Il nostro caro Debito Globale
In tredici anni è aumentato di oltre il 30 per cento. Rischi per lo Stato sociale
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In tredici anni è aumentato di oltre il 30 per cento. Rischi per lo Stato sociale
• – Christian Marazzi
Storia esemplare di un truffatore approdato facilmente nell'accogliente Ticino
• – Redazione
Pesante condanna a oltre 13 anni di detenzione per l’ex sindaco di Riace, comune noto in tutto il mondo come modello di integrazione dei rifugiati; e dal Ticino gli viene assegnato un premio
• – Aldo Sofia
foto © Marco D’Anna Ti volevo ringraziare, Jack. – Di cosa, Lou? – Di quando mi hai detto di mettere in moto e siamo partiti verso la Route 66 fregandocene di...
• – marcosteiner_marcodanna
Parte la campagna dei favorevoli, con qualche deficit a livello di onestà intellettuale e di rispetto per i cittadini
• – Marco Züblin
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• – Franco Cavani
Più scelta, meno coesione sociale. Proprio quello che ci voleva
• – Redazione
Cambiano i modi, ma pensiero unico e modello esistenziale preconfezionato sono alla base dei due sistemi
• – Lelio Demichelis
Quelle dei leader spesso sono solo parole. Una frase che vuole segnare un solco: tra chi è attivamente impegnato nella causa climatica e chi la corteggia per interessi di comodo
• – Redazione
Dedicata a tutti quelli che usano gli stessi metodi. Ma non tutte le "bestie" vengono al pettine.
• – Franco Cavani
In tredici anni è aumentato di oltre il 30 per cento. Rischi per lo Stato sociale
Visti i discorsi ricorrenti sul debito, con la colpa associata all’indebitamento e la virtù rappresentata dal risparmio, è facile aspettarsi un’ondata di critiche al lassismo dei poteri pubblici, accompagnate da tesi allarmiste sul debito e sulla necessità di destare la “fiducia” dei creditori. A farne le spese sarà, manco a dirlo, lo stato sociale e tutte quelle voci di spesa che sono necessariamente aumentate a causa della crisi pandemica (ma non solo).
In realtà, da quarant’anni il debito pubblico riveste un ruolo fondamentale per creditori e investitori, al punto che è lecito sostenere che sono i mercati a dipendere fortemente dal debito pubblico. Chiediamoci: non è forse la finanza a stimolare l’esplosione del debito, assai più delle presunte spese pubbliche eccessive? Solo il fatto che paesi come la Francia, la Germania o la Svizzera riescano a indebitarsi a tassi negativi, ossia guadagnano prendendo soldi in prestito, e, cosa ancor più sorprendente, ci siano investitori che accettano di perdere soldi per prestarglieli, dovrebbe suscitare qualche interrogativo.
Da quando, a metà anni Ottanta, gli Stati ricorrono direttamente ai mercati finanziari per coprire i propri debiti, l’indebitamento dei paesi ricchi è aumentato in modo impressionante. Gli sgravi fiscali ai più ricchi hanno fatto la loro parte, favorendo l’investimento del risparmio fiscale nel debito pubblico (generato dagli sgravi fiscali). L’aumento del volume dei Buoni del Tesoro, considerati particolarmente sicuri, ha permesso agli investitori di compensare investimenti molto più rischiosi, tant’è vero che la crescita dei mercati azionari e l’impennata del debito pubblico seguono la stessa traiettoria. Anche per le banche, che usano i titoli di Stato come collaterali per procurarsi liquidità da investire a breve (transazioni “repo”, repurchase agreement), il debito pubblico rappresenta il lubrificante indispensabile per realizzare profitti.
Insomma, l’aumento del debito globale va visto come un effetto della finanziarizzazione dell’economia. Il rischio è che gli Stati si sottomettano al volere degli investitori che, confrontati con la possibilità di un’esplosione del debito pubblico, impongono misure d’austerità sociale per non compromettere i propri profitti.
Sul tema segnaliamo l’articolo di Frédéric Lemaire “Cette dette dont les créanciers raffolent” apparso su “Le Monde diplomatique” e in italiano su “il manifesto”, settembre 2021
Testo dell’intervento nella rubrica Plusvalore di Rete Due
La neutralità deve essere ancorata nella Costituzione? Dopo gli sconvolgimenti geopolitici dell’ultimo anno, il tema è attuale. Il vero dilemma è se si vuole una neutralità armata...
Cosa sarà mai il Covid di fronte ad una bella boccata di aria fresca?