Le «dimenticanze» di Marco Chiesa
L’UDC spara sulle città, incensa le campagne, ma dimentica le agglomerazioni
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L’UDC spara sulle città, incensa le campagne, ma dimentica le agglomerazioni
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L’UDC spara sulle città, incensa le campagne, ma dimentica le agglomerazioni
L’UDC vuole recuperare i 12 seggi persi in parlamento nelle ultime elezioni federali e si inventa un nuovo nemico da dare in pasto ai potenziali elettori di destra. I classici bersagli, Unione europea e migranti, si sono appannati, i nuovi nemici vengono scovati nelle città. Il presidente dell’UDC, Marco Chiesa, si è fatto il portavoce dei falchi dell’UDC riprendendo un linguaggio barricadiero : “la politica parassitaria” delle città rosso-verdi, “sinistra di lusso”, “verdi estremisti” che mettono sotto tutela le campagne.
Il terreno è stato spianato dall’economista di destra Reiner Eichenberger. In un’intervista alla SonntagsZeitung ha dichiarato che nelle città si è perso il senso della realtà, ha sparato alzo zero sui costi dei traporti pubblici ed ha avuto la faccia tosta d’affermare che i ciclisti costano alla comunità più degli automobilisti. Una narrazione esacerbata da Marco Chiesa in combutta con il capogruppo Thomas Aeschi e il banchiere privato Thomas Matter. I condottieri dell’UDC scendono sul sentiero di guerra per trasformare in un baratro il fosso fra città e campagna.
Hanno però ignorato le agglomerazioni, ed è imperdonabile se si pensa che la maggioranza della popolazione, ben il 60%, vive proprio nelle agglomerazioni (24% città, 16% campagna). Sono territori ambivalenti, un po’ città e un po’ campagna, dove vivono ricchi e poveri, svizzeri e stranieri e persino qualche contadino sopravvissuto all’urbanizzazione. Un quadro per nulla omogeneo che non si presta agli slogan sbrigativi dei nazionalpopulisti.
Secondo i sondaggi del politologo Michael Hermann, nelle agglomerazioni si assiste ad un ri-orientamento degli elettori da destra verso sinistra. Vi è da scommettere che l’UDC tenterà di recuperare le agglomerazioni per assimilarle indebitamente alle campagne.
Certo, vi è un fossato città-campagna, da sempre, da quando esiste la Confederazione, ma non l’ha sfaldata, anzi è un’espressione della coesistenza multiculturale di cui andiamo così fieri. Esasperare le diversità, soffiare sulla brace delle divisioni è pericoloso. Ci servano da lezione le ribellioni dei gilets jaunes in Francia dove le popolazioni rurali vivono in una precarietà incomparabile da noi. Ma poco importa: l’UDC appare disposta ad aizzare i risentimenti per puro calcolo elettorale.
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