L’oscenità del potere. La nostra oscenità
Viviamo fra spudoratezza, violenza, guerra, irresponsabilità, cinismo, disumanità, ecocidio, arroganza, sfruttamento, e in qualche modo ne siamo complici anestetizzati
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Viviamo fra spudoratezza, violenza, guerra, irresponsabilità, cinismo, disumanità, ecocidio, arroganza, sfruttamento, e in qualche modo ne siamo complici anestetizzati
• – Lelio Demichelis
Quando scoppia una guerra abbandonarsi ad un’ondata di emozioni, rimpianti, recriminazioni appare poco utile. Forse più utile sarebbe capire come si sia arrivati fino a questo punto. Magari per intravvedere, se possibile, qualche prospettiva dopo il disastro
• – Jacques Pilet
Il riflesso bolscevico-brezneviano di Putin, che se la prende anche con Lenin, ma applica la dottrina e la violenza della ‘sovranità limitata’ in quello che considera il proprio cortile di casa
• – Aldo Sofia
Dire le cose come stanno, chiamare guerra la guerra, armi le armi e morte la morte è l’unica via possibile per non tacere e non smettere di usare la storia, la lingua e la cultura per il loro più alto valore
• – Pietro Montorfani
Putin ha ordinato la guerra totale per riconquistare l'ex satellite dell'Urss e in violazione del diritto internazionale; quali sono i propositi dell'autocrate russo? Intervista a Franco Venturini, commentatore del Corriere della Sera
• – Aldo Sofia
Come l’esercito russo sta attaccando l’Ucraina (e quanto possono resistere gli ucraini)
• – Redazione
Stati Uniti ed Europa dovranno inasprire ulteriormente le contromisure economiche-finanziarie contro la Russia: con la preoccupazione che non diventino un boomerang per l'Occidente
• – Aldo Sofia
Delitto e misfatti di un autocrate che fa della Russia il suo show personale
• – Redazione
In un saggio le voci di chi spesso deve lavorare gratis
• – Redazione
È il severo ma comprensibile giudizio dei giornalisti d’investigazione di mezzo mondo che hanno indagato sui Suisse secrets rivelando le enormi dimensioni dell’ennesimo scandalo del Credit Suisse
• – Daniele Piazza
Viviamo fra spudoratezza, violenza, guerra, irresponsabilità, cinismo, disumanità, ecocidio, arroganza, sfruttamento, e in qualche modo ne siamo complici anestetizzati
Ma oscena – oscenamente oscena – non è solo la situazione in Ucraina. Non dimentichiamo che il potere – il Potere, come scriveva Pier Paolo Pasolini – è sempre osceno da che esiste il potere. Sia il potere che viene esercitato dal potere politico, economico e tecnologico su altri uomini e sulla biosfera; sia quello che ciascuno di noi ama esercitare sugli altri appena ne ha l’occasione.
“Oscena non è la foto di una donna nuda che mostra il pelo del pube, bensì quella di un generale vestito di tutto punto che sfoggia le medaglie della campagna del Vietnam”, scriveva il filosofo Herbert Marcuse nel suo Saggio sulla liberazione, del 1969 (un autore da riscoprire, Marcuse, per chi ha un po’ di anni sulle spalle; un autore da far scoprire alle giovani generazioni): e se oggi il pelo del pube non scandalizza più nessuno, in realtà neppure scandalizza un generale che sfoggia le sue medaglie, anzi. Perché ormai ci siamo abituati – l’abitudine è la più perversa e asservente delle patologie umane – anche all’oscenità quotidiana del Potere.
E quindi, andando oltre Marcuse, non dimentichiamo che oscena è stata la tecnocrazia dell’Unione Europea contro la Grecia; osceno è il complesso militare-industriale-tecnologico che sempre più governa il mondo intero e che deve generare guerre (la Terza guerra mondiale, secondo Papa Francesco) per poter massimizzare i propri profitti attraverso la disruption della vita; osceni sono i Grandi della terra (sic!) che fanno fallire la Cop 26 di Glasgow in nome del profitto privato e delle élite capitalistiche del globo; osceno è il genocidio europeo dei migranti nel Mediterraneo; oscene sono le banche svizzere al servizio di criminali, narcotrafficanti e dittatori (Suisse secrets, e non solo) e oscena è la legge che impedisce di fatto alla libera stampa di indagare sulle stesse banche; osceno è il GAFAM e osceno è il Metaverso di Zuckerberg, ulteriore passaggio alla artificializzazione della vita e all’amministrazione automatizzata della società via algoritmi, a prescindere dall’uomo e sempre in nome del profitto; oscena è la ricchezza di Bezos e di Musk.
Osceni in sé e per sé sono gli Stati Uniti, con la metà degli americani dalla parte del fascista / populista / riccastro Donald Trump; osceno è il colonialismo / apartheid israeliano (denuncia di Amnesty International) nella Palestina; osceno è lo sfruttamento dell’ambiente e del lavoro umano in tutte le sue forme; osceno è il rifiuto dei governi italiani di mettere fuori legge Forza Nuova e Casa Pound; osceno è il comportamento della polizia italiana che manganella gli studenti che protestano contro l’alternanza scuola-lavoro e chiedono una scuola che produca conoscenza per pensare e che stimoli lo spirito critico e non una scuola che insegni solo competenze a fare e quindi piegata agli interessi delle imprese; oscena è l’ideologia neoliberale che ci impone solo di adattarci al capitale; oscena è la privatizzazione dell’acqua a livello mondiale; osceno è l’egoismo dei No-Vax e dei No-Green pass.
Oscena è la nostra irresponsabilità verso la crisi climatica e verso le future generazioni (che poi sono i nostri figli e nipoti, ma sembra che di loro non ci importi nulla); oscene sono quell’industria e quella finanza globale che stanno trasferendo nell’ombra le attività dannose per l’ambiente (lo scrive The Economist), per cui negli ultimi due anni diversi fondi di private equity hanno comprato attività legate alle fonti fossili (e cioè inquinanti) per un valore di circa 60 miliardi di dollari, cercando ovviamente di ricavarne poi un profitto per sé; oscena è la nostra rinuncia alla privacy, cioè alla nostra libertà individuale, perché ce lo ha chiesto Mark Zuckerberg, a cui servivano i nostri dati e sempre per il proprio profitto privato.
Osceno era, una volta, ciò che appariva contrario al comune senso del pudore; ma osceno – lo ricorda ad esempio Nicola Piovani – “è anche una parola di origine teatrale. […] Ob scena, fuori dalla scena. Osceno quindi sarebbe ciò che sulla scena non deve essere mostrato, che non va esibito al pubblico”. In realtà, il Potere osceno ama sempre più mettersi in scena (Putin, ancora, su tutto), essere e presentarsi come deliberatamente osceno; e tutto diventa quindi, per contaminazione, osceno (nei due sensi indicati qui sopra) – e oscena è anche la nostra crescente mercificazione e la nostra datificazione / reificazione / alienazione impostaci dal sistema. Una oscenità accettata e quindi normalizzata – che è poi il modo con cui il Potere osceno rafforza se stesso e la volontà di potenza di sé e del proprio nichilismo. Cioè l’oscenità del Potere (nelle sue forme viste in precedenza, in un elenco che potrebbe continuare ancora) sembra oggi autoreferenziale e a riproducibilità infinita.
Ma allora, osceno – nel senso per noi più vero e fatto (marcusianamente) di spudoratezza, violenza, guerra esplicita e implicita, irresponsabilità, cinismo, disumanità, ecocidio, arroganza, sfruttamento – non è solo il Potere; osceno è anche ciascuno di noi che accetta questa oscenità del Potere.
Stéphan Hessel ci spronava a reagire, con la forza della passione e della ragione: Indignatevi! Era il 2010.
Nell’immagine: Keith Haring, “Retrospect” (1989)
Per non dimenticare la morte di Arash al centro asilanti di Cadro e le storie terribili dei profughi afghani, a due anni dal ritorno al potere dei talebani
Del come schivare Putin e le sanzioni