parole diverse ma non si è allontanato troppo.
L’impatto sulle elezioni, a cominciare dalle presidenziali americane del 2024, ha ammesso, «è un’area di grande preoccupazione». Il rischio, ha aggiunto, è che possano essere prodotte notizie false per avvelenare il dibattito, influenzare le masse, ma su questo ha detto che stanno lavorando per limitare il rischio. «È cruciale – ha spiegato – che l’Intelligenza artificiale venga sviluppata con valori democratici». «Penso – ha insistito – che abbiamo anche bisogno di regole, linee guida. Questa cosa mi toglie serenità».
Altman ha detto di voler lavorare con il governo per prevenire un uso distorto, pensa a organismi esterni ma non ha promesso di rallentare il processo di ricerca, come chiedevano molti scienziati. Gli Stati Uniti, ha sottolineato, dovrebbero considerare la possibilità di dare licenze per sviluppare modelli di Intelligenza artificiale, ma anche di ritirarle per evitare che finiscano in mano alle persone sbagliate. Il Ceo ha invocato una regolamentazione a livello mondiale, suggerito che sarebbe utile immaginare una gestione come è stato fatto con gli armamenti nucleari. Servirebbe, ha fatto capire, un organismo tipo l’International Atomic Energy Agency, ma applicato ai robot.
Altman ha messo le basi a iniziative bipartisan e proposto la creazione di un’agenzia americana speciale. Poco prima, per rassicurare i senatori, aveva aggiunto: «Ricordiamo che l’IA è uno strumento, non una creatura». La precisazione è arrivata nelle stesse ore in cui è uscita la notizia secondo cui i ricercatori di Microsoft hanno scoperto come l’Intelligenza artificiale sia in grado di fare ragionamenti «umani», risolvendo indovinelli in cui non serve solo il chip ma l’intuizione. Ora l’IA sembra cominciare ad avere anche quella.
Nell’immagine: illustrazione di Daniel Hertzberg da Politico Magazine
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