LaRegione – Il falso mito delle città parassite
Dopo le accuse di Marco Chiesa: la guerra contadina dell'UDC è infondata
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Dopo le accuse di Marco Chiesa: la guerra contadina dell'UDC è infondata
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Dopo le accuse di Marco Chiesa: la guerra contadina dell'UDC è infondata
Quella tra città e campagna è una distinzione assolutamente surrettizia. Risulta ben difficile tracciare un confine tra le due – lo vediamo molto bene proprio in Ticino – mentre le attività economiche risultano sempre meno concentrate in un posto solo. Le occupazioni di un’economia terziarizzata tendono a diffondersi ovunque, con un’ulteriore accelerazione portata dal telelavoro. È impossibile ormai distinguere città e campagna dal profilo delle attività produttive, quindi anche di generazione della ricchezza.
No. Sostenere una cosa del genere significa non vedere che la creazione di risorse avviene trasversalmente. Anche nel caso dell’agricoltura – che costituisce solo l’1% del prodotto interno lordo svizzero – gran parte del mercato per ortaggi e frutta si trova nelle città, e la filiera di distribuzione e vendita non ha soluzione di continuità. D’altra parte, risulta difficile sostenere che i servizi che le città possono permettersi grazie alle loro economie di scala siano finanziati dalle campagne. Al contrario, proprio le aree rurali beneficiano di aiuti speciali: sussidi diretti e indiretti all’agricoltura, protezione dalle importazioni, sgravi su carburanti e combustibili, assegni familiari a carico delle casse pubbliche invece che dei datori di lavoro. Più in generale, i flussi di redistribuzione fiscale intercantonale e regionale non dimenticano certo le campagne.
Ma anche le città accettano e sostengono gli aiuti alle campagne, proprio perché siamo tutti sulla stessa barca e vanno garantite la diversità e la cura del territorio. Il nostro sistema politico, poi, è disegnato per conferire a ciascun cantone un peso analogo almeno a livello di votazioni popolari e per Consiglio degli Stati.
Anche in questo caso, è difficile negare il ruolo propulsivo delle città in ambiti quali la formazione e l’innovazione. Le tecniche agrarie e i macchinari utilizzati in campagna, ad esempio, beneficiano delle ricerche dei Politecnici e sono trasferite in campagna grazie all’educazione di figure professionistiche che proprio lì andranno a operare. Analogamente, le valli dipendono molto dal turismo cittadino.
Al netto dell’esigenza di aggregare alcune realtà per garantirne il buon funzionamento, il problema vero è quello del ridimensionamento generale del servizio pubblico. E questo – quindi servizi peggiori e meno accessibili – colpisce anche l’abitante di città. Un problema, insomma, che si affronta e si risolve anch’esso solo tutti insieme.
Come detto, i trasferimenti sociali non beneficiano le città a discapito delle campagne. Quanto all’accoglienza degli stranieri, risulta proporzionale alla capacità di integrarli nel tessuto produttivo, entro il quale contribuiscono a generare quel gettito fiscale che serve ad aiutare chi si trova senza lavoro o in altre difficoltà. Va ricordato peraltro che in passato, quando si riproponeva ciclicamente il problema dei rifugiati, sono stati proprio i comuni di campagna a non volerne assorbire una quota proporzionale e a lasciare l’onere ai centri urbani.
Sicuramente questo approccio rischia di esacerbare i problemi. Ma ci sono anche molte altre sfide: ad esempio la necessità di trattare diversamente chi può lavorare a casa propria e chi deve comunque spostarsi, pensiamo agli infermieri. Non è solo una questione di esazione e redistribuzione geografica, ma anche di investimento: occorre orientare la spesa pubblica per affrontare le nuove sfide sociali e infrastrutturali.
Se la distinzione risulta fumosa per la Svizzera in generale, lo è ancor più per il canton Ticino, che è il classico esempio di città diffusa; a volte anche confusa, se si pensa allo sviluppo passato in aree come quella di Chiasso e Mendrisio o del Pian Scairolo. Sia come sia, il Ticino è una realtà urbana almeno da Brogeda a Biasca, integrata a sud nell’immensamente più grande area insubrica e sempre più collegata a nord con le realtà di oltre Gottardo, specie dopo la realizzazione di AlpTransit. In Ticino ancor meglio che altrove si vede dunque quanto sia sbagliato e controproducente contrapporre città e campagne.
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