La sinistra salomonica
Fortemente divisi sul 'Polo Sportivo e degli Eventi', i socialisti luganesi decidono di 'lasciare' libertà di voto per il prossimo referendum: approccio democratico, ma anche utile? E a chi?
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Fortemente divisi sul 'Polo Sportivo e degli Eventi', i socialisti luganesi decidono di 'lasciare' libertà di voto per il prossimo referendum: approccio democratico, ma anche utile? E a chi?
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Fortemente divisi sul 'Polo Sportivo e degli Eventi', i socialisti luganesi decidono di 'lasciare' libertà di voto per il prossimo referendum: approccio democratico, ma anche utile? E a chi?
Sono stati una quarantina i socialisti luganesi (aderenti al partito e simpatizzanti) a rispondere all’appello della direzione cittadina del partito per un’assemblea straordinaria da tenersi onde chiarire le idee del PS di Lugano sul sì o no al Polo sportivo degli eventi su cui incombe un referendum popolare.
Un esercizio di democrazia, hanno sottolineato i co-presidenti sezionali Tessa Prati e Filippo Zanetti.
E così è stato, per la lunghezza di una buona metà del pomeriggio luganese che i presenti hanno dedicato al dibattito condotto da John Robbiani, redattore del “Corriere del Ticino”, e in cui si sono confrontati Carlo Zoppi e Daniel Alves, favorevoli, e Martino Rossi e Rocco Bianchi, contrari.
Una ricca pagina di pareri l’ha offerta anche la base presente, che, oltre e a volte anche al di là dei relatori presenti, si è confrontata duramente sulla posta in palio.
Le due posizioni principali emerse dal dibattito sono infatti state: accettiamo il polo sportivo così com’è, anche se oggi è imperfetto, perché se non lo accettiamo non avremo una seconda occasione, o l’avremo dopo un numero di anni che si allungherà all’infinito, in ogni caso si tratta di un progetto anche sociale; rifiutiamo il polo perché costa troppo e dà ai privati che partecipano al progetto condizioni di uso degli spazi troppo favorevoli e non a vantaggio della cittadinanza, quindi non è un progetto sociale.
Detto del dibattito, in cui Martino Rossi si è preso anche l’appellativo di “terrorista delle cifre” da un infervorato avversario, mentre altri interventi ricordavano quanto “poco socialista” fosse il progetto, si può rimarcare la “vittoria politica” degli assennati co-presidenti del partito cittadino che si sono spesi per la libertà di voto che, infine, è passata a stretta maggioranza.
Cosa succederà ora? Si ha l’impressione che, vista la “libertà” suggerita dai socialisti, le chance del referendum contro il polo siano aumentate di… un pelo.
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