Lituania: migranti sottoposti a condizioni inumane
Migliaia di persone provenienti dalla Siria e da diversi Paesi africani sono recluse in centri militarizzati, in condizioni inaccettabili
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Migliaia di persone provenienti dalla Siria e da diversi Paesi africani sono recluse in centri militarizzati, in condizioni inaccettabili
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Migliaia di persone provenienti dalla Siria e da diversi Paesi africani sono recluse in centri militarizzati, in condizioni inaccettabili
Il 27 giugno 2022 Amnesty International, con un nuovo rapporto, ha denunciato come in Lituania vengano trattenuti per vari mesi, in centri militari squallidi, molto simili a prigioni, migliaia di migranti e rifugiati, ai quali viene negato l’accesso a un’equa procedura d’asilo.
Nei suddetti centri, queste persone vengono sottoposte a una costante violazione dei diritti umani, con l’obbiettivo di spingerle a tornare di loro spontanea volontà nei paesi dai quali sono scappate. Chiaramente tale trattamento risulta essere assolutamente in contrasto, paragonato all’accoglienza che l’Unione Europea concede ai profughi in fuga dalla guerra in Ucraina. All’interno di questi centri, le persone vivono in condizioni inumane e subiscono torture ed altri maltrattamenti.
Amnesty International, nel corso della sua visita in Lituania, è riuscita a visitare due centri di detenzione: quello per la registrazione degli stranieri di Kybartai e quello di Medininkai (vicino al confine con la Bielorussia). Inoltre ha parlato con 31 detenuti. Nel centro di Kybartai, prigione comune fino al settembre 2021, c’erano centinaia di uomini. In questo centro, circondato da alte mura, le finestre erano sbarrate, mentre le porte erano provviste di sistemi di sicurezza col fine di limitare la libertà di movimento dei detenuti, che potevano usufruire di una doccia calda solo due volte alla settimana. Inoltre il centro era sovraffollato da mesi, e i lavandini, le docce e i gabinetti versavano in condizioni squallide. Un detenuto siriano ha dichiarato: «Desidero ringraziare la Lituania per averci accolti, ma qui non ci trattano bene. Questa è una prigione, non un campo. Ovunque mi giri, c’è filo spinato. Perché? Non sono un criminale, sono un rifugiato».
La situazione non è certo migliore nel centro di Medininkai, anzi. Lì i detenuti devono dormire dentro dei container posti su un campo di calcio, e quando hanno bisogno di andare in bagno (in inverno) sono costretti a uscire all’aperto e camminare sotto la neve del rigido inverno lituano. Inoltre le guardie sono molto violente, e quando i detenuti organizzano delle proteste queste le sedano con il manganello, lo spray al peperoncino e le pistole elettriche. Il 2 marzo 2022, a seguito di una di queste proteste, una squadra anti-sommossa è entrata nel centro per punire i detenuti, che sono stati presi a schiaffi e colpiti coi manganelli e le pistole elettriche, poi ammanettati e trascinati nei loro container.
Oltre a questo, Amnesty International in un video ha documentato che alcune donne nere «sono state sottoposte a umiliazioni sessuali, lasciate al freddo mezze nude e con le mani legate e poi chiuse in un container». Vista la situazione, 12 detenuti che avevano partecipato alla protesta sono stati trasferiti in altri centri. Purtroppo non si tratta di un caso isolato. Infatti uno psicologo che lavorava lì è attualmente sotto indagine per presunte violenze sessuali nei confronti dei detenuti. Questi inoltre vengono sottoposti a vere e proprie torture e se cercano di scappare dal campo, vengono aggrediti e morsi dai cani e messi in isolamento. Alle violenze fisiche si aggiungono quelle psicologiche: Amnesty è riuscita a documentare insulti razzisti molto offensivi rivolti a detenute e detenuti neri. Una giovane donna di nome Josephine (nome di fantasia) proveniente dall’Africa subsahariana ha dichiarato: «La guardia ci ha detto: ‘Vi mandiamo a caccia nella foresta’. Qui tutto è razzista, tutte le guardie sono razziste. Quando stai male e chiedi che chiamino un’ambulanza, ti dicono che lo faranno solo se sverrai. Perché a nessuno qui stanno bene le persone nere»? Una donna yazida, detenuta nello stesso centro, ha detto: «In Iraq avevamo sentito parlare dei diritti umani e dei diritti delle donne in Europa. Ma qui non c’è alcun diritto».
Per stilare il rapporto Amnesty ha intervistato decine di persone provenienti da Camerun, Repubblica Democratica del Congo, Iraq, Nigeria, Siria e Sri Lanka, detenute in Lituania. Il direttore di Amnesty International per l’Europa, Nils Muižnieks, ha dichiarato: «Ogni persona in cerca di protezione dovrebbe essere trattata allo stesso modo e con rispetto. Invece, le persone con cui abbiamo parlato in Lituania sono trattenute illegalmente da mesi in condizioni terribili e sono sottoposte a violenze fisiche e psicologiche e ad altri trattamenti degradanti. Chiediamo che tutte le persone che si trovano nei centri di detenzione siano rilasciate e che siano loro garantite eque procedure d’asilo.» Nils Muižnieks ha poi aggiunto: «Giustamente, la Lituania ha dato un caloroso benvenuto alle decine di migliaia di persone fuggite dall’Ucraina. Purtroppo, quanto hanno subito le persone con cui abbiamo parlato non potrebbe essere più differente. Abbiamo forti preoccupazioni sul razzismo istituzionale insito nel sistema lituano dell’immigrazione.>>
Le persone entrate irregolarmente nel territorio lituano dall’agosto 2021 non possono più presentare domanda d’asilo a causa di una disposizione del governo. «Questo sistema ad hoc è concepito su un pericoloso rischio di conflitto d’interesse. Avvocati assunti per assistere e difendere richiedenti asilo di fatto non lo fanno, intervenendo persino contro di loro in tribunale. Questo inganno è un’ulteriore barriera nei confronti delle persone che sono in cerca di protezione» ha commentato Nils Muižnieks. Le autorità lituane hanno spiegato che non sono intenzionate a estendere il periodo di detenzione oltre i 12 mesi, tuttavia non hanno minimamente accennato a come rimedieranno alle violazioni commesse nel corso dell’ultimo anno, in contrapposizione sia al diritto internazionale che alla normativa dell’Unione Europea.
Nils Muižnieks su questo ha riferito: “Un anno dopo l’introduzione delle leggi ‘emergenziali’ e delle relative procedure attuative che hanno causato così tanta miseria e sofferenza, è giunto il momento che la Lituania volti pagina. Le autorità lituane devono liberare immediatamente tutte le persone detenute sotto il regime della cosiddetta ‘accoglienza temporanea’, assicurare l’accesso a eque procedure d’asilo, risarcirle per tutti i danni fisici e mentali procurati, indagare sui trattamenti violenti inflitti e annullare tutte le pericolose norme adottate nel 2021 e nel 2022“.
Tuttavia l’Unione Europea si è dimostrata ipocrita, perché mentre da una parte, giustamente, permetteva l’aiuto ai profughi ucraini, dall’altra ostacolava chi fuggiva dagli altri paesi. Su questo Nils Muižnieks ha dichiarato: «Un anno dopo il tentativo della Lituania di legalizzare l’illegale, la Commissione Europea non ha ancora preso una sola iniziativa per portare la legislazione lituana in linea con le leggi dell’Unione Europea. Fino a quando la Commissione resterà in silenzio, il messaggio inviato agli Stati membri sarà che le leggi europee possono essere violate restando impuniti».
Questo 6 maggio anche Medici Senza Frontiere ha denunciato la difficile situazione per i migranti e i rifugiati in Lituania, soprattutto dal punto di vista della salute fisica e psicologica. La responsabile delle operazioni di MSF in Lituania, Georgina Brown, ha dichiarato:
“I team di MSF sono testimoni delle conseguenze della detenzione sulla salute fisica e mentale delle persone. Le persone non hanno accesso a una giusta procedura d’asilo e non c’è un supporto specialistico per i disturbi mentali per i sopravvissuti a tortura o a violenza sessuale. La detenzione arbitraria prolungata di migranti e richiedenti asilo in Lituania deve cessare immediatamente e tutte le richieste di asilo dovrebbero essere esaminate in modo giusto e il più rapidamente possibile“.
Inoltre MSF ha detto: “Chiediamo la fine della detenzione arbitraria e prolungata dei richiedenti asilo e dei migranti in Lituania. È necessario garantire una significativa ed efficace protezione a tutte le persone in fuga verso la Lituania, offrendo delle alternative alla detenzione. Se la detenzione continuerà, aumenteranno di conseguenza anche gli abusi, le violenze e la sofferenza psicologica delle persone detenute.”
Nell’immagine: un centro di detenzione in Lituania (foto di Diala Ghassan, Medici Senza Frontiere)
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