A tre minuti e cinquantatré secondi dell‘impareggiato, per intensità ed essenzialità, videoclip famosissimo di una principesca canzone del 1990 che adesso piange anche dentro tutti noi, qualcosa di semplice ma unico accadde, anzi accade: perché il presente eterno è il segreto cui nulla si può comparare dell’arte.
La voce come d’angelo caduto ma in grado di risollevarsi alla divinità diversamente dal noto predecessore, lei quasi calva pure dentro, il profondo lago degli occhi in primo piano, nerovestita, il volto come nudo più del nudo che d’improvviso sa fulminarsi di rabbie: e quelle vere lacrime, in quel momento spacca tempo, che le armano di stridente rimpianto il ricordo per qualcuno che non c’è più, sua madre.
Attorno al cristallino suono di quell’anima tormentata irlandese, la vita per come la conosciamo qui ed ora non ha saputo compattare un’esistenza complessa, arrendendosi dopo 56 anni.
Prima di lei, se n’era andato anche chi quella canzone la scrisse, il piccolo Mozart di questo nostro arco esistenziale: in Prince, Nothing Compares 2 U è un progetto laterale, uno schizzo in chiave di cronaca, il gesto elastico di un genio che si trastulla con la sua stessa bravura.
La ragazza irrequieta del Sagittario (lo stesso segno astrale della più grande, la Piaf) invece, quelle parole e quella musica elegantemente riuscite eppure non sue, le prende e freccia rancorosa le scaglia in sfida prepotentemente fino addirittura al cielo.
Lei, fragile filo di ferro esistenziale, era in grado dell’impresa, perché nella lingua del suo Paese, pure così tormentato e altrettanto spirituale, l’espressione “Dio nella sua forma graziosa è con noi“ canta etimologicamente in un nome: Sinéad.
Il video di Nothing Compares 2 U: https://www.youtube.com/watch?v=0-EF60neguk