Se 330 mila vi sembran pochi…
Settant’anni di abusi su minori da parte di preti cattolici in Francia
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Settant’anni di abusi su minori da parte di preti cattolici in Francia
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Settant’anni di abusi su minori da parte di preti cattolici in Francia
Devo a mio nonno, postino liberale, molte cose belle, e tra queste un sano ed ecumenico distacco (in lui, spesso, ostilità) nei riguardi di preti, di scuole confessionali, sacrestani, educatori devoti, diaconi e simili, e di tutte le strutture che utilizzano l’ansia del trascendente, l’ignoranza popolare e la paura della morte per costruirsi (e per esercitare) un potere sui più deboli. Non sono purtroppo stupito della fenomenologia e della casistica, ma devo esserlo della loro ampiezza in termini numerici, venuta alla luce dopo le ricerche sulla storia della chiesa cattolica in Francia dal 1950 al 2020. Di fronte a centinaia di migliaia di abusi commessi su bambini, con una preferenza per i maschi tra i 10 e i 13 anni, difficile parlare di poche mele marce in un candido cestello. Non vi è neppure alcun motivo, se non ipotizzando un’inferiorità psichica ed etica dei francesi, per ragionevolmente pensare che le stesse proporzioni di devotissimi orchi e di incolpevoli vittime si ritrovino anche in tutti gli altri paesi, europei e non.
Di fronte a questo fatto, che si aggiunge a una tremenda serie di altre vicende emerse negli anni (fra stupri e altre violenze di ogni genere e tipo, deportazioni coatte e fosse comuni riempite di vittime senza nome) non bastano di certo le scuse, né le procedure penali e le condanne, né le compensazioni (?) finanziarie. Attendiamoci da Roma l’espressione puntuale del profondo dolore da parte del Capo, qualche bella dichiarazione di intenzioni, magari una lacrima spesa in favore di telecamere; quindi, nulla che basti a tacitare le preoccupazioni che da questi eventi si alimentano.
Bisogna prenderne atto: chiese, oratori, sagrestie, scuole confessionali sono luoghi pericolosi, per l’integrità fisica e psichica. Lo sono soprattutto per i bambini, per i deboli e per i sofferenti, per quelli che si rivolgono con fiducia a coloro che (si) ritengono intermediari del divino, e quindi detentori di superiore autorità morale. E non si vede il motivo valido per il quale non debbano essere oggetto di costante attenzione da parte delle autorità dello Stato laico (polizia, autorità di protezione dei fanciulli, magistratura); penso a una vera e propria messa sotto tutela, a verifiche costanti delle attività che vi si svolgono, a un esame preventivo e al monitoraggio successivo delle persone che hanno contatto con i fedeli.
Quando si capirà che è arrivato il momento di togliere i guanti, e di abbandonare la complice deferenza, quando si ha a che fare con questo mondo? Ognuno si tenga la propria fede nel divino, in ciascuna delle sue variatissime declinazioni; ma eserciti un minimo di intelligenza quando ha a che fare con coloro che pretendono di essere ministri, emissari o incarnazioni del trascendente sulla terra, soprattutto quando si pensa di affidar loro il destino dei propri figli. La cronaca e la storia hanno fornito fin troppi ammaestramenti, e non tenerne conto è quanto meno assai poco intelligente.
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