La storia infinita ed il ritorno dei cliché
Un duplice appuntamento televisivo settimanale con la cultura alla RSI
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Un duplice appuntamento televisivo settimanale con la cultura alla RSI
• – Enrico Lombardi
Riflessioni sul piacere sottile nel vedere le difficoltà o le sofferenze altrui, e compiacersene
• – Redazione
Quest’anno il riconoscimento per la pace va a chi si batte contro le derive autoritarie e imperiali del putinismo
• – Aldo Sofia
A sorpresa (ma neanche troppo, per gli addetti) Monsignor Lazzeri ha annunciato di voler lasciare la sua carica. Non pochi gli interrogativi, sulla decisione stessa e sul prossimo vescovo
• – Pietro Montorfani
Se i media, per definizione, devono esprimersi in termini “critici” sulla realtà vengono subito considerati come orientati politicamente, a tutto vantaggio di chi li qualifica, li paga, li condiziona
• – Silvano Toppi
Fra ipotesi di default, accorpamenti, ristrutturazione e nazionalizzazione è urgente trovare una via d’uscita sostenibile
• – Enrico Lombardi
Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
All’opera fortemente autobiografica di Annie Ernaux il Premio Nobel per la letteratura 2022
• – Enrico Lombardi
Minacce e pressioni sempre più frequenti sui giornalisti svizzeri: lo rivela uno studio pubblicato dall’Università di Zurigo
• – Rocco Bianchi
Le fonti storiche e filosofiche della politica putiniana – fra razzismo e fascismo – ed i suoi più diversi esegeti e sostenitori
• – Roberto Antonini
Un duplice appuntamento televisivo settimanale con la cultura alla RSI
Poi c’è la “cultura in Tv, una “brutta bestia” da una vita, e detto con tutto il rispetto, perché è davvero un’impresa improba, da anni e sempre più, in un panorama televisivo che trita e centrifuga qualunque cosa con un effetto di “brusìo indistinto” che omologa (e annichilisce) qualsiasi spazio di riflessione, definire quale dovrebbe essere lo spazio da assegnare ad un programma culturale.
Questione di “audience” di trasmissioni destinate, si dice, ad un “pubblico di nicchia” e che le emittenti (non solo la nostra) finiscono per cacciare (pardon, “collocare”) in sperduti meandri del palinsesto, confidando, nella migliore delle ipotesi, in un consumo differito, con una fruizione online successiva alla diffusione lineare.
A far da eccezione virtuosa a questa ormai dilagante tendenza, vi sono due programmi RSI La1 trasmessi negli scorsi giorni. Vi è il ritorno di “Cliché”, (il mercoledì sera, alle 21.55), un format ideato e presentato da Lorenzo Buccella che ruota attorno a termini spesso usati ed abusati fino al non senso, per recuperarne tutta una loro gamma semantica di indubbio e sorprendente interesse. Prendiamo, ad esempio, nella prima puntata di questa nuova serie, la parola “pornografia” e scopriremo che è molto di più e molto altro di quanto si pensi solitamente, è molto di più ed altro di un “cliché”.
Per scoprirlo basta accogliere l’invito di Buccella a seguirlo nel suo viaggio, fra ospiti, filmati, interventi di Tommaso Soldini ed una funambolica narrazione fatta, per usare parole care allo stesso Buccella, di scorciatoie e rimbalzi (non sempre immediati), per scoprire che “pornografia” è, per dirne una, anche un certo modo di fare informazione.
“Cliché” si conferma una programma che osa, che conta sull’attenzione e l’intelligenza dello spettatore, che approfondisce intrattenendo (o intrattiene approfondendo). Sperimenta, insomma, com’è giusto che faccia la tv, a maggior ragione se di “servizio pubblico”.
Ed in piena adesione alla missione, appunto” di servizio pubblico arriva anche la vera novità stagionale, ovvero “La storia infinita” (lunedì, alle 21.10), presentata da un eccellente affabulatore qual è Jonas Marti, che ci conduce in un altro tipo di viaggio, dentro la storia del nostro territorio, quello alpino che oggi si chiama Svizzera, per dirci in termini semplici ed affabili, cosa sia stata questa nostra terra, ai tempi dei Romani, oppure (nelle prossime puntate) nel Medioevo, nell’epoca dei Baliaggi e infine sul percorso della “Via delle genti”.
È davvero una storia infinita, piena di eventi, grandi quanto minuti, fra battaglie e momenti di straordinaria trasformazione sociale e culturale, che viene qui raccontata in modo molto accattivante e coinvolgente, grazie alle numerose e precise “incursioni” sui luoghi narrati (si pensi, per l’epoca romana, ad Aventicum – Avenches, oppure ad Augusta Raurica – Augst) che Marti attraversa con l’incedere e l’eloquio alla Alberto Angela per darci conto di vicende che forse, lontanamente, abbiamo tutti abbordato (con vario sopore) in qualche lezione di storia alle Medie, e che qui, con l’uso accorto ed efficace della telecamera, prende nuova vita, ci getta dentro gli eventi e ce li spiega facendoceli un po’ “convivere”, anche negli ottimi momenti girati in studio, con ospiti qualificati. Una bella novità, questa “Storia infinita”.
Un originale ed affettuoso ricordo di Remo Beretta, scrittore ed insegnante, fra gli autori più significativi del Novecento letterario svizzero di lingua italiana
In mostra nelle Biblioteche cantonali di Bellinzona e Lugano le pubblicazioni di Pulcinoelefante e Henry Beyle, due piccole case editrici i cui “contenitori” contano quanto i...