Le Temps – Non solo il PIL è benessere
Il PIL non dice quanto la popolazione sia stanca e stressata, e quanto i giovani siano angosciati
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Il PIL non dice quanto la popolazione sia stanca e stressata, e quanto i giovani siano angosciati
• – Redazione
Il presidente dell'UDC, in mano all'ala dura del partito, definisce "dittatura legale" il Consiglio federale ma non sa cos'è la collegialità
• – Daniele Piazza
Nemmeno all’epidemiologo più tetragono i lockdown piacciono: sono la conseguenza del fallimento delle misure di prevenzione, un fallimento programmato nella misura in cui, almeno in Occidente, la scelta è sempre stata quella di prevenire... a posteriori
• – Redazione
La BN l'anno scorso ha fatto utili per oltre 20 miliardi di franchi, ma ne distribuirà soltanto 4 a Cantoni e Confederazione. Perché? Ed é giusto?
• – Aldo Sofia
Vien da chiedersi se non sia opportuno creare un consiglio svizzero della magistratura, governo autonomo di un potere giudiziario indipendente dalle logiche di partito
• – Federico Franchini
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• – Franco Cavani
Sono uno dei pochi che traduce – si fa per dire – “Facebook” in italiano. Lo chiamo Facciabuco. Non so perché, ma lo preferisco a “Faccialibro”… e mi ci metto pure un pollice all’insù.
• – Cesare Bernasconi
I virus ci faranno compagnia nel futuro, e per anni ancora, forse per sempre; i vaccini servono a poco, se non a creare falsa sicurezza e ad allentare i protocolli
• – Marco Züblin
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• – Franco Cavani
Alla luce dei dati le caute riaperture annunciate oggi rischiano di rivelarsi eccessive. Perché se i casi dovessero davvero ricominciare ad aumentare con le restrizioni in vigore, ogni allentamento non potrà che rafforzare la tendenza
• – Riccardo Fanciola
Il PIL non dice quanto la popolazione sia stanca e stressata, e quanto i giovani siano angosciati
Naturalmente, a una lettura più attenta, questo PIL 2020 segna una media assai imperfetta. L’alberghiero e la ristorazione a terra, e dall’altra parte la farmaceutica trionfante, ne sono gli esempi che più colpiscono. In ogni caso, queste cifre dimostrano ancora una volta , ed è un fatto salutare, la capacità di resistere della nostra economia nel far fronte alle crisi più acute.
Ma c’é qualcosa che queste cifre dimenticano: ed é quanto la popolazione sia stanca, stressata dall’andirivieni delle restrizioni, dall’assenza di momenti di condivisione, e dagli interminabili dibattiti economico-sanitari.
E queste statistiche non segnalano nemmeno l’angoscia dei giovani, né il pesante clima all’interno delle scuole. Ancora: non tengono conto dell’impoverimento culturale, musicale, museale – e dunque intellettuale – di cui siamo vittime. Senza dimenticare della battaglia climatica, con molti che si lamentano del fatto che sia stata sostituita dal covid sulla scena pubblica e politica. Infine, vi é questa frenesia vaccinale, in cui si suggerisce che nuovi virus e nuove varianti continueranno a ritmare la nostra vita. Questa corsa isterica alla vaccinazione lascia intendere che noi siamo pronti e motivati a riprendere la nostra vita come prima, il più in fretta possibile, e come se nulla fosse accaduto. Il PIL svolge il suo ruolo: misurare la creazione di ricchezza. Tuttavia sembra non essere mai stato così poco rappresentativo della nostra condizione. Dovremmo forse ispirarci al Bhutan e al suo celebre indice di “ felicità nazionale “? Senza adottare una replica così caricaturale, che ci viene ricordata ormai da un ventennio, sembra comunque che il momento sia ideale per rimodellare i parametri del nostro benessere. Perché é assai probabile che dall’inizio della pandemia esso abbia subito una contrazione ben maggiore del 2,9 per cento.
Servan Peca, Le Temps
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