Le bare di Cutro e il karaoke
Giorgia Meloni non ha voluto sostare davanti alle bare dei migranti morti nelle acque calabresi, né partecipare ai funerali: ma…..
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Giorgia Meloni non ha voluto sostare davanti alle bare dei migranti morti nelle acque calabresi, né partecipare ai funerali: ma…..
• – Aldo Sofia
L'ignobile duo Meloni-Salvini riesce a deturpare anche "La canzone di Marinella"
• – Franco Cavani
Dieci anni di questo pontificato: dalla "Chiesa ospedale da campo" a "Chi sono io per giudicare", rotture e continuità
• – Aldo Sofia
Un Cantone che un tempo si lanciava in progetti che si sono anche concretizzati e che oggi pare puntare al bingo del magico mondo dei bitcoin
• – Silvano Toppi
Considerazioni dopo il week-end elettorale in vari Cantoni svizzeri con un vento che soffia verso destra
• – Rocco Bianchi
Attacchi israeliani e ritorsioni palestinesi, mentre si profila una nuova Intifada: una pericolosa miccia, ma paradossalmente anche una nuova prospettiva
• – Sarah Parenzo
La storia tragica di una ragazza che a soli 17 anni svelò a Borsellino i segreti di Cosa Nostra
• – Redazione
Un dialogo ancora attuale fra due grandi scrittrici del Novecento Italiano
• – Redazione
L'autore dell'intervista che sarà trasmessa dalla RSI domenica sera ci parla anche del bilancio dei dieci anni del pontefice "venuto dalla fine del mondo"
• – Aldo Sofia
A Muralto un dibattito sulle prospettive del giornalismo culturale di fronte alle incognite della mancanza di mezzi, di spazi e forse di linguaggi aggiornati
• – Redazione
Giorgia Meloni non ha voluto sostare davanti alle bare dei migranti morti nelle acque calabresi, né partecipare ai funerali: ma…..
Venerdì le correnti nelle acque rabbiose del litorale calabrese ancora smuovevano due corpicini, li sballottavano per il quindicesimo giorno consecutivo, lentamente li avvicinavano alla riva, infine decidevano di consegnarli ai soccorritori che dal giorno della strage possono solo recuperare e contare nuove salme (79 finora). Sempre venerdì, nelle stesse ore, in un albergo del comasco, a Uggiate Trevano, due passi dal confine svizzero, si imbandiva la sala banchetti per l’arrivo di un centinaio di ospiti illustri. Invitati per fare una bella sorpresa di compleanno all’ignaro neo-cinquantenne Matteo Salvini. Festa con la partecipazione degli altri due leader della coalizione di governo, Meloni e Berlusconi. Serata di brindisi con vino rigorosamente padano, paccheri al sugo bianco, filetto, torta ai frutti rossi, e karaoke (che piace tanto al cavaliere), con esibizione del duetto Meloni-Salvini impegnato a interpretare anche “La canzone di Marinella” di Fabrizio De André, storia di una ragazza prostituta… fatta annegare da mano assassina.
Da togliere il fiato, e non certo per la qualità dell’interpretazione canora. Ma per l’infame inevitabile accostamento (gli annegati di Cutro, l’esibizione canora della destra. Nonché per il fatto che nemmeno era passato un giorno dalla lugubre trasferta in Calabria del Consiglio dei ministri in corpore; per quei peluche lanciati contro il lungo corteo ufficiale di auto per protestare contro il possibile ma colpevolmente mancato salvataggio dei naufraghi, molti dei quali bambini; per il rifiuto della ‘sorella d’Italia’ Meloni di incontrare superstiti e famigliari delle vittime, di partecipare ai funerali, anche solo di raccogliersi davanti alla lunga fila di bare, in particolare quelle piccole e bianche, lei “madre, italiana e cristiana”, che invece di manifestare “pietas” lancia l’improbabile guerra patriottica agli scafisti criminali ‘in tutto il globo terracqueo’ .
E poi per tutto quello che aveva preceduto questa ennesima strage nel Mediterraneo: rinnovato contrasto alle ong del mare (in verità inaugurata da un precedente ministro pd), le poche imbarcazioni ancora operative delle organizzazioni umanitarie costrette a prolungare il viaggio fino alle regioni governate dal centro-sinistra; le dichiarazioni sconcertanti del ministro degli interni Piantedosi, che dei migranti già aveva incredibilmente parlato come di “carico residuale” e arriva poi ad imputare la tragedia del 28 febbraio alla “irresponsabilità dei genitori”, che chissà quali e quante insopportabili tragedie spingono ai notoriamente pericolosi viaggi della speranza. Un abisso di decisioni, dichiarazioni, insensibilità, facce feroci. Dentro cui il governo della destra post-fascista ritiene di poter infagottare e maciullare e nascondere di tutto: la verità sull’accaduto e sulle responsabilità, le cifre reali della presunta emergenza (l’Italia è in realtà a metà classifica dei paesi UE in fatto di richieste d’asilo accolte), e naturalmente quell’assenza di partecipazione al dolore che ha sconvolto anche la sensibilità degli abitanti locali, e di una parte almeno di Paese.
Solo distacco. E calcolata confusione. Italia pronta, spara il ministro Mezzogiorno (quello dell’Agricoltura e ovviamente della ‘sovranità’ alimentare), Italia “pronta ad aprire a 500 mila nuovi immigrati”. Boom. Viene presto smentito. Eppure è esattamente la richiesta avanzata dalla Confindustria italiana, che sollecita lavoratori a basso salario. E secondo gli ultimi calcoli del Centro di ricerca IDOS, è anche il numero degli stranieri illegali nella Penisola. Ma guai a parlare di regolarizzare questi ultimi. Più della ragionevolezza può il pettoruto orgoglio.
C’è Sergio Mattarella. Un altro pianeta. Un presidente che, lo sguardo fisso sulla fila straziante dei sarcofaghi, senza pronunciare una sola parola, ha portato subito a Cutro la partecipazione e il cordiglio dello Stato. L’altra Italia no. Quella aveva voglia e fretta di esibirsi al karaoke.
Scritto per LaRegione
Nell’immagine: il lancio di orsacchiotti di peluche al passaggio della carovana governativa
Conversazione con Maria Inés Bussi, la nipote dell’ex-presidente cileno Salvador Allende, a cinquant’anni dalla scomparsa
Il futuro finanziario della città e il genio della “lampada di Ardoino”